Raccolta, imbottigliamento, packaging e trasporto: in un periodo in cui il consumatore è sempre più attento a ciò che compra, la situazione di mercato per le acque minerali in bottiglia rischia di diventare difficile. E così, l’Acqua Minerale San Benedetto Spa ha stretto un accordo con il Ministero dell’Ambiente per lanciare l’iniziativa “Easy”, finalizzata al lancio di progetti comuni che mirano a ridurre il contenuto di carbonio nella filiera dell'acqua minerale in bottiglia.
Raccolta, imbottigliamento, packaging e trasporto: in un periodo in cui il consumatore è sempre più attento a ciò che compra, la situazione di mercato per le acque minerali in bottiglia rischia di diventare difficile. E così, l’Acqua Minerale San Benedetto Spa ha stretto un accordo con il Ministero dell’Ambiente per lanciare l’iniziativa “Easy”, finalizzata al lancio di progetti comuni che mirano a ridurre il contenuto di carbonio nella filiera dell’acqua minerale in bottiglia.
Un’iniziativa nata dopo che l’azienda ha verificato i risultati del Calcolo della propria impronta di carbonio (Carbon footprint, ovvero l’entità delle emissioni di C02 durante il processo produttivo). L’obiettivo dell’Acqua San Benedetto S.p.A. è promuovere tra i consumatori nuovi stili di vita e abitudini sostenibili, con il sostegno del Ministero, che sembrerebbe puntare all’individuazione di standard di calcolo dell’impronta di carbonio.
Il programma, avviato nel 2009, ha dato ora i suoi primi risultati, che sono stati presentati proprio pochi giorni fa da Enrico Zoppas, presidente di San Benedetto Spa, insieme al sottosegretario all’Ambiente, Roberto Menia, del direttore generale del Ministero dell’Ambiente, Corrado Clini, e di Francesco Mandolini, direttore Area Est di Bureau Veritas Italia, l’azienda che ha testato e certificato la conformità ai requisiti della norma UNI ISO 14064-1:2006.
Il progetto per contrastare le emissioni di C02 si è realizzato attraverso una serie di provvedimenti, quali la quantificazione delle emissioni prodotte nella filiera, l’uso di tecnologie a minore contenuto di emissioni, l’ottimizzazione dell’energia e della climatizzazione degli impianti d’imbottigliamento, la riduzione del peso delle bottiglie, il riciclo della plastica e dei materiali utilizzati e la diffusione del fotovoltaico come fonte di approvvigionamento dell’energia.
“L’attenzione che da anni l’Acqua minerale San Benedetto dedica al proprio ruolo sociale si è incrociata, grazie a questo accordo, con un progetto preciso di sostenibilità di cui oggi presentiamo il primo risultato – ha fatto sapere il presidente Enrico Zoppas – non un compito preso a caso, perché da sempre per noi è centrale l’armonia con l’ambiente, il rispetto della coerenza con la purezza del prodotto, il rispetto dell’integrità del paesaggio dal quale sgorga, il fondamentale apporto che porta all’equilibrio della salute di tutti. Ciò che facciamo ogni giorno nel contesto della nostra azienda – ha continuato – ha una sua coerenza precisa, che nasce dal radicamento con il nostro territorio e che, ci auguriamo, possa diventare un modello di riferimento su scala sempre più allargata”.
”La collaborazione tra il Ministero e la San Benedetto, sulla base di un accordo volontario – ha illustrato il Direttore generale Corrado Clini – ha consentito di mettere a punto una metodologia di calcolo dell’impronta di carbonio e di individuazione delle misure tecnologiche ed organizzative in grado di associare la riduzione delle emissioni con un risultato economico positivo in termini di riduzione dei consumi energetici e dei costi per l’impresa. Questa metodologia potrà essere estesa a tutto il settore delle acque minerali”.