Frodi alimentari addio: con il nuovo disegno di legge recentemente approvato dalla Commissione agricoltura dalla Camera, intitolato Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari, ogni prodotto alimentare dovrà infatti riportare in etichetta l'indicazione della provenienza.
Frodi alimentari addio: con il nuovo disegno di legge recentemente approvato dalla Commissione agricoltura dalla Camera, intitolato “Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari”, ogni prodotto alimentare dovrà infatti riportare in etichetta l’indicazione della provenienza.
Niente più indicazioni vaghe, niente comunicazioni fuorvianti o ingannevoli, niente immagini che rimandino a caratteristiche o provenienza che non corrispondono a realtà. Questo almeno nelle intenzioni dei legislatori, anche se il rischio è che la proposta venga poi bocciata dalla UE in quanto in contrasto con le norme comunitarie.
Come ci dobbiamo comportare quindi davanti alle nuove indicazioni che troveremo sugli scaffali? Vi avevamo già spiegato l’importanza del saper leggere correttamente le etichette, ora cerchiamo di capire cosa cambia esattamente e a cosa dovremo fare più attenzione.
Il disegno di legge, come dicevamo, prevede che tutti i prodotti alimentari, trasformati e non, raccontino sulla confezione da dove provengono. Non più solo uova, carne bovina e miele dunque, ma proprio tutti gli alimenti che arrivano sulle nostre tavole. Per i prodotti non trasformati dovrà essere indicato il luogo di origine e l’eventuale presenza di OGM, mentre per quelli che hanno subito trasformazioni o lavorazioni dovrà essere segnalato anche il luogo in cui è avvenuta “l’ultima trasformazione sostanziale”.
Dovrà poi essere ulteriormente specificato l’ingrediente caratterizzante del prodotto, così come previsto dall’articolo 4 della legge.
I primi prodotti ad essere etichettati sulla base della nuova legge saranno le conserve di pomodoro, i lattiero caseari (partendo dal latte a lunga conservazione), la carne suina, i salumi e le salsicce. Proprio i prodotti maggiormente colpiti dagli scandali alimentari dell’ultimo periodo: mozzarelle blu, latte di dubbia provenienza, carne contaminata in Germania, ecc.
Ma non è tutto. La legge sottolinea anche l’importanza della corretta informazione verso i consumatori e vieta perciò messaggi pubblicitari ingannevoli: stop alle immagini che richiamano il made in Italy per prodotti che di italiano hanno poco o niente; ma stop anche all’inserimento del nome di formaggi Dop nell’etichetta delle miscele (è permesso nominare il Dop solo tra gli ingredienti, se non è inferiore al 20% del totale).
Una maggiore tutela per i consumatori quindi, che prestando attenzione alle etichette potranno essere veramente sicuri di ciò che comprano e mangiano, potendo rintracciare in modo univoco l’intera filiera di produzione.
Ecco dunque cosa dobbiamo ricordarci di guardare nelle etichette alimentari:
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la denominazione di vendita, ossia la descrizione del prodotto (farina, pasta, ecc.)
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gli ingredienti, che devono essere indicati partendo dalle sostanze più presenti
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il peso o il volume netto
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la data di scadenza
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il nome e l’indirizzo del produttore o del confezionatore
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l’elenco degli additivi (coloranti, conservanti e antiossidanti)
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gli aromi (naturali e non)
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le modalità di conservazione e di utilizzazione
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il luogo d’origine (per i prodotti non trasformati) e la presenza di OGM a cui come detto va aggiunto, per quelli trasformati, il luogo dell’ultima trasformazione sostanziale
Eleonora Cresci
Leggi la nostra guida su come leggere le etichette
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