Cartamela e pellemela: nuovi materiali dal riciclo degli scarti della lavorazione industriale delle mele

Una intuizione dell'ingegnere, ricercatore e inventore altoatesino Alberto Volcan ha dato vita a Cartamela e Pelle mela, nuovi materiali creati dal riciclo degli scarti industriali delle fabbriche di succo di frutta

Essere green significa molto spesso mettere in moto la creatività e cercare soluzioni alternative e non esattamente convenzionali per fare fronte alle esigenze e ai piccoli problemi di ogni giorno. È proprio questo il caso della carta realizzata riciclando gli scarti della lavorazione industriale delle mele: una brillante intuizione dell’ingegnere, ricercatore e inventore altoatesino Alberto Volcan, che ha avuto il sostegno della Merloni Progetti e della Provincia di Bolzano.

L’ingegnere Volcan si dedica da anni allo studio di soluzioni efficaci per lo smaltimento ecosostenibile dei rifiuti e per limitare l’impatto dell’uomo e delle sue attività sull’ambiente, e fino ad oggi ha ottenuto diversi riconoscimenti internazionali. Riguardo alla Cartamela, Volcan ha cominciato a mettere alla prova la propria intuizione nel 2004, arrivando poi a brevettare un particolare procedimento di essicazione: gli scarti di mela vengono sottoposti ad un trattamento di disidratazione, raffreddamento e macinazione, in modo da bloccarne decadimento e fermentazione e lasciare inalterato il loro contenuto di zuccheri e di cellulosa, indispensabile per la produzione di carta. Dal processo si ottiene così una farina bianca, che contiene il 65% di cellulosa e che si presta alla produzione di qualsiasi tipo di articolo cartaceo.

Un’applicazione interessante e che ha anche il merito di contribuire ad abbattere i costi di gestione dei rifiuti: gli scarti di mela, di cui fanno parte i residui della produzione industriale di succhi di frutta, vengono infatti considerati “rifiuto speciale”, una classificazione che ne rende lo smaltimento particolarmente costoso. Il progetto di Cartamela acquista un valore maggiore se pensiamo che l’Alto Adige è uno dei maggiori produttori europei di mele. Cartamela, i cui diritti sono detenuti dalla Ecoapple s.r.l. (info@ecoapple.com), ha già riscosso importanti successi, tanto da aver rapidamente conquistato sia la Pubblica Amministrazione della Provincia autonoma di Bolzano che la Diocesi altoatesina.

pellemela

All’esperienza di Cartamela ha fatto seguito, più di recente, un secondo progetto, sempre basato sul riciclo dei torsoli di mela: si tratta di Pellemela, una pelle vegetale estremamente poliedrica, che può avere gli stessi impieghi della vera pelle, dall’arredamento alla moda, dalle scarpe e alle borse, con il vantaggio di non essere il risultato dell’uccisione di un animale.

Se queste soluzioni a base di farina di mele vi incuriosiscono o interessano, qui trovate una galleria fotografica dei materiali ecologici ideati da Volcan. Si tratta di una serie di intuizioni interessanti, da cui possono scaturire vari effetti positivi: oltre a tutelare l’ambiente, infatti, la crescita e il potenziamento di una vera e propria industria basata sul riciclo garantisce uno sviluppo sostenibile e armonico del territorio altoatesino e può anche avere importantissime ricadute in termini occupazionali.

Lisa Vagnozzi

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