Ozono: il buco al polo sud è largo 26 milioni di km2. Parola della Nasa

Il buco dell'ozono in Antartide è ancora più vasto, raggiungendo i 26 mln di chilometri quadrati. E la colpa è anche delle sostanze chimiche presenti nella stratosfera

Si è allargato a dismisura. Dopo aver raggiunto il suo picco annuale lo scorso 12 settembre, superando i 26 milioni di chilometri quadrati, il buco dell’ozono in Antartide ha scalato la classifica inserendosi alla nona posizione tra quelli mai registrati. Situato dl di sopra del Polo Sud, il buco dell’ozono ha toccato il suo punto più profondo il 9 ottobre. A riferirlo sono stati gli esperti del Nasa Goddard Space Flight Center.

L’assottigliamento dello strato di ozono durante la primavera antartica, ossia nei medi di agosto e settembre è ormai una costante, un fenomeno naturale aggravato però dalla presenza di alcune sostanze nocive tra cui i clorofluorocarburi. In questi due mesi, infatti, il sole comincia nuovamente ad illuminare il Polo Sud, dopo diversi mesi di buio. La luce solare scatena allora reazioni che coinvolgono le nuvole di ghiaccio e i prodotti chimici artificiali che piano piano cominciano ad erodere l’ozono.

La Nasa e la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) hanno monitorato la situazione in questi ultimi mesi grazie ad appositi strumenti da terra, ma anche attraverso i dati forniti dai vari satelliti che hanno misurato i livelli globali di ozono nella stratosfera e le sostanze chimiche artificiali che contribuiscono alla sua distruzione.

Le temperature medie più fredde nella stratosfera di quest’anno hanno causato un buco più grande di ozono rispetto alla media” ha detto Paul Newman, a capo del settore atmosfera del Nasa Goddard Space Flight Center di Greenbelt, nel Maryland. “Anche se era relativamente grande, il buco dell’ozono di quest’anno rientra comunque all’interno delle dimensioni che ci aspettavamo tenuto conto dei livelli di ozono e delle sostanze chimiche che continuano a persistere nell’atmosfera“.

In realtà qualcosa si sta già facendo per limitare tali sostanze: “Le sostanze chimiche artificiali responsabili della distruzione dell’ozono sono in lento declino grazie ad un’azione internazionale, ma ci sono ancora grandi quantità di queste sostanze chimiche in giro a far danni” ha spiegato James Butler, direttore della divisione Global Monitoring NOAA a Boulder, in Colorado.

Nonostante gli sforzi in atto, la maggior parte di queste sostanze rimarranno nell’atmosfera per decenni. I modelli realizzati al computer hanno previsto che l’ozono stratosferico potrebbe essere recuperato entro la metà del secolo, ma il buco dell’ozono in Antartide probabilmente durerà almeno 20 anni di più.

Francesca Mancuso

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