Rifiuti tossici sotto l’autostrada di Valdastico Sud

Il cantiere della nuova autostrada di Valdastico Sud sarebbe stato trasformato in una vera e propria discarica di rifiuti tossici provenienti dalle fonderie. I rifiuti accumulati nel cantiere autostradale sarebbero ricchi di metalli pesanti dannosi per la nostra salute e per quella degli animali, in quanto ritenuti in grado di contaminare i terreni e le falde acquifere circostanti.

Il cantiere della nuova autostrada di Valdastico Sud sarebbe stato trasformato in una vera e propria discarica di rifiuti tossici provenienti dalle fonderie. I rifiuti accumulati nel cantiere autostradale sarebbero ricchi di metalli pesanti dannosi per la nostra salute e per quella degli animali, in quanto ritenuti in grado di contaminare i terreni e le falde acquifere circostanti.

La costruzione del nuovo tratto autostradale permetterà di collegare le province di Vicenza e di Rovigo. Per i lavori necessari alla realizzazione è stata investita una cifra superiore al miliardo di euro. La conclusione dei lavori della prima porzione dell’autostrada è prevista per il prossimo maggio, ma nel frattempo appare prioritario riuscire ad individuare i colpevoli dell’abbandono degli scarti industriali lungo i cantieri di costruzione. La Procura Antimafia ha ricevuto l’incarico di indagare sulla vicenda, per la quale si sospetta un ruolo attivo da parte della criminalità organizzata.

Tra i metalli pesanti rilasciati nelle acque dei canali di irrigazione dei terreni agricoli circostanti alle aree cantieristiche, ci sarebbe il cromo, che potrebbe inquinare le coltivazioni presenti nei pressi delle aree interessate, contaminando inevitabilmente prodotti cerealicoli destinati all’alimentazione umana ed animale. I materiali considerati pericolosi verrebbero scaricati durante la notte da numerosi camion appositamente diretti verso i cantieri autostradali veneti per riversare il loro scomodo contenuto. Il fenomeno veneto potrebbe interessare anche ulteriori cantieri autostradali presenti nel nostro Paese, andando a contribuire alla costituzione di una rete dedicata al traffico illecito dei rifiuti, in merito al quale Legambiente ha recentemente messo in evidenza l’urgente necessità di nuove sanzioni.

La presenza di rifiuti tossici nelle aree cantieristiche della nuova autostrada è stata portata alla luce da un avvenimento puramente casuale, che ha purtroppo avuto al centro la morte di un animale. Uno degli abitanti della zona si trovava a passeggio nelle vicinanze dei canali situati nei pressi del luogo che vedrà sorgere il futuro tratto autostradale, in compagnia del proprio cane, che è morto poco dopo essersi abbeverato con dell’acqua contaminata, a seguito di un’immediata perforazione intestinale. La morte improvvisa dell’animale non lascia alcun dubbio sui rischi che possono derivare dalla presenza di sostanze nocive in zone abitate o altamente frequentate.

La documentazione fotografica della reale situazione dell’area è stata resa disponibile attraverso agli scatti realizzati da un appassionato di archeologia, Marco Noserini. Le immagini realizzate da Noserini evidenziano la presenza di scarti industriali sparsi nei campi del vicentino e di pozze di colore giallo, tinta derivata dalla massiccia presenza di cromo nelle acque interessate. Le immagini non lascerebbero inoltre alcun dubbio sulla provenienza dei camion impiegati per il trasporto dei rifiuti, che apparterrebbero da acciaierie delle province di Treviso e Vicenza.

In base alle denunce presentate alla Procura, i materiali tossici scaricati dai camion verrebbero in seguito occultati nel terreno con l’utilizzo di ruspe e di altri mezzi appartenenti al Gruppo Locatelli, già al centro di indagini per episodi analoghi che interessano le aree della Bre.Be.Mi., in particolare il raccordo di collegamento tra Sola (Bergamo) e Cassano D’Adda (Milano). La vicenda dei rifiuti nei cantieri autostradali non interesserebbe dunque soltanto la regione Veneto, ma anche la Lombardia, e si teme che il problema possa essere ancora più esteso, dato che i camion carichi di rifiuti, una volta partiti, prevalentemente da regioni del Sud, potrebbero dirigersi verso qualunque altra area cantieristica consenziente presente sul territorio italiano.

Marta Albè

Fonte e foto: l’Espresso

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