Lo sapevate che il 33% dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati all’estero viene fatto con materie prime importate e rivendute col marchio Made in Italy? Ebbene sì, il tarocco alimentare colpisce sempre di più le nostre eccellenze alimentari; per questo la Coldiretti che oggi ha aperto il primo salone degli inganni a tavola, in cui denuncia ed espone le mozzarelle prodotte senza latte, il pomodoro cinese avariato, il miele prodotto con l’aggiunta illegale di zucchero, il prosciutto ottenuto da maiali olandesi e perfino il vino Chianti californiano! Il tutto venduto naturalmente come made in Italy.
Lo sapevate che il 33% dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati all’estero viene fatto con materie prime importate e rivendute col marchio Made in Italy? Ebbene sì, il tarocco alimentare colpisce sempre di più le nostre eccellenze alimentari; per questo la Coldiretti che oggi ha aperto il primo salone degli inganni a tavola, in cui denuncia ed espone le mozzarelle prodotte senza latte, il pomodoro cinese avariato, il miele prodotto con l’aggiunta illegale di zucchero, il prosciutto ottenuto da maiali olandesi e perfino il vino Chianti californiano! Il tutto venduto naturalmente come made in Italy.
A inaugurare l’idea a Palazzo Rospigliosi a Roma è stato Sergio Marini, Presidente della Coldiretti, che ha lanciato il “Salone degli inganni” in occasione della presentazione di Agromafie, il primo Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia, realizzata da Coldiretti e Eurispes.
All’interno del Salone vengono messi in bella vista i reperti sequestrati dai Carabinieri dei Nas, il Corpo Forestale dello Stato e l’Ispettorato Repressioni e Frodi, come il vino con marchi inesistenti o il miele con l’aggiunta illegale di zucchero e tutti gli inganni scoperti dalla Coldiretti, sia nel nostro Paese che all’estero.
Secondo i dati della Coldiretti, ogni anno in Italia vengono importati 63 milioni di cosce di maiali dall’estero, mentre internamente ne vengono prodotte 26 milioni. Ciò vuol dire che tre prosciutti su quattro vengono da maiali allevati all’estero, ma venduti come italiani.
Ma non finisce qui! Secondo l’associazione dei produttori, una mozzarella su quattro non deriva direttamente dal latte ma da cagliate, un semilavorato industriale spesso importato dall’estero, oppure da polvere di caseina e formaggi fusi scaduti riciclati come commestibili.
“La situazione non migliora nel comparto vegetale – ha detto la Coldiretti in una nota – dopo che nel 2010 sono stati importati ben 115 milioni di chili di concentrato di pomodoro, il 15 per cento della produzione nazionale, destinati ad essere esportati come Made in Italy. E proprio concentrato di pomodoro cinese è stato sequestrato dai carabinieri dei Nas che hanno messo a segno operazioni che riguardano anche olio di semi con l’aggiunta di clorofilla spacciato per olio extravergine d’oliva, miele contraffatto con l’aggiunta di zucchero pronto per essere venduto come miele italiano con gravi rischi per la salute nel caso di consumo da parte di inconsapevoli acquirenti diabetici. E non mancano neppure falsi prosciutti di Parma Dop. Latte, biscotti e succhi cinesi contenenti melammina e, dunque, pericolosi per la salute dopo lo scandalo che in Cina ha portato alla morte di numerosi bambini, sono stati scoperti dagli uomini del Corpo Forestale di Stato, i quali hanno sequestrato anche prodotti di qualità contraffatti come la Mozzarella di Bufala Dop, l’aceto balsamico di Modena Igp o il pregiato vino Amarone Doc. L’Ispettorato centrale per la repressione delle frodi ha invece portato alla luce false bottiglie di vino Chianti e barattoli di pomodoro San Marzano fasulli, e persino bottiglie di vino con il nome di ditte inesistenti”.
Ma il danno peggiore è dato dalla presenza di prodotti che “suonano” italiani, per via del nome o per i colori usati sulla confezione, ma che italiani non sono. Qualche esempio? Pesto spicy thai dalla Thailandia, l’olio Pompei prodotto in Usa, vino Chianti fatto in California, formaggio Queso Mozzarella statunitense fino al Parma Salami messicano! Il tutto per un giro d’affari 60 miliardi di euro all’anno (164mln al giorno), due volte e mezzo il valore dell’export agroalimentare!
Insomma, a volte non basta, ma – come sempre – occhio all’etichetta!
Verdiana Amorosi