L'accordo tra Enel Greenpower, STMicroeletronics e Sharp per realizzare a Catania la più grande fabbrica di moduli solari d'Italia è datato gennaio 2010. Da allora, l'obiettivo è diventato prima di tutto ricevere i finanziamenti previsti dal pacchetto-incentivi voluto dal governo: 200 milioni di euro.
L’accordo tra Enel Greenpower, STMicroeletronics e Sharp per realizzare a Catania la più grande fabbrica di moduli solari d’Italia è datato gennaio 2010. Da allora, l’obiettivo è diventato prima di tutto ricevere i finanziamenti previsti dal pacchetto-incentivi voluto dal governo: 200 milioni di euro.
Un primo passo in questa direzione è stato fatto nel luglio 2010, con l’approvazione, da parte del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE), di un primo investimento di 49 milioni di euro, un quarto dei soldi promessi. Oggi, a quasi un anno di distanza da quella data, la Commissione Europea ha stabilito che quell’aiuto da parte dello Stato italiano è legittimo, autorizzando così il proseguimento dei lavori.
E meno male: in ballo ci sono migliaia di posti di lavoro, un mercato – quello dell’area Emea (Europa, Medioriente e Africa) – dalle enormi possibilità, e una produzione annua di moduli fotovoltaici per una potenza equivalente di 160 MW (480 a pieno regime). Ad aver salvato la fabbrica di Catania è stato soprattutto il fattore “regionale”. A fronte del rischio di danneggiare la concorrenza con un aiuto così massiccio, infatti, la Commissione ha valutato che la forte disoccupazione e il basso tenore di vita dell’”area siciliana” rappresentano altrettanto valide ragioni per concedere l’aiuto. Via libera dunque all’operato della joint venture 3Sun srl, che dovrà affrontare nei prossimi anni un investimento totale di 358 milioni di euro.
I lavori, a questo proposito, dovrebbe terminare entro la fine del 2012, cioè tra poco più di un anno. Difficile dire se sarà davvero così, visto che gli investimenti certi, fino ad ora, rappresentano appena un nono della spesa complessiva. Di sicuro i soldi ci sono, basterebbe utilizzare quelli previsti per il piano nucleare, un piano che, in dieci anni, dovrebbe costarci la bellezza di 4,5… miliardi di euro. Della serie.
Roberto Zambon