Costa Concordia. Continua la corsa contro il tempo per il recupero del carburante e per evitare il disastro ambientale dato dall’affondamento della nave. Proprio ieri è terminata la prima fase di aspirazione e recupero del greggio presente nei tank di prua della nave, che corrisponde al 67% del totale.
Costa Concordia. Continua la corsa contro il tempo per il recupero del carburante e per evitare il disastro ambientale dato dall’affondamento della nave. Proprio ieri è terminata la prima fase di aspirazione e recupero del greggio presente nei tank di prua della nave, che corrisponde al 67% del totale.
Un’operazione andata avanti in modo ininterrotto da domenica scorsa grazie all’intervento dei tecnici della società Neri Smit, che hanno svuotato sei serbatoi su quindici, ovvero 518 metri cubi di carburante.
Adesso quindi arriva la fase finale: le operazioni di ripulitura che continueranno nei prossimi giorni (salvo complicazioni e ritardi dovuti alle cattive condizioni meteorologiche) porteranno allo svuotamento degli altri 9 serbatoi distribuiti tra la parte centrale e la poppa della nave, dove attualmente ci sono altri 377 metri cubi di idrocarburi.
Al termine di questa fase ci sarà una ripulitura delle cisterne presenti nelle sale macchine, dove si trovano altri 348 metri cubi di gasolio, ma per fare questo occorreranno altre tre settimane di lavoro.
Secondo il Sindaco dell’Isola del Giglio Sergio Ortelli, “si tratta di un primo traguardo importante in una operazione complessa. Siamo fiduciosi che possa concludersi positivamente, con lo svuotamento completo del carburante, eliminando uno dei pericoli più grandi per il nostro territorio”.
Di diverso avviso i pescatori della zona, che si sono costituiti in procura come parti offese avviando una vera e propria azione legale, cui partecipano anche molti abitanti dei comuni limitrofi. Tra pescatori dell‘Argentario e cittadini che hanno legami con l’isola del Giglio infatti, tra le parti offese si contano 150 persone che chiedono una tutela rispetto al disastro ambientale.
Per il prossimo 1° marzo intanto, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, insieme al commissario per l’emergenza Franco Gabrielli, ha convocato sull’isola un vertice per chiarire quali sono i rischi legati al naufragio della nave.
“La discrepanza rispetto al dato di circa 1500 mc fornito all’inizio delle operazioni è riconducibile all’approssimazione della stima verbale fornita dal capo ingegnere di bordo. A questo deve aggiungersi il fatto che la differenza tra la temperatura del carburante all’interno dei serbatoi della Costa Concordia e quella del carburante dopo il pompaggio ha comportato una piccola, ma significativa, diminuzione di volume” si legge.
“L`avvio della seconda fase delle operazioni, che prevede la rimozione del carburante dai restanti 9 serbatoi collocati nella zona poppiera della nave che si stima contengano il 17% del totale del carburante, necessita di una serie di attività propedeutiche da parte di Smit e Neri la cui tempistica sarà condizionata dalle condizioni meteo” prosegue la relazione.
“Non vi sono, infine, particolari anomalie da segnalare né nei movimenti della Costa Concordia monitorati dagli esperti del Dipartimento di Scienze della Terra dell`Università di Firenze, né nei rilevamenti relativi al rischio ambientale assicurati da Ispra e Arpat“.
Verdiana Amorosi
Leggi tutti i nostri articoli sulla Costa Concordia