Meglio coltivare un campo di grano e tutelare il paesaggio, o produrre energia pulita a discapito del panorama? Tra le due opzioni ne esiste forse una terza, quella della 9REN, azienda italo-spagnola che per il suo impianto fotovoltaico a Lanuvio (prov. di Roma) ha pensato di utilizzare una fascia di frutteto a coltivazione biologica per mimetizzare alla vista i 6 MWp di pannelli solari, distribuiti su una superficie di 14 ettari. Un progetto – nome in codice: RENTree – che si basa, tra l'altro, sulla filosofia della permacoltura, e che prevede il coinvolgimento di due cooperative sociali locali.
Meglio coltivare un campo di grano e tutelare il paesaggio, o produrre energia pulita a discapito del panorama? Tra le due opzioni ne esiste forse una terza, quella della 9REN, azienda italo-spagnola che per il suo impianto fotovoltaico a Lanuvio (prov. di Roma) ha pensato di utilizzare una fascia di frutteto a coltivazione biologica per mimetizzare alla vista i 6 MWp di pannelli solari, distribuiti su una superficie di 14 ettari. Un progetto – nome in codice: RENTree – che si basa, tra l’altro, sulla filosofia della permacoltura, e che prevede il coinvolgimento di due cooperative sociali locali.
L’idea nasce in realtà da un’esigenza, quella di rispettare la neonata normativa della Regione Lazio, che prevede una fascia verde intorno ai parchi fotovoltaici (futuri o in fase di realizzazione) per nasconderli alla vista dei passanti. Perché allora non utilizzare come fascia verde degli alberi da frutto, invece dei soliti arbusti? La risposta arriva direttamente dalla 9REN per bocca di Antonella Pellegrini: oggi assistiamo a una contrapposizione tra uso agricolo del suolo e il suo utilizzo per il fotovoltaico a terra che in qualche maniera deve essere risolta e il nostro progetto va in questa direzione.
E i numeri lo confermano. Intorno all’impianto di Lanuvio verranno infatti piantumati ben 400 alberi da frutto di grandi dimensioni, 800 di medie e 1.600 di piccole, oltre a 2.400 cespugli e 100 rampicanti. Il tutto, come accennato, sarà mescolato secondo la filosofia australiana della permacoltura, secondo la quale una corretta combinazione di specie vegetali diverse riduce il proliferare di parassiti, malattie e attacchi di altro tipo, minimizzando di conseguenza l’uso di pesticidi e fitofarmaci. Ma il progetto non si ferma qui: la gestione della coltivazione (e il reddito prodotto) sarà affidata a due cooperative sociali locali, che si occupano di inserimento lavorativo di persone con disagi di vario tipo.
Insomma, un vero e proprio circolo virtuoso, dove l’uomo aiuta l’ambiente e questo, a sua volta, si integra con la produzione di energia solare. Non è quindi un caso che nell’ambito del “Premio Innovazione Amica dell’Ambiente 2010” organizzato da Legambiente, di 255 progetti il RENTree sia stato uno dei nove segnalati dalla giuria.
Roberto Zambon