Si chiude ufficialmente oggi, martedì 31 gennaio, la stagione della caccia nel nostro Paese. La conclusione della stagione venatoria porta però purtroppo con sé alcune ombre, dovute in particolare alle irregolarità presenti nei calendari che stabiliscono il periodo in cui la caccia può avere luogo in alcune regioni della nostra penisola, le quali riuscirebbero ad avvalersi di prolungamenti eccezionali dei permessi venatori, a dispetto delle ufficiali date nazionali.
Caccia. Si chiude ufficialmente oggi, martedì 31 gennaio, la stagione venatoria nel nostro Paese tra luci e ombre. Ombre dovute, in particolare, alle irregolarità presenti nei calendari che stabiliscono il periodo in cui la caccia può avere luogo in alcune regioni della nostra penisola, le quali riuscirebbero ad avvalersi di prolungamenti eccezionali dei permessi venatori, a dispetto delle ufficiali date nazionali.
A denunciare la situazione sono alcuni degli enti costantemente impegnati nella difesa dei diritti degli animali, tra cui troviamo Enpa, WWF e l’organizzazione Earth. La conclusione della stagione venatoria non mette però al sicuro soltanto le specie maggiormente cacciate, ma anche i residenti ed i visitatori delle zone rurali e boschive interessate da tale pratica, nonché tutti quegli agricoltori che vedono le loro proprietà private violate dai cacciatori, sulla base dell’Articolo 842 del Codice Civile, che concede a questi ultimi libero accesso ai poderi agricoli, senza bisogno di essere autorizzati dal proprietario.
Nel corso del periodo dell’anno in cui l’attività venatoria non è tutelata dalla legge, continuano purtroppo a verificarsi episodi di bracconaggio, spesso a puro scopo di divertimento e con il rischio di ferire accidentalmente persone ignare presenti nella zona illegalmente prescelta dai cacciatori di frodo per esercitare il proprio cruento hobby.
A destare le maggiori preoccupazioni sono le pretese di prolungare la stagione venatoria espresse da regioni quali il Lazio, il Friuli Venezia Giulia e la Sardegna. L’Associazione Earth denuncia come, nel Lazio, la stagione della caccia potrebbe essere prolungata fino al 9 febbraio 2012 relativamente a specie quali gazza, ghiandaia, cornacchia grigia e colombaccio, per decisione del Presidente della Regione Renata Polverini.
Tale proposta sarebbe stata espressa senza alcuna valida giustificazione o motivazione ed in completa violazione della normativa europea riguardante la conservazione dei volatili selvatici, cacciati per farne dei trofei e non di certo per la necessità di procurarsi del cibo.
Enpa ha posto in evidenza tramite un comunicato ufficiale la situazione presente in merito alla caccia nella regione Sardegna, dove, al di là di ogni regolamento, è stato avvallato un calendario venatorio palesemente illegittimo, ignorando le sentenze emesse in proposito da parte del Consiglio di Stato e dal Tar, che ne avevano accertato le violazioni. L’Enpa ed altre associazioni animaliste ed ambientaliste hanno reagito a ciò presentando una denuncia penale nei confronti di chi si è occupato di avvallare l’irregolare calendario, minacciando di agire nella stessa maniera in situazioni analoghe.
Non è infine più rosea la situazione in Friuli Venezia Giulia, il cui calendario venatorio, come denuncia il WWF, è fissato in difformità alle norme comunitarie ed in assenza dell’obbligatorio ”Piano faunistico venatorio regionale”, con l’evidente intento di favorire le “lobby delle doppiette”, confermato dal fatto che sia previsto da parte della regione un servizio di caccia costituito da persone appositamente retribuite per accompagnare i cacciatori nel corso delle loro attività.
Sebbene dunque la stagione venatoria sia da oggi ufficialmente chiusa, non sarà così per tutte quelle regioni che, violando le norme vigenti, riusciranno ad estendere la durata del calendario di caccia. Le associazioni ambientaliste ed animaliste dunque non possono purtroppo considerarsi sollevate e dovranno dunque proseguire nella denuncia di ogni situazione irregolare, nella speranza di ottenere un maggior rispetto nei confronti delle leggi statali e regionali, oltre che degli stessi animali. Come giustamente evidenziato dalla LAV, l’impressione è che, tra proroghe e sotterfugi, la stagione della caccia in Italia non si chiuda mai.