Gli scienziati della CIA, le cosiddette spie governative statunitensi, stanno lavorando sulla possibilità di utilizzare i beni dell'Intellingence Federale, compresi i satelliti spia e gli altri sensori, per monitorare il cambiamento climatico ambientale.
Gli scienziati della CIA, le cosiddette spie governative statunitensi, stanno lavorando sulla possibilità di utilizzare i beni dell’Intellingence Federale, compresi i satelliti spia e gli altri sensori, per monitorare il cambiamento climatico ambientale.
Come spiega anche il New York Times, il programma riporta in vita un gruppo scientifico del Governo Federale, il MEDE (Measurements of Earth Data for Environmental Analysis) dedicato alla sorveglianza ambientale, nato nel 1992 durante gli anni di Clinton e fermato dall’amministrazione Bush nel 2001, per Apaura che il problema dei cambiamenti climatici potesse rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale (non è un mistero che Bush negli anni di governo non ha portato avanti grandi misure per la sicurezza ambientale).
Il progetto è stato però ripreso dal governo di Obama e, rilanciato recentemente a Capitol Hill, ora gode dell’appoggio del nuovo capo della CIA Leon Panetta.
I dati raccolti dal gruppo scientifico, includono migliaia di immagini ad alta risoluzione scattate da satelliti spia dell’intelligence, che offrono agli scienziati una possibilità senza precedenti di comprendere e prevedere i grandi cambiamenti climatici sulla superficie terrestre, in particolar modo lo scioglimento dei ghiacci marini.
Come ha dichiarato il Professore Norbert Untersteiner dell’Università di Washington, specializzato nello studio dei ghiacciai polari e membro del dipartimento MEDEA, “Il tesoro delle immagini è veramente utile anche dal punto di vista economico e logistico in quanto permetterà di scoprire anche nuove rotte nell’Artico per il commercio e il trasporto di gas naturale”.
Questo tipo di monitoraggio che consente di avvalersi di mezzi sofisticati come i satelliti per visionare lo stato dell’ambiente, non ha risparmiato ulteriori critiche dalle frange più conservatrici. Proprio pochi giorni dopo l’apertura della commissione MEDEA per la valutazione da parte della CIA dei cambiamenti climatici, il senatore repubblicano del Wyoming John Barrasso, ha dichiarato che l’agenzia “dovrebbe combattere i terroristi, non spiare i leoni di mare“.
Anche se queste critiche sembrano destinate a crescere, tale monitoraggio continua ad essere difeso dalle alte sfere governative. Il funzionario federale Ralph J. Cicerone, presidente della National Academy of Sciensces, ha dato punti a tale programma scientifico che oltre ad essere completamente gratis permette lo sfruttamento di tecnologie avanzate e già in attivo, offrendo inoltre l’opportunità di raccogliere i dati ambientali che altrimenti sarebbero impossibili da ottenere, e di farlo con il tipo di regolarità, che può rivelare le dinamiche del cambiamento ambientale.
Ma con la dichiarazione ufficiale del Pentagono del mese scorso, con la quale ha dichiarato ufficialmente il cambiamento climatico una minaccia alla sicurezza nazionale, è improbabile che MEDEA sarà accantonato in tempi brevi e forse, presto, l’obiettivo primario della CIA non sarà più quello di scovare Bin Laden, ma di studiare i ghiacciai polari.
Gloria Mastrantonio