OGM: dall’EFSA la nuova guida in 7 punti per la valutazione delle piante geneticamente modificate

L'Autorità europea per la sicurezza alimentare, l'EFSA, ha pubblicato ieri le nuove linee guida per la valutazione del rischio ambientale (ERA) derivante dalle piante geneticamente modificate. Il documento orientativo che valuta l'impatto ambientale degli OGM è stato aggiornato e sviluppato in base ai più avanzati dati scientifici oggi disponibili in campo.

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare, l’EFSA, ha pubblicato ieri le nuove linee guida per la valutazione del rischio ambientale (ERA) derivante dalle piante geneticamente modificate. Il documento orientativo che valuta l’impatto ambientale degli OGM è stato aggiornato e sviluppato in base ai più avanzati dati scientifici oggi disponibili in campo.

In particolare la nuova guida ERA che dà attuazione ai più severi requisiti per la valutazione del rischio ambientale degli OGM previsti dalla direttiva 2001/18/CE, tratta anche, finalmente, la valutazione dei possibili effetti a lungo termine delle piante geneticamente modificate e dei potenziali effetti su organismi non bersaglio (NTO).

Nel 2008, infatti, la Commissione europea aveva chiesto all’EFSA di sviluppare ulteriormente la guida coinvolgendo, nella sua revisione, sia gli Stati membri sia tutte le parti interessate attraverso una serie di discussioni tecniche con i rappresenti dei Paesi UE, con le ONG e con i soggetti che “hanno presentato un fascicolo di richiesta di autorizzazione per organismi geneticamente modificati” con l’obiettivo di confrontarsi e scambiare pareri sulle questioni scientifiche“.

In pratica, nel momento in cui è in corso una richiesta di autorizzazione per la valutazione di una pianta geneticamente modificata, l’EFSA richiederà a tutti i soggetti coinvolti di seguire scrupolosamente il contenuto dei suoi documenti guida che specificano il tipo di dati e le informazioni da esibire.

Nella fattispecie, sono sette i punti specifici che verranno presi in considerazione per la valutazione dell’impatto ambientale di una pianta GM:

  • la persistenza e l’invasività della pianta GM, considerando il possibile trasferimento dei geni da pianta a pianta;
  • la probabilità e le conseguenze del trasferimento di geni dalla pianta ai microorganismi;
  • la potenziale evoluzione della resistenza negli organismi bersaglio;
  • i potenziali effetti sugli organismi non bersaglio;
  • i processi biogeochimici come i cambiamenti nella composizione del terreno,nonché il potenziale impatto delle tecniche di coltivazione, gestione e raccolta della piante GM.
  • i requisiti per la scelta di opportuni comparatori non geneticamente modificati e i tipo di ambienti riceventi da considerare;
  • gli effetti a lungo termine con le relative analisi statistiche.

Accolgo con soddisfazione il lavoro svolto dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) che ha emanato le Linee guida per la valutazione ambientale delle piante geneticamente modificate che sono oggetto di richieste di autorizzazione nell’UE – osserva il Ministro della Salute Ferruccio Fazio -. Tale documento è in linea con la mia richiesta indirizzata alla stessa Autorità di rafforzare le iniziative riguardanti la valutazione prospettica e sistematica degli effetti sulla salute umana e animale legati al consumo di organismi geneticamente modificati (OGM), comprendente anche i requisiti dettagliati per gli studi sugli effetti a lungo termine e il disegno sperimentale degli studi di laboratorio e delle ricerche sul campo, con le relative analisi statistiche. Auspico ora – conclude – che tutti i soggetti che hanno presentato una richiesta di autorizzazione all’Unione europea seguano attentamente le Linee guida che specificano il tipo di dati e le informazioni da produrre, al fine di poter valutare compiutamente la sicurezza di una pianta geneticamente modificata”.

Simona Falasca

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