L’anno nero del tonno rosso

Il 17 novembre a Parigi si apriranno i lavori dell’ICCAT, la Commissione per la Conservazione del Tonno Atlantico, e Greenpeace e Wwf chiedono un Piano di recupero per il tonno rosso del Mediterraneo.

Per il tonno rosso è stato un anno decisamente nero. Frodi continue: dalle violazioni delle regole sulla pesca, al mancato rispetto dell’obbligo di dichiarare le catture; dai buchi nella tracciabilità, alle gabbie non svuotate. Sembra che le battaglie di Greenpeace e le denunce del Wwf a protezione di questa specie fondamentale per l’ecosistema del Mediterraneo siano valse a poco. Dal 1998 al 2010, come dimostra un’indagine giornalistica dell’ICIJ (Consorzio Internazionale di Giornalismo Investigativo), per il tonno rosso non è cambiato niente. Dodici anni di illegalità.

Ma, forse, un barlume di speranza farà capolino nei prossimi giorni.

Il 17 novembre a Parigi si apriranno i lavori dell’ICCAT, la Commissione per la Conservazione del Tonno Atlantico, e le due organizzazioni hanno delle richieste molto chiare a riguardo: un Piano di recupero per il tonno rosso del Mediterraneo che non superi la quota di 6000 tonnellate. Un piano che, basandosi su dati scientifici, metta fine a una pesca corrotta e stabilisca zone di protezione in aree di riproduzione della specie, come le Isole Baleari e il Canale di Sicilia.

Tra le violazioni documentate dalle associazioni e dagli stessi osservatori dell’ICCAT:

  • Ben 18 tonnellate di tonno rosso catturate da un peschereccio turco e sfuggite al sistema di documentazione dell’ICCAT. Non solo il pescato non è stato tracciato, ma il capitano della tonnara volante ha fornito informazioni false sull’identità del rimorchiatore che ha ricevuto il carico.
  • La vicenda degli osservatori dell’ICCAT alle prese con delle gabbie che non sono state svuotate prima del trasferimento di nuovi tonni. Per giustificarsi, i responsabili degli allevamenti hanno dato risposte evasive e scuse poco credibili.
  • E, per finire, le difficoltà riscontrate dagli osservatori a bordo di pescherecci francesi e spagnoli nello stimare la quantità di tonno presente nelle gabbie i quali hanno riconosciuto che la stima era “semplicemente impossibile”.

Giorgia Monti, responsabile della campagna mare di Greenpeace Italia, ha manifestato tutta la sua preoccupazione per una situazione assolutamente fuori controllo.

“È molto facile trovare evidenza di frodi semplicemente guardando ai documenti pubblici ha dichiarato Ci chiediamo cosa avvenga senza essere documentato. Un gruppo di governi, tra cui la Francia e l’Italia, difendono i profitti a corto termine di un’industria corrotta e morente a scapito della sopravvivenza della specie. I dati emersi mettono in evidenza come la pesca sia totalmente fuori controllo e la situazione degli stock tragica. Per dare al tonno rosso la possibilità di recuperarsi i governi Europei, in prima linea l’Italia, devono impegnarsi a chiudere finalmente questa pesca corrotta.

Serena Bianchi
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