Gli imprenditori italiani chiedono maggiori incentivi per investire nella green economy

Per accelerare gli investimenti nel settore della green economy urgono incentivi e sgravi fiscali. Questo almeno è quanto auspicato dall'80% delle aziende italiane secondo la nuova ricerca mondiale condotta da Regus che ha interpellato 15.000 professionisti sui temi del “green” e della sostenibilità ambientale.

Per accelerare gli investimenti nel settore della green economy urgono incentivi e sgravi fiscali. Questo almeno è quanto auspicato dall’80% delle aziende italiane secondo la nuova ricerca mondiale condotta da Regus che ha interpellato 15.000 professionisti sui temi del “green” e della sostenibilità ambientale.

L’indagine, condotta a livello internazionale in tutti i 5 continenti, mostra come nel Mondo solo il 37% delle aziende misuri realmente le proprie 2“>emissioni, percentuale che si riduce ulteriormente al 19% nel caso della valutazione della carbon footprint emessa dalle proprie attività. Così, se il 46% delle aziende interpellate si è dichiarata disposta ad investire in attrezzature a basso impatto ambientale solo se i costi saranno uguali o minori delle attrezzature convenzionali, solo un 40% lo ha già fatto, mentre il 38% è in procinto di farlo.

Rispetto alla media globale, in Italia sono in percentuale minore (18%) le aziende che monitorano le emissioni di CO2 ma di contro è più alta quella che ha investito in attrezzature ad alta efficienza enegetica (41%) mentre è ben del 58% la percentuale delle imprese che hanno già predisposto una policy per investire in strumenti a ridotte emissioni.

L’ostacolo maggiore è costituito anche in Italia dai maggiori costi di funzionamento di queste attrezzature, cosicchè, se il governo predisponesse incentivi fiscali per attrezzature ad elevata efficienza energetica o con ridotte emissioni di CO2, ben l’80% delle aziende sarebbero disposte a virare i propri investimenti nel green.

Discorso questo particolarmente sentito soprattutto dalle piccole e medie imprese che incontrano più delle altre forti difficoltà nella scelta di attrezzature a ridotte emissioni quando devono far fronte a prezzi più elevati

Con l’Italia che non ha rispettato gli obiettivi stabiliti a Kyoto di riduzione del 6,5% delle sue emissioni di CO2 entro il 2008 -12, la diffusione di macchine/apparecchiature ad elevata efficienza energetica con ridotte emissioni di CO2 e delle iniziative di monitoraggio delude ancora per la ridotta entità, in particolare nelle piccole imprese” – commenta Mauro Mordini, Country Manager di Regus Italia – “Eppure le piccole e medie imprese rappresentano la metà del fatturato del paese. Se il governo desidera seriamente perseguire i propri ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni globali di CO2 entro la metà del secolo, è necessario incentivare adeguatamente il cambiamento a tutti i livelli. Al momento, la tecnologia professionale con ridotte emissioni di CO2 è spesso limitata nella gamma e venduta a prezzi superiori. Ciò sta frenando gli investimenti delle aziende. Gli sgravi fiscali daranno un enorme contributo a tal fine, come si evince dall’inchiesta e accelerando la diffusione delle nuove tecnologie si permetterà anche di dare vita a un mercato di massa i cui prezzi unitari saranno ridotti

 

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