Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise

Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è senz’altro fra i più belli e affascinanti della Penisola con i suoi oltre 50mila ettari a cavallo fra Abruzzo, Lazio e Molise capaci di offrire scorci davvero stupendi fra valli, fitti boschi, fiumi e migliai di specie animali e vegetali

Col ritorno della bella stagione torna anche la voglia di andarsene in giro all’aria aperta a godersi tutto lo splendore primaverile della natura in fiore. E cosa ci può essere di meglio che uno dei tanti parchi nazionali che punteggiano da Nord a Sud il Belpaese? Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è senz’altro fra i più belli e affascinanti della Penisola con i suoi oltre 50mila ettari a cavallo fra Abruzzo, Lazio e Molise capaci di offrire scorci davvero stupendi fra valli, fitti boschi, fiumi, come il Sangro, il Giovenco, il Volturno e il Malfa, e laghi come il Barrea, il Vivo, il Pantaniello, lo Scanno e diversi altri, oltre a massicce montagne, diverse delle quali oltre i duemila metri, ampi altipiani, come quello di Pescasseroli, tanto per fare un esempio, o pianori carsici, come quello delle “Forme”, nel comune di Pizzone, o di “Campitelli”, nel territorio invece di Alfedena, entrambi incastonati nella ripida cordigliera delle Mainarde.

Il Parco, insieme a quello del Gran Paradiso, il più antico e noto d’Italia (venne inaugurato infatti nel 1922), ha avuto un ruolo fondamentale nella conservazione di alcune delle specie più importanti della fauna italiana. Fra queste l’orso bruno marsicano, che è diventato il simbolo del parco, il camoscio d’Abruzzo e lupo appenninico.

 

In questo periodo dell’anno percorrere a piedi, in mountain bike o a cavallo uno dei tanti sentieri ben segnalati del parco si rivela davvero un’esperienza inebriante fra colori scintillanti e intensi profumi. Il parco ospita, infatti, oltre 2mila specie di piante superiori, senza cioè considerare muschi, licheni, alghe e funghi. Praterie multicolori fanno bella mostra del loro splendore come tappeti fioriti che si srotolano fra i fitti boschi di faggio che ricoprono ben il 60% del territorio totale del parco. Tra i fiori più caratteristici spiccano il giaggiolo (Iris marsica), un endemismo del parco, che fiorisce solo in alcune località tra maggio e giugno, e moltissime orchidee fra le quali la più bella e rara è sicuramente la cosiddetta Scarpetta di Venere o Pianella della Madonna (Cypripedium calceolus), che fiorisce negli angoli più nascosti, sempre tra maggio e giugno. E poi genziane, primule, ciclamini, viole, anemoni, scilie e gigli che danno vita veramente a un incredibile spettacolo cromatico.

Per quel che riguarda, invece, le specie arboree oltre al faggio molto caratteristici sono il rarissimo pino nero di Villetta Barrea (Pinus nigra), una specie relitta risalente probabilmente al Terziario. È una varietà che esiste solo nel parco, in alcune zone della Camosciara (dove si trova anche il pino mugo, Pinus mugo, un relitto glaciale) e della Val Fondillo, entrambe, peraltro, destinazioni da non perdere per la loro bellezza! Fra gli altri luoghi simbolo del parco che sicuramente non andrebbero perse la Val di Canneto, particolarmente adatta a persone poco esperte e famiglie, il santuario di Monte Tranquillo con i boschi della Difesa, la Val di Rose, il Lago Vivo, il Monte Meta, autentici paradisi per gli escursionisti e per chi ama la montagna.

Fra le folte selve del parco, capaci di renderlo un’immensa distesa verde, vivono lupi, gatti selvatici, cervi, caprioli e camosci, oltre all’orso marsicano ovviamente. Un patrimonio faunistico davvero notevole che si completa con molte specie di rapaci e uccelli migratori fra i quali spiccano l’aquila reale, il picchio dorsobianco, il gufo reale, il corvo imperiale, insieme a folaghe e aironi cenerini. Interessantissime sono anche le passeggiate per andare alla scoperta delle origini geologiche del parco attraverso una quantità incredibili di fossili visibili a occhio nudo capaci di far fare un autentico salto indietro nel tempo. D’altronde queste terre sono state modellate da fenomeni di giacialismo e carsismo, oggi testimoniati dalla presenza di circhi glaciali nella parte alta delle vallate, depositi morenici, massi erratici, rocce montonate lungo le valli, grotte, fenditure e doline.

I rilievi più importanti del parco, come il Monte Marsicano, la Montagna Grande, la catena del Petroso e della Meta, il Monte Greco sorgono in tutta la loro possanza dove un tempo, circa 160 milioni di anni fa, si trovavano scogliere coralline immerse in caldi mari tropicali delle quali rimangono oggi visibili molti fossili. Moltissimi i luoghi dove si possono ammirarli. Fra questi San Sebastiano di Bisegna dove si trovano coralli fossili risalenti a 150 milioni di anni fa.

Ma il parco non è soltanto natura. Ci sono anche borghi molto carini e rappacificanti da visitare, una ricchissima gastronomia fatta di gusti molto intensi, e svariate attività all’aria aperta in cui ci si può cimentare, dal trekking appunto, anche seguendo gli antichi tratturi della transumanza, alla mountain bike, passando per l’equitazione e il parapendio e numerosi altri sport.

Piuttosto ricco è anche il calendario degli eventi in questo periodo. Fra tutti segnaliamo Sylvatica (15-23 maggio), una rassegna di seminari e filmati dedicati alla biodiversità, giunta alla sua quarta edizione, e il Workshop di fotografia naturalistica “Wildlife Adventures (dal 20 al 23 maggio), dedicato a tutti gli appassionati e neofiti che vogliano avvicinarsi o approfondire le tecniche di fotografia naturalistica con uscite sul campo in compagnia di una guida e di un fotografo professionista durante le quali si realizzeranno scatti elaborati poi anche al computer in incontri serali e lezioni teoriche. Come dire, uno dei tantissimi modi per vivere appieno ed apprezzare forse ancora di più la bellezza e i particolari della natura!

Vincenzo Petraglia

 

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