Per quale motivo la Gates Foundation sta investendo la bellezza di 23.1 milioni di dollari nella Monsanto? Dallo scorso agosto, quando il portfolio degli investimenti della fondazione è stato pubblicato, la Gates Foundation è stata sottoposta all’attacco degli attivisti per aver investito nel gigante degli OGM i suoi profitti di quest’anno anche se, a ben guardare, la Community Alliance for Global Justice (CAGJ) sono anni ormai che tiene d’occhio i legami tra la Monsanto e la fondazione di Gates.
Per quale motivo la Gates Foundation sta investendo la bellezza di 23.1 milioni di dollari nella Monsanto? Dallo scorso agosto, quando il portfolio degli investimenti della fondazione è stato pubblicato, la Gates Foundation è stata sottoposta all’attacco degli attivisti per aver investito nel gigante degli OGM i suoi profitti di quest’anno anche se, a ben guardare, la Community Alliance for Global Justice (CAGJ) sono anni ormai che tiene d’occhio i legami tra la Monsanto e la fondazione di Gates.
La relazione sospetta tra i due sembra essere ancora più salda, nonostante il recente fallimento dei semi venduti in Sudafrica dalla multinazionale, dove i contadini locali hanno perduto milioni di dollari di potenziali guadagni a causa degli “82mila ettari di mais geneticamente modificato che non ha prodotto nulla”, scrive Food First. Le piante apparivano in salute ma alcune fattorie, secondo gli ambientalisti locali, hanno subito perdite nel raccolto fino all’80%.
La Monsanto afferma che si è trattato di un errore di laboratorio, non mettendo in discussione perciò la tecnologia in sé, bensì il caso specifico. In realtà, gli incidenti non sono così rari. Ma, ancora più importante, è che una società non dovrebbe avere il diritto di fare esperimenti e rischiare di danneggiare l’approvvigionamento alimentare di interi paesi. E ancor meno accettabile, che una fondazione che si occupa di combattere la fame nel mondo sovvenzioni questo genere di attività.
CAGJ è andata in profondità nelle relazioni tra la Monsanto e la Gates Foundation, la quale ha ammesso, la scorsa settimana, che manca di un’adeguata trasparenza generale. Ecco alcuni esempi di tali legami, direttamente dai comunicati CAGJ:
“alcuni beneficiari (nel dettaglio circa il 70% dei beneficiari in Kenya), dell’Alliance for a Green Revolution in Africa (AGRA), considerata dalla fondazione di Gates la sua faccia africana, lavorano direttamente con Monsanto su progetti di sviluppo agricolo. Tra le altre connessioni, troviamo membri di alto livello della fondazione che sono stati senior officials della Monsanto, come Rob Horsch, prima vice presidente dell’area International Development Partnerships della multinazionale e attualmente Senior Program Officer del Programma di sviluppo agricolo della Gates.” Ulteriori informazioni da CAGJ, citate anche da Food First: “Circa il 79% dei finanziamenti al Kenya è correlato con le biotecnologie, in vario modo”. Inoltre “finora, abbiamo trovato più di 100 milioni di dollari di sovvenzioni alle organizzazioni collegate alla Monsanto“.
Il Seattle Times cita Travis English, di AGRA Watch della CAGJ: “La nostra preoccupazione maggiore è che la fondazione stia investendo nella Monsanto per ottenere un profitto”. Per quanto riguarda la multinazionale non avevamo dubbi ma, ora, il timore di un pericoloso accordo tra i due l’abbiamo anche noi.
Ilaria Brambilla