Usare gli edifici per produrre energia elettrica con il fotovoltaico è sicuramente un'ottima soluzione: innanzitutto è un'alternativa al consumo di territorio ed alle distese di pannelli fotovoltaici, di grande impatto paesaggistico, tipiche dei grandi impianti fotovoltaici di tipo industriale. Sfruttare gli edifici per il fotovoltaico, poi, consentirebbe di soddisfare il 45% del nostri fabbisogno di energia elettrica, almeno stando a quanto sostenuto oggi dai rappresentanti di Confedilizia, in audizione presso la commissione Ambiente alla Camera.
Usare gli edifici per produrre energia elettrica con il fotovoltaico è sicuramente un’ottima soluzione: innanzitutto è un’alternativa al consumo di territorio ed alle distese di pannelli fotovoltaici, di grande impatto paesaggistico, tipiche dei grandi impianti fotovoltaici di tipo industriale. Sfruttare gli edifici per il fotovoltaico, poi, consentirebbe di soddisfare il 45% del nostri fabbisogno di energia elettrica, almeno stando a quanto sostenuto oggi dai rappresentanti di Confedilizia, in audizione presso la commissione Ambiente alla Camera.
“Tutti i tetti e anche le facciate degli edifici devono essere ricoperte di fotovoltaico – afferma l’associazione, citando uno studio dell’Agenzia internazionale per l’energia -. La stima potenziale per l’Italia parla di un’area disponibile per inserire i pannelli fotovoltaici pari a 763,56 kmq di tetti, senza contare i 286,32 kmq di facciate”. Facendo ciò si avrebbe una produzione di fotovoltaico pari al 45% – ossia 126 terwattora – dei consumi elettrici nazionali”.
I palazzi delle noste città, dunque, potrebbero diventare delle vere e proprie centrali di produzione di energia elettrica. Ma come la mettiamo con i centri storici e con gli edifici di pregio ? Le facciate, poi, sono parti comuni a tutti i proprietari dello stabile e la vita in condominio, si sa, non è facile, a meno che non si creda che le energie rinnovabili non riescano nelmiracolo di unire tutti e far prendere decisioni adeguate con le dovute maggioranze ed in tempi brevi.
Confedilizia, dal canto suo, ha avanzato delle proposte: innanzitutto sono necessari sia la creazione di una filiera italiana per la produzione dei pannelli e degli accessori, sia un sistema di incentivazione per l’integrazione negli edifici, anche su parti comuni come condomini, con la possibilità di consentire la realizzazione ai singoli.
Secondo Legacoop, poi, anch’essa presente all’audizione presso la Camera dei Deputati, si dovrebbero formare cooperative tra più cittadini che potrebbero compartecipre alla costruzione degli impianti , rendendosi autonomi dal punto di vista energetico. Gianni Rinaldi, responsabile dell’ufficio nuove tecnologie ed energia, ha infatti ricordato che Legacoop ha avviato, nel 2008, il programma “Cooperambiente: cooperare per l’ambiente“, finalizzato a favorire e diffondere tra le cooperative e i loro soci tutte le best practice per risparmiare energia, ottimizzando i consumi e utilizzando energie rinnovabili. All’interno di questo programma, si trova il progetto sperimentale “Coopsole” per la produzione di energia rinnovabile, in particolare da fotovoltaico, a proprietà diffusa, tra consumatori ed abitanti, specie nei piccoli comuni.
Tuttavia un valido aiuto per favorire il sempre maggiore utilizzo del fotovoltaico negli edifici potrà arrivare dal cambio di mentalità nella progettazione, ad esempio favorendo il ricorso di nuovi materiali per la integrazione architettonica, ma soprattutto dalla ricerca tecnologica, ad esempio nella costruzione di pannelli fotovoltaici a minor impatto paesaggistico, è il caso di ricordare le tegole fotovoltaiche, i pannelli fotovoltaici adesivi, o quelli spary, o le celle applicabili direttamente sulle finestre e su tutte le superfici di costruzione: l’unico vero rimedio per sfruttare anche le facciate senza incorrere in prescrizioni e rispettare i regolamenti edilizi comunali che mirano alla salvaguardia dei centri storici.
Non a caso poi uno degli aspetti principali del tanto criticato Quarto Conto Energia è proprio quello di incentivare maggiormente il fotovoltaico sui tetti.
Andrea Marchetti