Quarto conto energia: ecco cosa non convince associazioni e Regioni

La Conferenza Stato Regioni ha iniziato oggi alle quindici l'esame della bozza del Quarto Conto Energia già visionata ieri, in via preventiva, dal comitato tecnico della stessa Conferenza Stato Regioni. Proprio negli stessi giorni in cui, dunque, il nostro Governo ha rinunciato ad andare avanti con la scelta del nucleare, fino ad ora presentata come la panacea di tutti i mali del sistema energetico italiano, continuano le reazioni e le prese di posizione delle associazioni del fotovoltaico in merito al Quarto Conto Energia.

La Conferenza Stato Regioni ha iniziato oggi alle quindici l’esame della bozza del Quarto Conto Energia già visionata ieri, in via preventiva, dal comitato tecnico della stessa Conferenza Stato Regioni. Proprio negli stessi giorni in cui, dunque, il nostro Governo ha , fino ad ora presentata come la panacea di tutti i mali del sistema energetico italiano, continuano le reazioni e le prese di posizione delle associazioni del fotovoltaico in merito al Quarto Conto Energia.

Sul nucleare, dunque, aveva ragione, il professor Ugo Bardi, presidente di Aspo Italia (L’associazione che studia il picco di petrolio) quando, raggiunto telefonicamente dal sottoscritto, ha dichiarato che le centrali nucleari in Italia non si sarebbero mai fatte, nonostante i proclami, a causa di mancanza dei fondi necessari ? Oppure la repisiscenza tardiva del Governo è dovuta ai timori di avere un referendum dall’esito contrario alla scelta nuclearista, complice l’onda emotiva della tragedia del Giappone, proprio come per il referendum dell’ 86, all’indomani di Chernobyl ?

Il fatto è che, visti i tagli alle energie rinnovabili che il decreto Romani andrebbe ad operare e viste le proteste che le associazioni del fotovoltaico ed i sindacati hanno organizzato contro la nuova bozza di Quarto Conto Energia, viene da chiedersi quale sia la scelta del Governo in merito alla rotta da seguire sull’energia tanto più che sembrerebbe ormai sicura l’autorizzazione alle trivellazioni, per l’approvvigionamento petrolifero, al largo delle Isole Tremiti.

L’argomento merriterebbe più ampie riflessioni ma, limitandoci alla cronaca, vanno registrate le prese di posizione sulla bozza di Quarto Conto Energia.

Ieri le Associazioni del settore rinnovabili (Aper, Assosolare, Asso Energie Future, Gifi-Anie e Rives – Rete Imprese Venete del Solare) hanno inviato una lettera al Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, per esprimere la loro contrarietà al quarto Conto Energia. Secondo le Associazioni, infatti, la bozza non prevede quei tanto richiesti meccanismi di tutela dei diritti acquisiti. Il regime tranistorio, previsto fino al 212, causerebbe, inoltre, un blocco negli investimenti per gli impianti. Da rivedere, poi, il meccanismo di assegnazione degli incentivi, che sarebbero attribuiti non in base ad una fine lavori certificata ma secondo la data di entrata in esercizio degli impianti fotovoltaici con conseguente incertezza ed inevitabile ritardo rispetto ai tempi di connessione.

Se la bozza fosse confermata“- ha detto ieri il presidente di Assosolare, Gianni Chianetta, dopo l’audizione sul Quarto Conto Energia presso la Commissione Ambiente della Camera- “vorrebbe dire che il Governo italiano preferisce fare gli interessi di un’oligarchia di poche grandi aziende piuttosto che quelli di una moltitudine di piccole, medie e grandi imprese e dei cittadini italiani”. Secondo Chianetta, il forte taglio degli incentivi non è sostenibile dall’industria e continuerà a bloccare il settore, in primis le industrie italiane che hanno già annunciato la cassa integrazione per migliaia di persone.

“Penalizzando gli impianti oltre i 200 Kw, il governo penalizza l’industria italiana, che al contrario di quanto si è detto negli ultimi mesi non è focalizzata solo su impianti di taglia piccola ma anche medio-grande, con grandi operatori che hanno attività anche all’estero”. “Siamo sempre stati disposti al dialogo, abbiamo portato proposte concrete tra cui l’ipotesi di un modello tedesco per il Conto Energia, ma qui si continua a parlare di costi astronomici in bolletta, peraltro non veritieri, facendo passare per interesse nazionale il blocco di un intero settore produttivo”.
Il tetto previsto viene definito transitorio, ma in realtà è un vero e proprio blocco, che pregiudica il raggiungimento della grid parityIl Segretario Generale di Assosolare Francesca Marchini ha confermato la posizione profondamente negativa dell’associazione sul decreto rinnovabili e ha preannunciato il ricorso alla Corte Costituzionale e alla Commissione Europea.
Durante l’audizione Assosolare ha ribadito le proposte per il nuovo Conto Energia, condivise con altre associazioni del settore:

  • Salvaguardia degli investimenti avviati, con certezza delle tariffe fissate sei mesi fa nel III Conto Energia, almeno fino a fine anno.
  • Nessun limite alle installazioni, annuale o cumulato, per tipologia o per taglia. Quindi niente tetto annuale sui megawatt installati e niente tetto complessivo al 2020.
  • Diminuzione costante delle tariffe sul modello tedesco fino a un taglio che può arrivare a un massimo del 20% nel 2012.
  • Per chi comincia a costruire oggi (a metà 2011), riduzione degli incentivi non superiore al 10% (più un ulteriore 4% in caso di raggiungimento anticipato della soglia di 9,5 GW).
  • Sostegno alla fiorente industria nazionale del fotovoltaico e all’occupazione che ha generato negli ultimi anni.

Mentre a Roma si è tenuto oggi lo sciopero nazionale indetto da indetto da Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil e ribattezzato Solar Day – dei lavoratori del settore del fotovoltaico e delle aziende del comparto rinnovabili enel pomeriggio si è avuto anche un sit-in sotto MOntecitorio organizzato da SOS Rinnovabili, sono intervenuti nella polemica anche altri soggetti. La Regione Umbria si è detta preoccupata: cosi si mette una “seria ipoteca sul futuro energetico del nostro Paese e sulle prospettive legate alla ‘green economy’” causata dal Decreto Romani”. Secondo l’assessore regionale allo sviluppo economico dell’Umbria, occorre rimuovere ogni ipotesi di “cap” fisso per l’installato conteggiato in MW, e puntare su un “cap” variabile, analogo al sistema tedesco. Alle mobilitazioni di oggi, poi, ha aderito anche il Partito Democratico che, contemporaneamente al question time alla Camera, ha annunciato che chiederà al Governo di emanare al più presto il provvedimento correttivo, per adeguarsi alla mozione sulle rinnovabili approvata all’unanimità dal Parlamento nelle scorse settimane.

La saga sul Quarto Conto Energia, dunque, si arrcchisce con un nuovo capitolo. Domani, poi, dovremmo conoscere anche le valutazioni e le osservazioni della Conferenza Stato Regioni, così da avere un quadro completo e, si spera, avviarci ad una conclusione della lunga querelle con una approvazione del decreto attuativo che sappia tenere nel debito conto le esigenze di tutti gli attori coinvolti.

Andrea Marchetti

Scarica la bozza integrale del Quarto Conto Energia

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