Quarto conto energia: in vigore i nuovi incentivi al fotovoltaico, ma pure le polemiche

Il Quarto Conto Energia è ormai in vigore ma non tutti sono contenti, anzi: Aper non ha ancora abbandonato l'dea di ricorrere alle vie legali mentre un 'altra associazione che riunisce gli imprenditori del fotovoltaico, Assosolare, continua a chiedere chiarimenti al GSE.

Il Quarto Conto Energia è ormai in vigore ma non tutti sono contenti, anzi: Aper non ha ancora abbandonato l’dea di ricorrere alle vie legali mentre un ‘altra associazione che riunisce gli imprenditori del fotovoltaico, Assosolare, continua a chiedere chiarimenti al GSE.

A complicare il tutto, in questi giorni, numerose aziende si sono viste rifiutare dal GSE la domanda di accesso alle tariffe incentivanti, inviate mesi or sono (a volte anche cinque, sei mesi fa). Si tratta delle pratiche inviate in virtù delle possibilità date dalla legge cosiddetta “salva Alcoa“: a darne notizia è stata l’associazione ANIE GIFi che, per mezzo del suo presidente Valerio Natalizia ha scritto una lettera all’ingegner Gerardo Montanino, presidente del GSE ,dopo aver ricevuto diverse segnalazioni da parte di aziende associate. Il GSE, infatti, non ha approvato molte pratiche di riconoscimento della tariffa incentivante dell conto energia in vigore fino al 2010, relative alla Legge 129/2010, detta appunto “Salva Alcoa”

Ci risulta – ha dichiarato Valeria Natalizia – che la maggioranza delle non approvazioni riguardino la mancanza e la non conformità di alcune attestazioni formali, ancorché importanti, ad integrazione di molteplici documenti che già comprovano l’effettiva e compiuta realizzazione dell’impianto”. “Riteniamo – ha continuato Natalizia – che tali attestazioni non dovrebbero pregiudicare l’esito del processo. Pertanto abbiamo chiesto al GSE di prevedere la possibilità di integrare entro un tempo massimo le attestazioni mancanti, al fine di garantire il buon esito di progetti avviati anche più di un anno fa”.

C’è, dunque, un po’ di delusione tra le aziende che si sono vite respingere le pratiche, come confermato dall’ufficio stampa di GIFI-ANIE. Infatti a distanza di mesi, senza aver avuto la risposta attesa, adesso le aziende hanno dieci giorni di tempo per presentare il loro ricorso.

Tuttavia “Ribadisco anche in questo contesto – ha concluso Valerio Natalizia– la fondamentale importanza del severo controllo, anche da parte del GSE, della completezza, veridicità e corrispondenza fra dichiarazioni pervenute ed effettivi impianti realizzati, nell’ottica di un contrasto alle pratiche illegali e alle dichiarazioni mendaci.

Nel frattempo, però, è inizito il periodo tranistorio che, pur con differenze in base al tipo ed alle dimensioni dell’impianto, durerà fino al 2013. Successivamente, fino al 2016, saranno in vigore tarffe incentivanti secondo il modello tedesco, cioè con tariffe decrescenti in base a scaglioni temporali predeterminati e collegate alla potenza installata nel periodo di riferimento. L’obiettivo fissato dal governo è di 23 mila MW circa di potenza installabile, corrispondente ad un costo per lo Stato compreso tra i 6 e i 7 miliardi di euro.

Allo scopo di evitare speculazioni il Gse dovrà occuparsi dei grandi impianti fotovoltaici (cioè, quelli di potenza superiore a 1MW su tetto o 200kw a terra) per i quali è istituito un apposito registro. Conformemente alle osservazioni della Conferenza Stato Regioni, è stato inserito un premio, con u surplus di tariffa incentivante, per chi sostituisce le coperture in amianto con impianti fotovoltaici (almeno nel 60% della superficie da usare)

Ma ciò che convince meno gli operatori, invece, è proprio il meccanismo degli incentivi legati alla potenza installata nel periodo di riferimento. Secondo molti operatori, infatti, è difficile programmare un investimento in queste condizioni, dato che gli incentivi potrebbero cambiare in corso d’opera, ed essere più bassi, con minori entrate e minroe remunerazione per gli investimenti sostenuti. Qualora venissero superati i limiti di potenza installata in un determinato periodo, infatti, gli incentivi potrebbero diminuire nel periodo successivo.

