Studiando gli occhi delle falene alcuni scienziati nipponici sono riusciti ad aumentare l'efficienza dei pannelli fotovoltaici
Dalla Natura, si sa, c’è solo da imparare, ma fino a che punto è difficile dirlo. Di certo, l’ultima scoperta di un team di scienziati nipponici della Nagaoka University of Technology dimostra ancora una volta come l’ambiente nasconda meccanismi e tecnologie stupefacenti. I protagonisti della ricerca sono le falene, insetti appartenenti all’ordine dei Lepidotteri (come le farfalle). I loro occhi, perfetti per orientarsi di notte, sono rivestiti da un sottilissimo strato antiriflettente. O meglio, uno dei meno riflettenti del regno animale. Il motivo è presto detto: ogni riflesso potrebbe tradire la presenza dell’insetto al buio e, di conseguenza, condannarlo a morte in caso di predatori affamati.
La stessa proprietà, se applicata ai pannelli fotovoltaici, potrebbe allora ridurre al minimo la riflessione della luce, incrementando per contro la loro efficienza di conversione. Come ha spiegato uno dei ricercatori, Noboru Yamada, i riflessi superficiali rappresentano una perdita essenziale per ogni tipo di modulo. Un modo per aumentare l’efficienza è ridurre questi riflessi al minimo. Ma il bello, sempre per Yamada, doveva ancora venire. La parte più difficile, infatti, era replicare la struttura del reticolato delle falene e tradurla in un film sottile che andasse a coprire la superficie dei pannelli. Obiettivo compiuto, questa volta da Hideki Masuda e dai suoi colleghi del Mitsubishi Rayon Co. Ltd (che insieme ai colleghi della Metropolitan University di Tokyo hanno collaborato alla ricerca della Nagaoka).
Ma a quanto ammonterebbe il miglioramento così ottenuto? Nello studio pubblicato su Energy Express e ripreso da Science Daily, si parla di percentuali piuttosto basse, intorno al 5%-6%. Yamada sottolinea però come l’efficienza del fotovoltaico sia proprio come i tassi di consumo del carburante per i veicoli stradali: ogni piccolo progresso aiuta.
Il team è ora impegnato nel miglioramento della tecnologia, studiando di estendere l’applicazione anche alle finestre e ai display di computer, televisori, eccetera… Comunque vada a finire, resta il fatto che la miglior tecnologia esistente, come nel caso delle vespe “a energia solare”, era già stata brevettata migliaia di anni fa.
Roberto Zambon