Quelle che seguono non sono le istruzioni per costruire il pollaio, ma un pollaio come ne esistono tanti in giro per il mondo: prendetele quindi a mo' di fonte di ispirazione e, soprattutto, sentitevi liberi di personalizzare il vostro progetto!
Quelle che seguono non sono le istruzioni per costruire il pollaio, ma un pollaio come ne esistono tanti in giro per il mondo: prendetele quindi a mo’ di fonte di ispirazione e, soprattutto, sentitevi liberi di personalizzare il vostro progetto!
LISTA DEI MATERIALI UTILIZZATI:
- una decina di piastre a L con tre fori per lato;
- tante, tantissime viti autofilettanti;
- zoccoli di legno di varia misura;
- 1 ruota giocattolo;
- 2 monitor di computer;
- assi di legno lunghe e strette (tra cui un battiscopa);
- pannelli di legno da un vecchio armadio;
- pannelli di truciolato grezzo per il tetto;
- ritagli di un telo da campeggio;
- sega, martello, cacciavite, trapano, cutter, forbici, puntine da disegno, chiavi a brugola
Bene, cominciamo. Innanzitutto vi serviranno dei pannelli di legno. Io li ho trovati per strada, in una via semi-deserta dove qualcuno si era liberato in modo incivile di un vecchio armadio. Voi potreste recuperarli nel vostro garage, da un vicino, a un ferrovecchio o, chissà, magari per strada come me! Usatene uno come base, e a suon di viti autofilettanti e cacciavite, attaccateci quattro zoccoli di legno della stessa lunghezza (preparatevi a usare una sega…)
FOTO 1 – base completa
Io ci ho aggiunto anche una ruota presa da una carriola giocattolo, così da poter spostare la struttura – da solo – una volta terminata.
FOTO 2 – carriola
Ora cominciate con le pareti. Ricordate che uno dei due lati corti dovrà rimanere sollevato di qualche cm, in modo da permettervi in seguito di infilare e sfilare una lastra di metallo/lamiera/ecc come fondo… le galline e i galli, si sa, ci vanno giù pesante con gli escrementi, e per voi sarà più facile pulire. Per quanto riguarda i lati lunghi invece, uno dovrà essere privo di aperture, in modo da fornire protezione sufficiente da vento, pioggia e gelo durante l’inverno.
FOTO 3 – i due lati (lungo e corto)
Avendo scelto un tetto spiovente per evitare accumuli di neve e acqua – liberi di fare altrimenti a seconda del clima della vostra zona –, per il mio pollaio ho scelto un pannello orizzontale per il lato lungo sinistro, e due pannelli verticali per quello lungo destro. Quest’ultimo lato è stato poi sagomato (e dagli ancora di sega…) in modo da fare spazio a due vecchi monitor di computer, che fungeranno da “alcova” per eventuali pulcini.
FOTO 4 – pareti con computer
Ho anche aggiunto uno sportello con un paio di cerniere in metallo (acquistate da un ferramenta), che, posizionato sopra uno dei due monitor, farà da porta di ingresso.
FOTO 5 – sportello
È ora il momento di arredare gli interni: da un lato ho scelto di creare una “zona ristoro”, con una semplice bottiglia di vetro rovesciata e una boccia d’acqua vuota di quelle aziendali (regalo di un amico) per contenere il becchime.
FOTO 6 – bottiglia + boccia
Da notare che la parete divisoria ha una fessura a tre quarti dell’altezza, in modo da favorire la circolazione dell’aria durante l’estate, impedendo nello stesso tempo l’ingresso di animali-stermina-galline tipo le volpi. Tutto il pollaio, se fatto a dovere, dovrebbe tenere conto di questi due aspetti. All’interno ho poi fissato con le solite viti autofilettanti tre assi di legno, due lunghe parallele tra loro a diversa altezza e una più corta perpendicolare alle altri. Per chi non lo sapesse, galli e galline amano dormire sollevati da terra, di solito sui rami o, appunto, su qualche sostegno.
FOTO 7 – totale con assi
E ora veniamo alla copertura. Per il tetto non ho potuto fare altro che acquistare in un megastore del fai-da-te due ulteriori pannelli su misura, un po’ perché il peso complessivo stava diventando troppo, un po’ perché i pannelli cominciavano a scarseggiare, e avrei dovuto optare per un taglia e cuci lungo, antiestetico e soprattutto devastante, per me…
FOTO 8 – i due pannelli
Entrambi i pannelli sono uguali, sia come misure, (130 cm x 85 cm) sia come materiale (truciolato grezzo). Per quanto riguarda l’installazione, dopo un po’ di spremitura di meningi ho trovato una soluzione forse complessa, ma che rispettava due parametri ben precisi: la stabilità e l’apertura/chiusura. Detta in altri termini, se da una parte il tetto deve poter essere rimosso per consentire tout court un accesso al pollaio, d’altra parte bisogna fare in modo che un vento troppo forte non scoperchi tutto, con conseguenze tragicomiche.
FOTO 9 – 10 – sistema blocchetti
Ecco quindi nelle due foto qui sopra la tecnica scelta. Dopo aver applicato tre blocchetti – quelli dei bancali di legno – a ciascun pannello, ne ho applicati altrettanti alle pareti del pollaio stesso, in modo che combaciassero tra loro al momento della chiusura (in tutto sono 5 e non 6 perché quello centrale serve per entrambi i pannelli). Ho poi bucato col trapano ogni blocchetto fissato al pollaio, e nel foro ho infilato un cilindro di legno stile Ikea (impossibile non averli in casa…)
FOTO 11 – cilindro di legno
A questo punto il gioco è fatto e per aprire il pannello a sinistra basterà spingere nella direzione indicata dalla freccia, stessa cosa, ma nel senso opposto, per quello di destra.
FOTO 12 – blocchetto con freccia
E per finire non resta che fissare con una serie di puntine da disegno (o quelle a una punta o anche quelle a tre – io ho usato entrambe) un telo impermeabile, per allungare la vita media della parte più esposta alle intemperie, e cioè il tetto. In garage ho recuperato un vecchio telo da campeggio, di quelli che si mettono sotto la tenda, ma può andar bene anche altro.
FOTO 13 e 14 – teli di copertura
Voilà. Non resta ora che recarsi in qualche fattoria o a una delle tante fiere di paese e acquistare – per cominciare – un paio di galline. Badate bene che questi animali, di qualunque razza siano, hanno la pessima abitudine di svegliarsi a orari improponibili, per cui c’è sempre bisogno di qualcuno che si alzi e vada ad aprire il pollaio. Incredibile ma vero, c’è chi ha pensato anche a questo… guardate un po’ il video qui sotto.
Foto, idea e testi: Roberto Zambon