Come fare a coltivare le piante nelle zone più desertiche? L'irrigazione solare, come abbiamo vito può rappresentare una soluzione, ma una valida alternativa arriva anche dal semplice dispositvo messo a punto dall'inventore olandese Peter Hoff che, dopo tre anni di sperimentazione nel deserto del Sahara, ha verificato l’efficacia del suo Waterboxx, una sorta di vaso per far germogliare gli alberi che funge da batteria in grado di immagazzinare l'acqua sfruttando l'umidità. Permettendo loro di crescere anche in zone aridissime e addirittura sulle rocce.
Come fare a coltivare le piante nelle zone più desertiche? L’irrigazione solare, come abbiamo vito può rappresentare una soluzione, ma una valida alternativa arriva anche dal semplice dispositvo messo a punto dall’inventore olandese Peter Hoff che, dopo tre anni di sperimentazione nel deserto del Sahara, ha verificato l’efficacia della sua Groesis Waterboxx, una sorta di vaso per far germogliare gli alberi che funge da “batteria” in grado di immagazzinare l’acqua sfruttando l’umidità. Permettendo loro di crescere anche in zone aridissime e addirittura sulle rocce.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità 1,2 miliardi di persone nel mondo –ovvero quasi una su cinque – non ha accesso ad acqua potabile sicura e anche nelle aree, dove si ha acqua a disposizione, ben il 70% è prelevato da sorgenti sotterranee di acqua dolce per destinarlo all’agricoltura. Ebbene, Peter Hoff mosso dalla convinzione che non abbia senso utilizzare le acque sotterranee per irrigare le coltivazioni invece che risolvere il problema della sete, tanto più visto lo spreco di acqua persa per evaporazione nelle tradizionali tecniche di irrigazione atualmente utilizzate, ha voluto dimostrare come il suo dispositivo, potesse essere la giusta soluzione.
La Waterboxx che è riscito ad attirare anche l’attenzione del New York Times altro non è che un semplice contenitore capace di condensare l’umidità notturna, raccoglierla e trasformarla in acqua da somministrare alle piante. Il tutto senza l’aiuto di elettrcità o di prodotti chimici. L’AcquaPro (l’azienda a cui fa capo Hoff) si è dedicata alla sperimentazione del sistema nel Sahara, in Marocco, zona che riceve solo pochi centimetri di pioggia ogni anno. I risultati del test sono stati ottimi : il 90% degli alberi piantati con Waterboxx sono sopravissuti dopo aver rimosso il vaso, mentre in un altro gruppo di alberi, annaffiato una volta alla settimana senza l’ausilio del contenitore, e’ sopravvissuto solo il 10%. Peter Hoff, però, non si ferma qui e quest’anno condurrà altri test in California e nel Joshua Tree National Park.
Ma come funziona nel dettaglio la Waterboxx? Come è possibile vedere anche da video, si tratta infatti di un contenitore in polipropilene (50 X 25 cm circa) con un’apertura al centro che fornisce spazio sufficiente per far germogliare la pianta dando vita a quel processo indispensabile per la crescita di un albero. Il vaso e’ progettato per catturare l’acqua piovana o direttamente dall’umidità dell’aria. L’acqua resta così intrappolata all’interno del contenitore impedendo ogni possibile evaporazione e, in tal modo, resce ad alimentare costantemente, in piccole gocce, le radici della pianta. Una volta che la pianta è riuscita ad attecchire nel terreno e a diventare abbastanza forte da raggiungere autonomamente una riserva d’acqua più profonda nel sottosuolo, il vaso viene sollevato e riutilizzato per far crescere un nuovo albero.
Inoltre, grazie ad una sovvenzione da parte del governo olandese, Peter ha ideato una versione biodegradabile del box che si decompone nel corso del tempo rilasciando sostanze nutrienti nel terreno. Il suo business-plan a lungo termine è di rilasciare una licenza gratuita a chiunque voglia produrre e distribuire il Waterbox Groasis. «Il mio ideale è che il dispositivo sia disponibile per tutti, ovunque», ha detto il signor Hoff, «ed il mio obiettivo è quello di creare un modello di business che consenta a tutte le persone a basso reddito di acquistare il box». Per questo sta concludendo delle trattative con una banca olandese per finanziare gli agricoltori dei paesi più poveri.
Le aspettative sono ottimistiche: la nuova invenzione, secondo Peter, contribuirà a risolvere problemi globali come la fame, l’erosione e i cambiamenti climatici provocati dal riscaldamento globale.
“Siamo stati in grado di piantare, per due miliardi di ettari, alberi che potrebbero risolvere molti dei problemi del mondo” ha detto “Abbiamo tagliato circa due miliardi di ettari di alberi nel corso degli ultimi 2000 anni. Ma, se è stato facile tagliare, piantarne dei nuovi sarà ancora più importante, basta volerlo! ”
Per maggiori informazioni, visitare il sito ufficiale del progetto Groasis.com