Re-Cycle: il riciclo in mostra al MAXXI di Roma

Sarà il riciclo declinato in tutte le sue forme il protagonista della nuova mostra inauguarata ieri al MAXXI Architettura, il museo nazionale delle arti contemporanee di Roma, e in programma fino al 12 aprile del prossimo anno. Disegni, modelli, video, fotografie e prodotti multimediali disegneranno il percorso espositivo di Re–Cycle, strategie per l’architettura, la città e il pianeta, il progetto pensato per far conoscere i migliori esempi di riciclaggio di architetture, città e paesaggi e le più belle opere in parole, musica e immagini che indagano il riciclo come espressione creativa.

Sarà il riciclo declinato in tutte le sue forme il protagonista della nuova mostra inauguarata ieri al MAXXI Architettura, il museo nazionale delle arti contemporanee di Roma, e in programma fino al 12 aprile del prossimo anno. Disegni, modelli, video, fotografie e prodotti multimediali disegneranno il percorso espositivo di “Re–Cycle, strategie per l’architettura, la città e il pianeta”, il progetto pensato per far conoscere i migliori esempi di riciclaggio di architetture, città e paesaggi e le più belle opere in parole, musica e immagini che indagano il riciclo come espressione creativa.

RE-CYCLE – afferma Margherita Guccione, direttrice del museo – è innanzitutto una ricerca condotta dal MAXXI Architettura sui più rilevanti temi della contemporaneità, legati allo spazio costruito e al paesaggio. Dopo le grandi mostre monografiche e sulla collezione e i progetti site-specific, con RE-CYCLE, una mostra interamente dedicata agli aspetti internazionalmente più avanzati della cultura architettonica e visiva, il museo completa un primo giro di sguardo complessivo sul paesaggio architettonico contemporaneo”.

E infatti, visitando la piazza esterna, il piano terra e le gallerie del primo piano, si verrà avvolti in una moltitudine di messaggi e mezzi artistici, con disegni, modelli, progetti di architettura, urbanistica e paesaggio che dialogano in modo continuo con espressioni molto diverse, come le opere di videomaker e designer.

Due le installazioni site specific. La prima è il progetto “Maloca” dei designer brasiliani Fernando e Humberto Campana (che giovedì 1 Dicembre incontreranno il pubblico in occasione di MAXXINWEB, ore 21, ingresso libero), una grande installazione di legno e rafia sintetica che integra alla perfezione le antiche memorie degli indios amazzonici e le forme moderne di Zaha Hadid, autrice della struttura del MAXXI.

maloca

La seconda è invece il padiglione “officina roma” del collettivo tedesco raumlaborberlin, realizzato con materiali edilizi di recupero e arredi di scarto, durante un workshop con gli studenti nei giorni scorsi.

raumlabor_

Nella sala Carlo Scarpa, al piano terra, sarà invece possibile visitare la mostra fotografica “Permanent Error” del sudafricano Pieter Hugo vincitore del World Press Photo 2006): 27 scatti che raccontano un’immensa discarica in Ghana costituita da dispositivi elettronici fuori uso provenienti dal mondo occidentale.

mostra_hugo2

L’esposizione vera e propria sarà invece composta da lavori e progetti, recenti o meno, di architetti e artisti: dal plastico originale del progetto dalla High Line newyorchese di James Corner ai dischi di Jimi Hendrix incisi sulla lastra di un cranio fratturato nella Russia della Guerra Fredda, dal progetto di Lacaton & Vassal per la trasformazione del Palais de Tokyo a Parigi ai filmati di Blob che riusano spezzoni di materiale televisivo.

Re-cycle_1

E ancora, il disegno di Peter Eisenman per Cannaregio a Venezia e quelli di Superstudio sulla sopraelevazione del Colosseo, l’Alvéole 14 a Sainte Nazaire del gruppo LIN, e i progetti di rinaturalizzazione selezionati insieme a Harvard University per le shrinking cities in America e in Europa. Infine, il riciclo per eccellenza: la parete in bottiglie riciclate in PET con cui Miniwiz ha interamente rivestito il padiglione EcoARK a Taipei.

RECYCLE_Miniwiz_Ecoark

Con RE-CYCLE – dice Pippo Ciorra, curatore della mostra – il museo persegue tre obiettivi importanti per il suo futuro e per la sua identità. Il primo è una irruzione in piena velocità sulle questioni di massima attualità dell’architettura, in particolare la relazione complessa tra la ricerca espressiva d’avanguardia, prossima all’arte, e l’attenzione all’ambiente, così minuta da avvicinarci all’ecologia. Il secondo ha a che fare con quello che architetti debbano intendere come “sostenibilità” in un paese e in un continente già troppo costruito. Il terzo è in realtà una presa di posizione sulle tecniche e sulle modalità di recupero dei nostri paesaggi e le nostre città, alla luce della scarsa efficienza di piani, programmi e altri approcci tradizionali.

Eleonora Cresci

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