Anche perché dopo aver messo sul banco degli imputati e successivamente scagionato i germogli di soia, ora sotto accusa altri tre germogli. Così dopo quelli di fagioli le autorità sanitarie tedesche puntano il disco su quelli di broccoli, aglio e fieno greco. Il sospetto stavolta sarebbe avallato da un fatto ben preciso: cinque dipendenti della Gaertnerhof, il vivaio di Bienenbuettel da cui è partita l'epidemia, sono stati colpiti dall'infezione dopo aver consumato i germogli di aglio, broccoli e fieno greco. Con questo riscontro siamo adesso in grado di ricostruire un elemento importante della catena di indizi, ha annunciato il ministro.
Sono salite a 35 le vittime dell’E.coli, il batterio killer che in Germania – ogni settimana – conta nuovi decessi. Tra i morti infatti, c’è solo una signora svedese (che però ha contratto la malattia durante un viaggio in Germania) mentre tutte le altre vittime sono di nazionalità tedesca.
A comunicare i numeri è stato Gunther Dettweiler, portavoce dell’Institut Robert Koch, l’istituto federale di vigilanza sanitaria, che ha precisato che delle 35 vittime tedesche 22 sono decedute per una sindrome emolitica e uremica (Shu), la complicazione renale più grave della malattie, mentre le altre 12 sono morte per altre cause connesse con l’infezione.
D’altro canto i Paesi in cui il pericoloso batterio killer si è diffuso sono ben 16 (oltre alla Germania, ricordiamo la Danimarca, Svezia, Austria, Canada, Francia, Repubblica Ceca, Grecia, Paesi Bassi, Lussemburgo, Norvegia, Polonia, Spagna, Svizzera, Regno unito, Usa) e i casi di contagio hanno ormai toccato le 3255 unità; tutte persone che rischiano una dissenteria mortale.
Il batterio quindi non ha diminuito la sua forza e continua a minacciare. Proprio in questi giorni infatti, il ministro della Salute tedesco, Daniel Bahr, ha tenuto a precisare che il pericolo non è affatto terminato: “Non escludiamo nuovi casi di E.coli. Tuttavia il numero di nuove infezioni è in continuo calo, e questo ci dà delle ragioni di ottimismo”.
Anche perché dopo aver messo sul banco degli imputati e successivamente scagionato i germogli di soia, ora sotto accusa altri tre germogli. Così dopo quelli di fagioli le autorità sanitarie tedesche puntano il disco su quelli di broccoli, aglio e fieno greco. Il sospetto stavolta sarebbe avallato da un fatto ben preciso: cinque dipendenti della Gaertnerhof, il vivaio di Bienenbuettel da cui è partita l’epidemia, sono stati colpiti dall’infezione dopo aver consumato i germogli di aglio, broccoli e fieno greco. “Con questo riscontro siamo adesso in grado di ricostruire un elemento importante della catena di indizi“, ha annunciato il ministro.
Contro il batterio killer, si cerca di porre rimedio in vari modi, ma nei casi più gravi si ricorre a trapianti e dialisi.
“Un centinaio di malati sono talmente colpiti a livello renale che occorrerà sottoporli a trapianto o prospettare una vita in dialisi” – ha detto ha detto Karl Lauterbach, esperto di questioni sanitarie del partito social-democratico Spd, che è anche ricercatore e specialista di epidemie.
Stavolta sarà davvero quella buona?
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