Cambiamenti climatici: Prestigiacomo apre a Kyoto 2, ma le condizioni non convincono

Kyoto sì, Kyoto no! Si torna a discutere del futuro del protocollo di Kyoto sulla lotta ai cambiamenti climatici in previsione della Conferenza di Durban prevista per novembre nella quale si dovrà, per forza di cose, discutere del rinnovao del trattato che scadrà nel 2012. Per questo motivo Il Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, nella giornata di ieri ha incontrato il commissario europeo per il clima, Connie Hedegaard, per parlare delle possibili azioni che l’Europa potrà intraprendere sul clima, in vista della Cop17, argomento questo che sarà discusso lunedì a Lussemburgo.

Kyoto sì, Kyoto no! Si torna a discutere del futuro del protocollo di Kyoto sulla lotta ai cambiamenti climatici in previsione della Conferenza di Durban prevista per novembre nella quale si dovrà, per forza di cose, discutere del rinnovao del trattato che scadrà nel 2012.

Per questo motivo Il Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, nella giornata di ieri ha incontrato il commissario europeo per il clima, Connie Hedegaard, per parlare delle possibili azioni che l’Europa potrà intraprendere sul clima, in vista della Cop17, argomento questo che sarà discusso lunedì a Lussemburgo.

Il nodo da affrontare è uno in particolare: saranno ammesse posizioni unilaterali e verrà prolungato il protocollo di Kyoto (cosiddetto Kyoto 2) oppure – come sostiene l’Italia – è bene che ci siano soltanto azioni condivise e globali, efficaci solo se vedranno anche l’adesione di Paesi (molto inquinanti) come Cina, Usa, Giappone, Russia e India?

Secondo quanto riportato dalla Prestigiacomo infatti: “L’Italia, è disponibile a considerare un eventuale prolungamento del protocollo solo a determinate condizioni: che abbia una scadenza al 2017; che ci sia un impegno delle altre economie alla riduzione delle emissioni; che ci sia un sistema comune di controllo e verifica degli impegni”.

Durante l’incontro Prestigiacomo e Hedegaard hanno parlato anche delle conseguenze della prossima applicazione all’aviazione civile della direttiva “emission trading” e il ministro italiano ha ribadito che anche questo settore deve contribuire a ridurre le emissioni, a condizione però che non si penalizzino economicamente le compagnie aeree.

Tale settore – ha aggiunto il ministro italiano – deve contribuire all’impegno per la riduzione delle emissioni e tale normativa è penalizzante per i vettori che hanno prevalentemente rotte a medio e breve raggio, come l’Alitalia. Rispetto a chi assicura prevalentemente tratte a lungo raggio, le compagnie con rotte più brevi sarebbero penalizzante economicamente e questo si tradurrebbe in un danno ed in un gap di competitività per la nostra compagnia nazionale che peraltro sta uscendo da una complessa fase di ristrutturazione. Inoltre tale aumento dei costi si tradurrebbe in un inevitabile incremento dei prezzi per i passeggeri”.

Ma le dichiarazioni della Prestigiacomo – specie in merito alle azioni e agli impegni che l’Italia prenderà nell’ambito del nuovo Protocollo di Kyoto – non convincono affatto le associazioni, soprattutto Legambiente: “L’apertura verso un accordo Kyoto 2 espressa oggi dal Ministro Prestigiacomo è positiva – ha detto Vittorio Cogliati Dezza – ma non rassicura sul fatto che il nostro Paese s’impegnerà per un obiettivo europeo di riduzione dell’emissioni del 30%. Anzi, le condizioni poste dal ministro Prestigiacomo sembrano proprio ricalcare la posizione ostruzionistica tenuta dal nostro Paese nei confronti della strategia del 20-20-20 voluta dall’Europa e questo sarebbe un grave errore. L’evoluzione delle tecnologie nel settore delle fonti rinnovabili – ha aggiunto Cogliati Dezza – come dimostrano anche le ottime performance del fotovoltaico in Italia, e di quelle in favore del risparmio energetico ha raggiunto livelli tali da poter permettere all’Europa di ambire al target di riduzione del 30%. Tra cinque anni, infatti, gli obiettivi che oggi sembrano troppo ambiziosi, potrebbero addirittura risultare arretrati. La decisione vera che il Governo deve prendere – ha concluso il presidente di Legambiente – è se vuole rimanere al passo con il resto d’Europa avviando finalmente una seria politica nei settori cruciali come la mobilità, le aree urbane e l’edilizia”.

Verdiana Amorosi


 

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