Latte crudo atto secondo: bisogna sempre bollirlo prima di berlo per eliminare l’eventuale presenza di agenti patogeni che possono essere presenti nel prodotto, nonostante il rispetto di tutte le norme igieniche, e per evitare che gli eventuali pericoli microbiologici si trasformino in rischi reali per la sua salute. È questa l’indicazione fornita, in una nota, dal Ministero della Salute, in riferimento alle recenti preoccupazioni sui rischi connessi al suo consumo, dilagate dopo che le analisi dell'Istituto zooprofilattico di Torino avevano individuato 18 casi di presenza di batteri patogeni in Piemonte.
latte crudo atto secondo: bisogna sempre bollirlo prima di berlo per eliminare l’eventuale presenza di agenti patogeni che possono essere presenti nel prodotto, nonostante il rispetto di tutte le norme igieniche, e per evitare che gli eventuali pericoli microbiologici si trasformino in rischi reali per la sua salute. È questa l’indicazione fornita, in una nota, dal Ministero della Salute, in riferimento alle recenti preoccupazioni sui rischi connessi al suo consumo, dilagate dopo che le analisi dell’Istituto zooprofilattico di Torino avevano individuato 18 casi di presenza di batteri patogeni in Piemonte.
Il latte crudo, spiega il Ministero, “si acquista attraverso distributori automatici, appositamente registrati e controllati dalle Asl, che devono riportare correttamente l’indicazione che il latte crudo è da consumarsi previa bollitura, così come stabilito da un’ordinanza ministeriale del 10 dicembre 2008 il cui termine di validità è stato recentemente prorogato al 31 dicembre 2012”. Questo anche se il latte è sottoposto, lungo tutta la filiera, a rigidi controlli sanitari che portano ad avere un prodotto sicuro nel rispetto delle modalità di conservazione e di consumo.
“La precauzione di consumare il latte crudo solo dopo bollitura necessita in un contesto urbano di maggiore attenzione da parte del consumatore”, continua il Ministero, che ricorda che il consumo del prodotto non sottoposto a trattamento termico può provocare seri rischi per la salute, dalla brucellosi alla tubercolosi, fino alle sindromi emolitico-uremiche nei bambini. Ma per Slow Food si tratta di un rischio “molto limitato”, che riguarda prevalentemente i gruppi più vulnerabili della popolazione, come le donne in gravidanza, i bambini piccoli, gli anziani e gli immunodepressi: “tutti gruppi che dovrebbero evitare anche la carne cruda e prestare particolare attenzione a consumare solo frutta e verdura lavati con cura”, spiega l’Associazione.
Eppure, di tutti questi alimenti, è solo il latte crudo ad essere oggetto prediletto di notizie che hanno il tutto il sapore di un atto denigratorio. Viene allora spontaneo chiedersi il perché. Forse perché è improbabili che un bambino mangi del sushi a colazione? O perché dietro tutto questo c’è l’ombra della longa manus delle multinazionali del latte, come sostiene Beppe Grillo?
Beh, complotto o complottismo, il fatto è che mangiare, in generale, è un atto politico. Ma anche un atto naturalmente pericoloso, perché il rischio zero non esiste e nemmeno il latte pastorizzato è poi tanto sicuro. Scegliendo il latte crudo, infatti, si sostengono i contadini nostrani, si tutela l’ambiente con una bella bottiglia di vetro lavabile e il chilometro zero. E si risparmia pure qualcosa nel portafoglio. A voi la scelta.
Roberta Ragni
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