Doyle Doss, un inventore californiano che ha ideato Heeter Kandle, uno strumento che permette di concentrare e diffondere efficacemente all’interno di un ambiente il calore sprigionato da queste piccole fonti di luce. Sicuramente gli effetti non saranno quelli di un termosifone ed il calore non sarà sufficiente a riscaldare una stanza, ma il piccolo marchingegno ha sicuramente il pregio di trattenere a lungo un calore che altrimenti andrebbe disperso e che in questo modo invece viene concentrato in un’area ristretta, come farebbe un piccolo fuoco, contribuendo a scaldare per esempio il vostro tavolo da lavoro.
Quante volte vi sarà capitato di scottarvi sfiorando una lampadina incandescente o con la cera bollente di una candela? Vi siete mai domandati qual è la temperatura di una fiammella? Ebbene, la fiamma di una candela può raggiungere una temperatura di ben 1400° nel cuore, e di 800° nei punti più freddi, così come la superficie di una normale lampadina ad incandescenza. Questo significa che nelle immediate vicinanze delle candele o delle lampade vi è un’enorme dispersione di calore. Come sfruttarlo?
È questa la domanda che si è posto Doyle Doss, un inventore californiano che ha ideato Heeter Kandle, uno strumento che permette di concentrare e diffondere efficacemente all’interno di un ambiente il calore sprigionato da queste piccole fonti di luce. Sicuramente gli effetti non saranno quelli di un termosifone ed il calore non sarà sufficiente a riscaldare una stanza, ma il piccolo marchingegno ha sicuramente il pregio di trattenere a lungo un calore che altrimenti andrebbe disperso e che in questo modo invece viene concentrato in un’area ristretta, come farebbe un piccolo fuoco, contribuendo a scaldare per esempio il vostro tavolo da lavoro.
Il funzionamento di questo mini-radiatore si basa su semplici principi di trasmissione dell’energia termica. Utilizzando l’acciaio e la ceramica, un materiale termo-assorbente, Doss ha assemblato un supporto per candela compatto e sovrastato da cuore d’acciaio, circondato a sua volta da più strati di ceramica separati tra loro. Caratteristica dell’acciaio è infatti la sua capacità di raggiungere quasi la stessa temperatura della fonte di calore. Questo significa che mentre la candela brucia il nucleo d’acciaio del radiatore può raggiungere una temperatura elevatissima, mitigata progressivamente dagli strati di ceramica che lo circondano e che la abbassano sensibilmente fino a raggiungere più o meno gli 80 gradi. Per tutto il tempo in cui la candela continua a bruciare, la superficie di terracotta assorbe il calore e lo irradia attorno a sé, diffondendo un piacevole tepore.
Doss ha creato anche una versione elettrica del radiatore, che sfrutta quel 90% di calore che viene disperso da una lampadina incandescente, concentrandolo e trasmettendolo nell’ambiente circostante.
E se questo non risolve di certo il problema del riscaldamento in giornate di freddo intenso come quelle che ci hanno accompagnato in questo gelido inverno, almeno contribuisce ad illuminare, intiepidire e perché no.. anche profumare le nostre stanze ed i luoghi di lavoro, se decidiamo di utilizzare la sua superficie per diffondere una fragranza – ovviamente green! – nell’aria. Il tutto senza effetti collaterali ed anzi.. sfruttando produttivamente fino all’ultima goccia di calore.