Eco-borse in PVC: le “malefatte” del Comune di Venezia

A Venezia qualcuno si è chiesto cosa fare della cartellonistica in PVC realizzata per pubblicizzare gli eventi della città (spettacoli, mostre, manifestazioni locali...) una volta giunto il momento di mandarla in pensione. E da questa domanda semplice e quasi banale, sono nate le malefatte.

Le nostre città, dalle più piccole alle più grandi, dalle meno note alle più turistiche, sono accomunate dalla cartellonistica, e in particolare da quella pubblicitaria: banner e insegne più o meno colorati e di dimensioni più o meno ingombranti fanno capolino un po’ ovunque, attirando l’attenzione dei passanti e, spesso, anche una buona dose di critiche: alcuni li apprezzano, altri li giudicano fastidiosi e inopportuni, altri ancora li ignorano.

Al di là del gusto e delle opinioni personali di ciascuno, il cartellone pubblicitario è un accessorio che può essere realizzato in materiali diversi ma che, in ogni caso, ha una vita molto breve, dato che la sua utilità è circoscritta al tempo di una determinata campagna informativa o promozionale.

Proprio per questo, a Venezia qualcuno si è chiesto cosa fare della cartellonistica in PVC realizzata per pubblicizzare gli eventi della città (spettacoli, mostre, manifestazioni locali…) una volta giunto il momento di mandarla in pensione. E da questa domanda semplice e quasi banale, è nata un’intuizione intelligente, originale e decisamente ecologica, basata sul riuso del materiale dei vecchi banner e sulla sua trasformazione in vere e proprie borse.

Stiamo parlando del progetto “Malefatte… di città di Venezia” , ideato dallo staff dell’Ufficio Grafico del Comune di Venezia e realizzato in collaborazione con l’Ufficio Servizio Civile e con la cooperativa Rio Terà dei Pensieri, che dal 1994 svolge attività di formazione professionale, spesso unita alla produzione di manufatti, all’interno delle carceri della città lagunare. Le borse ecosostenibili di cui parliamo sono state realizzate proprio dai detenuti del Carcere di Santa Maria Maggiore di Venezia e la loro vendita servirà a sostenere e finanziare l’attività sociale svolta dalla cooperativa.

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Il progetto “Malefatte… di città di Venezia” consente di smaltire il PVC della cartellonistica pubblicitaria riutilizzandolo e trasformandolo in un accessorio utile, commercializzabile e molto originale: un’operazione che ha non soltanto delle importanti implicazioni sociali e un indubbio valore artistico e creativo, ma anche un lato green da non sottovalutare.
Il riciclo del PVC può infatti comportare dei costi importanti, anche perché questo tipo di materiale plastico ha dei tempi di degradazione piuttosto lunghi e, se distrutto a temperature non adeguate, può persino rilasciare sostanze dannose nell’atmosfera. Per questo, riutilizzarlo prima che diventi un rifiuto vero e proprio e sottrarlo alla logica dell’usa-e-getta consente di fare un piccolo favore all’ambiente. Se poi il risultato sono delle borse colorate, spiritose, ciascuna delle quali è unica nel suo genere, cosa desiderare di più?

Per raccogliere ulteriore informazioni riguardo al progetto o se siete interessati all’acquisto di queste borse ecosostenibili, potete visitare le pagine dedicate a Le Malefatte sul sito del Comune di Venezia. Tra i diversi materiali, troverete anche una gallery fotografica e un’utilissima lista dei punti vendita coinvolti nell’iniziativa.

 

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