La notizia tanto temuta, ma che era nell'aria, è arrivata: l'Unione europea, dopo 12 anni, ha nuovamente autorizzato la coltivazione di organismi geneticamente modificati. E così, al famoso mais Mon810 prodotto dalla Monsanto, da oggi via libera anche ad altre due specie di granoturco transgenico sempre della stessa multinazionale e alla patata OGM Amflora sviluppata dal colosso chimico tedesco Basf.
La notizia tanto temuta, ma che era nell’aria, è arrivata: l’Unione europea, dopo 12 anni, ha nuovamente autorizzato la coltivazione di organismi geneticamente modificati. E così, al famoso mais Mon810 prodotto dalla Monsanto, da oggi via libera anche ad altre due specie di granoturco transgenico sempre della stessa multinazionale e alla patata OGM Amflora sviluppata dal colosso chimico tedesco Basf.
Nonostante non si sia ancora trovata una soluzione effettiva per evitare la contaminazione tra le coltivazioni OGM e quelle non, l’organo esecutivo dell’Ue apre la strada a 5 tipi di OGM. La notizia che continua – finalmente – a rimbalzare su tutti gli organi di informazione, non arriva però come un fulmine a ciel sereno. I sentori della nuova ondata biotech in Europa e di riflesso anche in Italia, c’erano tutti, come spiegato in un nostro approfondimento di qualche settimana fa. Ma non per questo la cosa non lascia interdetti. Perché assomiglia proprio al primo tassello di quello che è una paura più grande: tutti i dubbi che circolano intorno al Codex Alimentarius, di cui pochissimi invece parlano, appaiono oggi sempre meno deliri collettivi e cominciano ad avere una loro logica.
Perché nonostante la decisione dell’Unione europea si basi come assicurato “”su un numero considerevole di conoscenze scientifiche rigorose” ancora non sono stati dimostrati gli effetti che gli organismi geneticamente modificati hanno sulla salute dell’uomo.
La patata Amflora, per il momento, non verrà coltivata a scopi alimentari e, come spiegato dal Commissario alla Salute e all’Ambiente John Dalli nella conferenza stampa rispondendo ad una giornalista, “non sarà possibile coltivarla in giardino“. “La Basf potrà vendere il prodotto solo ai produttori designati che a loro volta avranno designato i destinatari finali, industrie di produzione della carta, con i conseguenti benefici in termini di risparmio energetico e minore inquinamento ambientale“.
Come c’era da aspettarsi la notizia ha scatenato una valanga di reazioni in Europa e in tutta Italia dove a fianco alle associazioni ambientaliste, agricole e a tutela dei consumatori che ribadiscono il “no” al biotech, si affacciano anche voci a favore degli OGM. Così se Coldiretti e Cia scendono in campo per difendere la tipicità dei prodotti italiani, più possibilista la posizione assunta da Confagricoltura che vede negli organismi geneticamente modificati nuove possibilità in campo agricolo. Diviso anche il Vaticano tra chi considera gli ogm un rischio anche per i coltivatori soprattutto quelli dei paesi poveri e chi, papa in primis, li considera uno strumento per ridurre la fame nel mondo.
Ma la patata Amflora, almeno per il momento, non contribuirà alla causa visto che non sarà piantata per scopi alimentari, almeno non direttamente, perché l’ortaggio transgenico prodotto dall’azienda tedesca verrà impiegato, sì, per produrre cellulosa, ma pure come mangime per gli animali.
E da qui le preoccupazioni espresse da più fronti che mettono in guardia su un gene della patata immune ad alcuni antibiotici che, immesso nel circuito alimentare, potrebbe scatenare una resistenza batterica verso medicinali salva vita, compresi i farmaci utilizzati anche per il trattamento della tubercolosi:
“Questo Ogm pone rischi inaccettabili per la salute umana e animale, oltre che per l’ambiente – avverte Federica Ferrario, responsabile della campagna Ogm di Greenpeace Italia – Ora la sua autorizzazione viene sventolata in faccia alla scienza, all’opinione pubblica e alle leggi europee“.
“È scioccante constatare che da sei anni il presidente Barroso prova a seppellire le evidenze scientifiche sui dubbi per la sicurezza di questa patata Ogm. – continua Ferrario – Con la sua nuova Commissione ha forzato la decisione senza neppure confrontarsi con tutti i Commissari. Il Commissario Dalli, in accordo con Barroso, ha utilizzato la cosiddetta “procedura scritta” per autorizzare questa coltura, evitando così di dover affrontare il dibattito nel Collegio del Commissari“.
La procedura di autorizzazione della patata Amflora era stata avviata in Svezia nel 2003 e, tempo un mese necessario per concludere il processo, diventerà ufficialmente definitiva.
Una decisione che però ha fatto gridare al referendum i verdi europei i quali la accusano di non tenere conto della sovranità dei singoli paesi membri dell’Ue anche se l’Europa, come chiarisce Bruxelles, non potrà imporre loro di coltivare OGM in quanto ogni singolo stato può appellarsi alla cosiddetta “clausola di salvaguardia” prevista dall’articolo 23 della direttiva Ue 2001/18, la stessa invocata già da sei paesi (Austria, Ungheria, Francia, Grecia, Germania e Lussemburgo) contro la coltivazione del mais Mon810, l’unico finora piantato in Europa.
E in Italia è il ministro Zaia il primo a puntare i piedi: “Non permetteremo che la decisione Ue in dubbio la sovranità degli Stati membri in tale materia. Non consentiremo che un simile provvedimento, calato dall’alto, comprometta la nostra agricoltura. Finché ci saremo noi gli ogm non entreranno in Italia“.
Ma allora, ci viene da chiedere, Ministro, perché nel nuovo codice agricolo da lei messo a punto che entrerà a breve in vigore esiste un articolo, il 36, che non li prevede?
Simona Falasca
Leggi l’approfondimento sugli OGM in Italia