Oggi siamo praticamente abituati a comprare tutto già fatto, dal cibo ai vestiti, ai prodotti per la pulizia e l’igiene, per non parlare di tutti gli utensili e gli oggetti di uso quotidiano. Compriamo tutto già fatto perché è senza dubbio più comodo, dato che la produzione industriale ci permette di avere accesso costante e immediato a tutto quello di cui abbiamo bisogno.
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Oggi siamo praticamente abituati a comprare tutto già fatto, dal cibo ai vestiti, ai prodotti per la pulizia e l’igiene, per non parlare di tutti gli utensili e gli oggetti di uso quotidiano. Compriamo tutto già fatto perché è senza dubbio più comodo, dato che la produzione industriale ci permette di avere accesso costante e immediato a tutto quello di cui abbiamo bisogno.
Eppure, comprare tutto già fatto ha delle conseguenze non trascurabili: non solo pesa sul portafogli, ma spesso ricade negativamente sul pianeta e sulla nostra salute. Intanto, significa comprare prodotti confezionati e quindi produrre un’enorme quantità di rifiuti e imballaggi. In secondo luogo, vuol dire avere molto meno controllo su come quel cibo, quei detersivi o quei cosmetici sono stati prodotti: in tanti casi non sapremo da dove vengono, o che cosa c’è dentro, quali sostanze chimiche tossiche finiranno nel nostro stomaco o assorbiremo attraverso la pelle. Sostanze chimiche che nel frattempo avranno inquinato anche l’aria e le falde acquifere. E magari quei prodotti avranno percorso centinaia o migliaia di chilometri per arrivare a noi, sprecando petrolio e producendo grandi quantità di CO2.
Se vogliamo tenere sotto controllo tutti questi effetti collaterali, una possibile soluzione è l’autoproduzione: in ogni campo della vita quotidiana, ci sono un bel po’ di cose che possiamo autoprodurci e smettere di comprare, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Io ho cominciato dal cibo, sia perché è forse la cosa più semplice e immediata quando si è abituati a cucinare, sia perché cambiare il nostro atto di consumo più essenziale (quello di mangiare) è fondamentale se non vogliamo avvelenarci né distruggere l’ambiente.
Il cibo
Una delle prime cose che noi abbiamo cominciato a farci in casa è stato il pane: spesso quello che si trova in panetteria (fatto con farine convenzionali) è caro e di scarsa qualità, e magari dopo poche ore è già diventato “di carta”. Facendolo in casa, possiamo scegliere noi gli ingredienti da utilizzare, possiamo personalizzarlo in tanti modi (aggiungendo noci, olive o semi di diverso tipo) e possiamo lasciarlo lievitare a lungo con la pasta madre, in modo che non risulti pesante e indigesto. Il nostro pane biologico fatto in casa (con farine miste di tipo “0”, manitoba e integrale macinata a pietra) ci costa circa 1,20€ al chilo, contro i 3,50-4€ al chilo di quello convenzionale, e i 6-7€ al chilo di quello biologico che si trova in panetteria. Noi lo facciamo mediamente una volta ogni due settimane e lo congeliamo a fette, in modo da avere sempre la quantità necessaria senza sprechi.
Il pane naturalmente è solo un esempio: ci sono molti cibi che possiamo autoprodurci, come yogurt, pasta e biscotti, ma anche marmellate e conserve di pomodori o verdure sott’olio. E se vogliamo, possiamo andare ancora oltre e spingerci fino all’autoproduzione della materia prima con cui preparare tanti dei nostri cibi: in altre parole, possiamo coltivare l’orto. Non dobbiamo necessariamente abitare in campagna e avere un grande giardino, possiamo anche coltivare un piccolo orto sul balcone: la scorsa estate, sul mio balcone assolato ed esposto a sud, pomodori e basilico hanno fatto un’ottima riuscita e ho ancora in congelatore dieci vasetti di pesto fatto in casa con il mio basilico: tutto un altro mangiare. Ora l’orto è a riposo (ci sono solo salvia e rosmarino, che resistono al freddo invernale), ma tra un paio di mesi si ricomincia e quest’anno ho intenzione di sperimentare cose nuove: insalata, un po’ di erbe aromatiche e magari le fragole. L’orto casalingo è una spesa all’inizio, però è un bel modo di mettere le mani nelle cose e riprendere contatto con i cicli naturali; e se funziona, si può ragionevolmente pensare di rientrare nei costi e prodursi frutta e verdura di stagione senza l’utilizzo di pesticidi e diserbanti che inquinano l’ambiente e sono dannosi per la salute.
