Secondo il presidente dell'Aeeg Bortoni, gli investimenti a favore delle rinnovabili peseranno sui contribuenti. Ma quanto costa invece costruire una centrale nucleare?
Quanto costeranno gli incentivi a favore delle fonti rinnovabili? Quasi 100 miliardi di euro. A riferirlo è stato il presidente dell’Autorità per l’Energia e il Gas, Guido Bortoni che durante un’audizione in Commissione Ambiente della Camera, ha detto la sua riguardo agli elevati costi degli investimenti per gli incentivi all’energia pulita nel corso del prossimo decennio.
“I costi attesi per l’incentivazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili per il solo anno 2020 sono compresi tra 10 e 12 miliardi di euro; il costo complessivo è prossimo ai 100 miliardi di euro per gli undici anni compresi nel periodo 2010-2020“. Queste le parole di Bortoni, che ha anche “bacchettato” il Governo riguardo ai punti negativi degli incentivi al fotovoltaico: “Buona parte delle attuali criticità nei meccanismi incentivanti – spiega il Presidente dell’Aeeg – derivano dalle continue modifiche nel tempo: quindi, in linea generale, qualunque sia lo strumento incentivante applicato, è di fondamentale importanza la stabilità normativa ed il rigore nella gestione“.
E su chi ricadrebbe questo costo? Indovinate un po’. Secondo Bortoni, sui cittadini visto che i costi annuali, per chi paga le tasse, salirebbero “dai 3,5 miliardi del 2010 ai 10/12 miliardi del 2020 con un costo unitario che a fine periodo sarebbe pari a 2,7-3,3 centesimi di euro per Kwh, il doppio rispetto ad oggi“.
Ma questo noi lo sapevamo già. Non per niente da più parti si è accolto il decreto Romani come l’ammazza rinnovabili. A tal proposito, secondo l’Aeeg sarebbe necessaria una maggiore stabilità normativa, “fissando ad esempio gli obiettivi di capacità e i tempi per il loro raggiungimento“.
Il ministro Romani, dal canto suo, aveva fatto sapere che “è che il governo ha abrogato la legge che ci consentiva di tornare all’atomo e poi c’è il tema della sicurezza che è assolutamente centrale in Europa. Per questo motivo abbiamo l’obbligo di immaginare una nuova strategia energetica nazionale nella quale siano coinvolti tutti i soggetti industriali“.
Mentre ancora si attende l’esito delle discussioni alla Camera riguardo alla possibilità di votare per il referendum sul nuclare, vogliamo porci e provi una domanda: pensate che i costi per la costruzione delle centrali nucleari siano meno elevati rispetto agli investimenti a favore delle energie pulite?
Conclude Bortoni: “Voglio sottolineare che si tratta di stime“. Tirato il sasso e nascosta la mano?
Francesca Mancuso