280.000 tonnellate di rifiuti di nerofumo contaminate da mercurio, idrocarburi policiclici aromatici e ftalati e nessuna trasparenza sulle operazioni di bonifica. È con questi elementi che Greenpeace ha fatto luce su operazioni poco chiare dell'ex-Sisas di Pioltello.
“Dove sono finiti i rifiuti della ex Sisas di Pioltello?” è la domanda che Alessandro Giannì, direttore delle Campagne di Greenpeace, ha posto ieri al Ministro Prestigiacomo e al Commissario Potocnik a mezzo stampa.
A Pioltello-Rodano, mentre il Ministro Stefania Prestigiacomo, il Commissario Europeo per l’Ambiente Janez Potocnik e il Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni effettuavano ieri un sopralluogo presso lo stabilimento ex Sisas per verificare la rimozione dei rifiuti speciali e pericolosi dalle discariche dell’area, Greenpeace lanciava il dossier “Una sporca storia”.
280.000 tonnellate di rifiuti di nerofumo contaminate da mercurio, idrocarburi policiclici aromatici e ftalati e nessuna trasparenza sulle operazioni di bonifica. È con questi elementi, e altri riportati nel dossier, che l’associazione ha fatto luce su operazioni poco chiare e smistamenti oltre confine dalla dubbia legalità.
“Nel corso degli ultimi 4 mesi – ha dichiarato Alessandro Giannì – i lavori di svuotamento e trasferimento del nerofumo si sono svolti in gran fretta e in assoluta segretezza. Centinaia di mezzi pesanti hanno caricato e trasferito rifiuti lavorando giorno e notte, ma nessuno era a conoscenza della destinazione”.
Scarse, anche le notizie divulgate dalla società Daneco Impianti, incaricata di gestire le operazioni di smaltimento. Le informazioni hanno riguardato solamente 25.000 tonnellate di rifiuti pericolosi, parte delle quali pesantemente contaminate da mercurio, che sono state spedite in discarica a Nerva, in Andalusia. Mentre le altre tonnellate rimangono, per ora, un mistero.
La Spagna, quindi, sembra essere la seconda vittima della ex Sisas. Greenpeace denuncia la “disinvolta” gestione dei rifiuti della società Befesa, che gestisce la discarica di Nerva e, parlando di quelli provenienti dalla ex Sisas, sembra che non sia stato applicato alcun trattamento fisico-chimico di stabilizzazione prima dello smaltimento.
E se 25.000 tonnellate sono finite in Spagna, dove sono le altre 220.000? Greenpeace parla di alcune migliaia di tonnellate sparse in diversi centri di stoccaggio nel nord Italia. Non tutte, però, finite a destinazione. Solo pochi giorni fa, infatti, il sindaco del comune di Chivasso ha bloccato lo smaltimento dei rifiuti provenienti dalla ex Sisas nella discarica locale, citando l’assoluta mancanza di informazioni su quantità e natura dei rifiuti smaltiti, soprattutto di notte e nei giorni festivi.
E se Giannì dichiara che – “Non si può pretendere di risolvere il problema dello svuotamento di due discariche abusive contenenti rifiuti tossici in provincia di Milano, semplicemente trasferendo in fretta e segretamente l’inquinamento nel resto d’Italia e all’estero” , il Ministro Prestigiacomo ha commentato la bonifica con toni entusiastici.
“Quella di oggi è una giornata importante per chi ha a cuore l’ambiente, una di quelle giornate in cui possiamo dar conto all’opinione pubblica della soluzione di una vicenda che si trascinava da anni e che è stata affrontata e risolta in tempi brevi” – ha dichiarato ieri in conferenza stampa.
Quella di Pioltello è stata una gestione commissariale che, come dichiarato dal Ministro, ha risolto un annoso contenzioso con l’Unione Europea ma, soprattutto, ha liberato un’area da sostanze che potevano costituire un pericolo per la salute pubblica e per l’ambiente.
Parlando di cifre, il Ministro ha ricordato che sono state rimosse dal sito circa 280.000 tonnellate di rifiuti. Greenpeace ne critica però l’ignota destinazione, mettendo in evidenza come la rimozione sia avvenuta in fretta e furia.
Il Ministro ha dato anche le cifre sui mezzi impiegati: circa 10.000 automezzi in uscita dal cantiere di oltre 20 società di autotrasporto, 340 container ferroviari trasportati da 10 treni dedicati e 9 trasporti marittimi di rifiuti, utilizzando, inclusi i siti di deposito temporaneo, 28 impianti nazionali e 3 europei. Ma l’associazione non sembra essere soddisfatta dall’incontro di oggi.
“È stato fatto presto, è stato fatto bene” ha concluso il Ministro e intanto Greenpeace continua a chiedersi “Che fine hanno fatto i rifiuti di Pioltello-Rodano?”
Serena Bianchi
Per scaricare il rapporto “Una sporca storia”: