con tali apparati potremmo un giorno non molto lontano ricaricare il nostro cellulare senza bisogno di cavi o prese elettriche. Il Power Felt è un nuovo materiale termoelettrico sviluppato dai ricercatori del Centro di Nanotecnologia e Materiali Molecolari della Wake Forets University che è in grado di convertire il calore del corpo in corrente elettrica.
Produrre energia dal calore del nostro corpo grazie alla nanotecnologia. Cos’è e a cosa potrà mai servire? Questa branca delle scienze applicate e della tecnologia si occupa della materia su una scala dimensionale molto piccola, espressa in nanometri. In termini più semplici ha come scopo l’ideazione e la realizzazione di dispositivi sempre più piccoli adeguati a tale scala.
E magari con tali apparati potremmo un giorno non molto lontano ricaricare il nostro cellulare senza bisogno di cavi o prese elettriche. Il Power Felt è un nuovo materiale termoelettrico sviluppato dai ricercatori del Centro di Nanotecnologia e Materiali Molecolari della Wake Forets University che è in grado di convertire il calore del corpo in corrente elettrica.
A differenza di altri congegni termoelettrici realizzati con tellururo di bismuto e solitamente molto rigidi, il Power Felt si presenta come un tessuto. Questo dispositivo è costituito da nanotubi di carbonio racchiusi all’interno di fibre plastiche, che al tatto, ricordano un tessuto: questa sorta di “stoffa ipertecnologica” sfruttando la differenza di temperatura tra il corpo e l’ambiente circostante riesce a generare una scarica elettrica.
Insomma, grazie a questa sensazionale scoperta degli scienziati statunitensi, in futuro potremmo indossare una giacca in grado di alimentare uno smartphone o un lettore multimediale. Il ricercatore Corey Hewitt chiarisce: “In generale i sistemi termoelettrici sono una tecnologia poco sviluppata per la raccolta di energia, ma hanno grandi potenzialità.” e suggerisce le possibiliapplicazioni del Power Felt in molti settori, dove generalmente l’energia, sotto forma di calore, è completamente sprecata.
Ad esempio, quella dispersa da un’automobile potrebbe essere recuperata per ridurre il consumo di carburante e alimentare l’autoradio, l’aria condizionata o il sistema di navigazione. Un altro prezioso suggerimento è di David Carroll, direttore del Centro per le Nanotecnologie e Materiali Molecolari che ipotizza l’utilizzo del Power Felt per fornire aiuto in caso di interruzioni elettriche.
I punti di forza di questo nuovo dispositivo sono sicuramente i costi più contenuti, la sua leggerezza e la maggiore facilità di realizzazione rispetto ad altri materiali termoelettrici realizzati con tellururo di bismuto.
Insomma un nuovo interessante sviluppo per le innovazioni energetiche.
Lorenzo De Ritis