Per questo le associazioni chiedono ancora chiarimenti: come detto Assosolare ha inoltrato al Gse e al suo presidente Gerardo Montanino, proprio nel giorno dell’entrata in vigore del decreto, “Richieste di chiarimenti in merito al DM 5.5.2011, al D.Lgs. 28/2011 e alle Regole tecniche per l’iscrizione al registro per il grandi impianti fotovoltaici”.

Sono emersi – scrive il presidente Gianni Chianetta – anche a seguito di un’ampia consultazione dei nostri Associati, alcuni dubbi interpretativi, domande e criticità che come Assosolare abbiamo raccolto e sintetizzato nella tabella di cui allAllegato 1 :

Ad esempio in merito alla “filiera UE 60%” il decreto vorrebbe premiare chi si serve di prodotti italiani o Ue, ma secondo Assosolare:

In merito al Titolo II Art 14 comma 1, lettera d), si evidenziano dubbi interpretativi. Non risulta chiara la tipologia di certificati richiesti (in particolare, il certificato di ispezione di fabbrica).

Non sono chiari i contenuti e i criteri del certificato di ispezione di fabbrica al fine di consentire il rilascio del certificato da parte di organi certificatori riconosciuti, né quali siano tali organi certificatori. Inoltre, oltre a non essere riportata la definizione di “componente” tra le “definizioni” di cui all’Art. 3, non è chiaro dove si spinga la definizione di componente. Se si pensa ad esempio ad un pannello, il componente è il pannello stesso o il singolo elemento costitutivo (ad esempio la cella?). Da che fase di lavorazione e a che grado di “sub componente” ci si deve riferire? Quali sono i parametri e gli indicatori di “riconducibilità”? Ad esempio, se un’azienda extra UE apre una linea di assemblaggio in Italia o acquisisce un produttore di pannelli in UE, il pannello che esce dalla linea è ammesso al premio?

Si richiede di specificare, anche attraverso la pubblicazione di linee guida, le modalità, i parametri e la documentazione di supporto necessarie ai fini del premio di cui all’Art. 14.1.d. In particolare si chiede di chiarire:

  • i contenuti e i criteri del certificato ispettivo
  • quali siano gli eventuali organismi certificatori
  • il significato di “componente diverso dal lavoro”.
  • il significato di “60% riconducibile ad una produzione realizzata all’interno della Unione europea”.
  • quali attestati e/o certificazioni e/o documentazione di supporto debba essere fornita a carico (i) del produttore del componente e (ii) del soggetto responsabile che richiede al GSE il premio, a dimostrazione della suddetta riconducibilità”.

Alle perplessità di Assosolare si aggiungono quelle di Agostino Re Rebaudengo, presidente di Asja Ambiente e neopresidente di Aper, secondo il quale il decreto interrompe il momento di incertezza generale in cui era piombato il settore, ma non risolve la questione “della tutela dei diritti acquisiti e quello relativo agli indennizzi riservati agli impianti già autorizzati e in fase di costruzione in regime di vigenza del III Conto Energia”. Ecco perché si sta valutando di rivolgersi alla commissione Europea perché esamini gli elementi di mancato recepimento della direttiva 28/2009/CE contenuti del D.lgs 28/11 e del discendente DM 5 maggio 2011, oltre a quelli che implicano una lesione dei diritti acquisiti e del principio del legittimo affidamento.

Emerge, dunque, una situazione ancora incerta non solo per quanto riguarda il fotovoltaico ma, in generale, per la politca energetica complessiva dell’ Italia. Speriamo che alle richieste della associazioni possano seguire chiarimenti significativi.

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