Si allarga a macchia d'olio l'inchiesta della procura di Rovigo sulla conversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle, la stessa che era stata occupata dagli attivisi di Greenpeace durante il G8. Fino ad ora sono otto le persone su cui pendono accuse di vario titolo.
Si allarga a macchia d’olio l’inchiesta della procura di Rovigo sulla conversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle. Fino ad ora sono otto le persone su cui pendono accuse di vario titolo. Tra i capi di imputazione più gravi vi è quello riguardante i possibili danni alla salute dei residenti, soprattutto bambini e ragazzi, in un raggio di 25 chilometri dalla centrale. Potrebbe essere aumentato il rischio di contrarre malattie respiratorie.
Questo al vertice delle indagini. Ma le accuse riguardano anche omessa cautela e abuso d’ufficio. Particolarmente grave, sul piano della salute degli abitanti della zona, la mancata installazione di “tecnologie idonee a prevenire disastri”, contravvenendo così alla legge regionale 36 del 1997.
Tali accuse riguardano i vertici Enel, attuali e precedenti, in particolare l’amministratore delegato Fulvio Conti e l’ad di Enel Produzione Leonardo Arrighi. Quest’ultimo si è reso colpevole di falsità materiale e ideologica con l’aggravante di aver ingannato altre persone.
Ma ad essere coinvolte sono anche le due commissioni che hanno dato l’autorizzazione a procedere nella riconversione a carbone di Polesine Camerini: la Commissione per la valutazione d’impatto ambientale (Via) della Regione e quella del ministero dell’Ambiente. Tra esse, tuttavia, sono ancora da stabilire le responsabilità.
Intanto, occorrerà aspettare almeno fino al 9 febbraio prossimo, quando la procura nominerà due consulenti per verificare lo stato di salute dei 50 bambini colpiti da malattie respiratorie nel periodo compreso tra il 2000 e il 2006. Gli esiti delle perizie, però, saranno disponibili solo il prossumo autunno.
E intanto dall’Enel: “Siamo sereni, nella consapevolezza di aver sempre operato nel rispetto delle norme vigenti a tutela della salute e dell’ambiente“.
Francesca Mancuso