I detersivi
Quando parliamo di sostanze chimiche nocive, il discorso non si limita solo a quelle che possiamo ingerire per bocca, ma anche a quelle che possiamo inalare o assorbire attraverso la pelle: grazie all’enorme quantità di detersivi industriali che facciamo entrare nelle nostre case, ogni giorno siamo esposti a centinaia di sostanze chimiche fortemente tossiche e inquinanti. Ma nonostante la pubblicità voglia farci credere che queste sostanze sono indispensabili, in realtà bastano pochi ingredienti semplici e naturali come acqua, bicarbonato, aceto, acido citrico, alcol e oli essenziali per comporre semplici ed efficaci detersivi fai-da-te. Da oltre un anno, mi sono liberata con successo dei vari Glassex e Lysoform: in alcuni casi (come la lavastoviglie e il bucato) utilizzo detersivi ecologici, ma per esempio ho scoperto la grande versatilità dell’acido citrico, ottimo come ammorbidente e per eliminare il calcare. Una miscela di 3 cucchiai di acido citrico e 3 cucchiai di bicarbonato sciolti in un litro d’acqua è un ottimo anti-calcare, mentre per ottenere uno spruzzino universale per vetri e superfici, basta sciogliere 100 ml di alcol in 400 ml d’acqua e aggiungere 4-5 gocce di olio essenziale di melaleuca (noto anche come tea tree oil, con funzioni antibatteriche). Per le superfici in acciaio (come il lavandino) o per la doccia e il frigorifero, la vecchia e collaudata miscela di acqua e aceto continua a essere una soluzione ottimale.
Igiene personale e cosmetici
Lo stesso discorso vale per il settore estremamente lucroso dei cosmetici e dei prodotti per l’igiene personale: anche qui, una gran quantità di additivi chimici, come ftalati e parabeni, minacciano l’ambiente e la nostra salute. I parabeni sono dei conservanti sintetici particolarmente utilizzati nei prodotti che contengono acqua (come creme per il viso, shampoo e deodoranti) e di recente alcuni studi ne hanno dimostrato il potere cancerogeno. Gli ftalati sono invece utilizzati per ammorbidire la plastica (per esempio nel caso del PVC che compone molte pellicole per alimenti) nonché come solventi o “fragranze” in cosmetici, prodotti per l’igiene personale e pannolini, e fanno parte della categoria dei cosiddetti “disturbatori endocrini” (sostanze di sintesi che vengono assorbite dall’organismo attraverso l’epidermide, provocando danni a lungo termine). Come tali, gli ftalati sono stati messi in relazione con alcuni tipi di cancro, diabete, autismo, obesità, disturbi cardiaci, problemi di fertilità, deficit di attenzione e iperattività nei bambini, pubertà anticipata, disturbi nello sviluppo dei genitali e riduzione del numero di spermatozoi.
Per difenderci dagli attacchi di queste sostanze, come nel caso dei detersivi, possiamo ricorrere a ingredienti di origine naturale che spesso sono di uso comune e quotidiano, come olio, limone, sale e miele (che del resto, sono componenti base anche di tanti prodotti industriali): non c’è bisogno di andare a sintetizzare pericolose e complesse sostanze chimiche, l’unica cosa a cui bisogna fare attenzione è se siamo allergici a qualcuno di questi ingredienti (gli oli essenziali, per esempio, possono essere allergizzanti), per cui bisogna scegliere con cura quelli compatibili con la nostra pelle.
La cosmetica fai-da-te è un mondo pieno di possibilità da scoprire: si va dal semplice sapone alle creme per il viso, agli scrub e alle creme per il corpo. Quando per esempio la nostra pelle è aggredita dal freddo invernale, possiamo prepararci una crema idratante per il viso a base di latte e olio d’oliva o di mandorle dolci; per la pelle secca e squamosa del corpo, possiamo invece prepararci uno scrub al sale con 300 g di sale grosso, 50 g di avocado (oppure olio di sesamo o di jojoba), 25 g di cacao in polvere non zuccherato, tre gocce di olio essenziale di vaniglia e miele per addolcire.
Questi sono solo alcuni esempi di quello che possiamo autoprodurci in casa: ci sono molte altre strade in cui io non mi sono ancora avventurata, come l’autoproduzione di vestiti, maglioni, sciarpe, giocattoli e tanto altro. Le vie dell’autoproduzione sono praticamente infinite: basta avere fantasia e voglia di esplorarle.
Caterina D’Amico