Pur essendo un mezzo di trasposto a impatto zero però, in entrambe le versioni, freestyle o longboard, il problema etico rimane: è giusto abbattere alberi per ricavare il legno necessario alla costruzione di milioni di tavole ogni anno? Devono esserselo chiesto anche loro, i dirigenti della Comet Skateboards, che infatti hanno deciso di adottare una filosofia attenta all'ambiente.
In molti paesi – Usa e Australia in testa – lo skateboard è un ottimo mezzo di trasporto. Bastano infatti un paio di gambe per spostarlo (e spostarsi di conseguenza) senza produrre un solo grammo di CO2, come per la bicicletta o i pattini. In Italia lo skateboard è diffuso soprattutto nella versione freestyle, per acrobazie (trick) su rampa (flat) o in strada (street). La versione longboard, quella più adatta al trasporto, è invece inesistente o quasi. Eppure, in molte città del globo i ragazzi e le ragazze utilizzano proprio il longboard per spostarsi, magari per raggiungere la spiaggia più vicina e surfare.
Insomma: divertente, salutare, creativo, ma poco ortodosso al lifestyle ecologico. Ecco perché loro, quelli della Comet, hanno detto BASTA!
Nulla è stato lasciato al caso. Dalle fonti energetiche per la produzione – in gran parte rinnovabili – ai materiali utilizzati. I sette strati che compongono una tavola sono composti da tre diversi materiali:
- legno d’acero per gli strati esterni; resistente e diffuso in tutto il Nord america.
- composto biodegradabile da materie riciclate, quali juta, lino, canapa e bamboo per gli strati intermedi.
- cuore di pioppo per lo strato centrale; flessibile, robusto, e soprattutto rinnovabile, in quanto proveniente da foreste certificate FSC.
Inoltre, le vernici, le colle, i colori per la grafica sono scelte in base a parametri di ridotto impatto ambientale. Il motto skateboarding is not a crime, stampato su alcune magliette in segno di protesta e divenuto uno degli slogan meglio riusciti della cultura skate, è ora una verità anche nei confronti dell’ambiente.