L'isola di New Moore, nel Golfo del Bengala non esiste più. Affondata. Completamente risucchiata da quello stesso mare, l'Oceano indiano, che nel 1970 l'aveva fatta emergere a seguito del ciclone Bhola. E che adesso l'ha nuovamente sommersa. Perché quel mare non è più lo stesso. Si è innalzato, come si è innalzata la temperatura terrestre. Gli effetti dei cambiamenti climatici cominciano a mietere le prime vittime e a trasformare le tante parole spese sul loro conto in immagini concrete.
L’isola di New Moore, nel Golfo del Bengala non esiste più. Affondata. Completamente risucchiata da quello stesso mare, l’Oceano indiano, che nel 1970 l’aveva fatta emergere a seguito del ciclone Bhola. E che adesso l’ha nuovamente sommersa. Perché quel mare non è più lo stesso. Si è innalzato, come si è innalzata la temperatura terrestre. Gli effetti dei cambiamenti climatici cominciano a mietere le prime “vittime” e a trasformare le tante parole spese sul loro conto in immagini concrete.
Per fortuna è toccato ad una piccola isola “cuscinetto” di appena 3 chilometri quadrati, grande, per intenderci, come la nostra Montecristo, ma dove, per fortuna, non abitava nessuno. Gli esperti però mettono già in guardia, perché la sorte di New Moore potrebbe toccare molto presto anche ad altre 10 isole nelle vicinanze. Atolli abitati. Una spada di damocle che ben conoscono le Maldive, ad esempio, che stanno accelerando i tempi per diventare isole carbon neutral ma che si stanno anche già “attrezzando al peggio”.
Una vita breve e tormentata quella dell’Isola di New Moore. Ci si è accorti di lei solo 4 anni dopo la sua “venuta a galla”, quando un satellite americano nel 1974 le ha restituito la dignità di esistere anche sulle cartine geografiche. Cartine dalla quale oggi è stata definitivamente cancellata, decretata morta dalle immagini di un altro satellite, quello della Scuola di Oceonografia dell’ Università di Jadavpur, a Calcutta.
Una dignità sulle cartine politiche, però, New Moore, in questi trent’anni, non ce l’ha mai avuta. E neanche un nome univoco. Perennemente contesa tra India e Bangladesh, veniva chiamata così dagli indiani, ma per i bengalesi è sempre stata South Talpatti. Ed è proprio da questa disputa che deriva la sua “fama” e il suo unico momento di gloria quando è salita alla ribalta delle cronache mondiali per le navi da guerra di New Delhi che, algli inizi degli anni 80 l’hanno invasa per issare la bandiera e proclamare i propri diritti di sovranità. Una disputa che è continuata fino ad oggi.
Se è vero però che “tra i due litiganti… il terzo gode“, stavolta a godere è stato il mare. A fare da arbitro, i cambiamenti climatici. Della serie… dove non arriva la diplomazia, ci pensa il global warming. Perché una dignità, invece, la natura ce l’ha. Che va oltre qualsiasi cartina, geografica o politica che sia.
Simona Falasca