Detersivi ecologici, biologici e alla spina: intervista a Paolo Chiavaroli della Pierpaoli srl

Per fare un po' di chiarezza nel mondo dei detersivi ecologici, biologici e alla spina abbiamo rivolto qualche domanda a Paolo Chiavaroli, responsabile della divisione ecobiologicica Pierpaoli Srl

Nella detergenza, sia della persona che della casa, si fa sempre più attenzione ai prodotti che vengono utilizzati, con un crescente interesse verso la qualità dei materiali e, in generale, verso le tematiche ambientali: la richiesta di prodotti sicuri, che riducano al minimo l’impatto sul pianeta, ma anche sulla salute stessa è in costante aumento. Il consumatore che diventa sempre più consapevole, si sta orientando progressivamente verso cosmetici biologici, detergenti ecologici, detersivi alla spina. Soprattutto su quest’ultimo fronte però rimane un po’ di confusione. Che differenza c’è, ad esempio tra un detersivo ecologico e uno biologico? I detersivi sfusi sono anche naturali? Come riconoscerli?

Per tentare di fare un po’ di chiarezza sull’argomento, abbiamo rivolto queste domande a Paolo Chiavaroli, responsabile della divisione ecobiologicica Pierpaoli Srl che con i loro prodotti, a partire dai detersivi Lympha e proseguendo con le nuove linee Fòlia e Sensé, sembra proprio aver trovato il connubio tra ecologia, etica e sostenibilità.

1) Quando un prodotto per la detergenza, sia esso un cosmetico o un detersivo può definirsi ecologico?
Ecologico è un termine generico che fa riferimento all’impatto che l’utilizzo di un prodotto produce sull’ambiente e può indicare cose anche molto diverse, se non si chiarisce in che senso si usa quella parola. Se il prodotto è certificato come ecologico da un organismo terzo, questo significa che il produttore si è attenuto alle regole fissate dall’ente certificatore, regole che chiunque può conoscere. Nel caso di un prodotto non certificato bisogna affidarsi alla comunicazione del produttore che ricorre, in questo modo, ad una sorta di autocertificazione. Tornando ai prodotti certificati si può dire che attualmente in Europa l’impatto ecologico di un detergente si calcola determinando il “volume critico di diluizione” ossia la quantità di acqua necessaria perché una dose del prodotto sia innocua per gli organismi acquatici. Per ogni prodotto l’ente certificatore fissa un valore massimo; se si è sotto tale valore massimo il detergente può definirsi ecologico, altrimenti no.

2) Cosa distingue un prodotto ecologico da uno biologico?
folia_linea_greenmeL’ecologicità di un prodotto, come abbiamo visto, considera il suo impatto ambientale successivamente all’utilizzo, quando, di fatto, il detersivo viene disperso nell’acqua di mari, fiumi e laghi. L’aspetto del biologico, invece, mette in gioco ciò che avviene prima del consumo, quando si può decidere di usare ad esempio ingredienti che provengano dall’agricoltura biologica. È chiaro che l’utilizzo, ad esempio, di un olio ottenuto da piante coltivate in modo biologico comporta un ulteriore valore aggiunto perché vi sarà stato un minore impatto sull’ambiente anche nella fase di produzione delle materie prime necessarie a realizzare il prodotto finale.

3) Voi siete impegnati da anni a sviluppare linee di prodotto che garantiscono la massima sicurezza sotto ogni aspetto, ma cosa significa parlare di detersivo ecobio?
Significa parlare di prodotti che abbiano il miglior punto di equilibrio possibile tra esigenze sociali, ambientali e di funzionalità. Non dimentichiamo il terzo aspetto. Il prodotto alla fine, oltre che essere attento alle ragioni ambientali e sociali, deve anche lavare bene. In caso contrario, infatti, uno degli effetti sarà quello di indurre il consumatore ad utilizzarne una maggiore quantità perdendo in questo modo anche il vantaggio ambientale promesso.

4) Con la linea Lympha siete anche produttori del circuito delle Botteghe del Commercio equo e solidale. Eco, Bio e solidale, il connubio perfetto della sostenibilità è dunque possibile?
detersivi_alla_spinaNon parlerei di perfezione perché, appunto, si tratta ogni volta del raggiungimento di un punto di equilibrio sempre migliorabile. Direi che si tratta, con una buona dose di umiltà, di fare il possibile per essere attenti, nello svolgimento della propria attività produttiva ed economica, a tutti gli aspetti che ne sono coinvolti e in primo luogo a quello relativo alle persone le quali, a loro volta, sono inserite in un ambiente. Per noi l’aspetto ambientale non è mai dissociabile da quello sociale. Nel caso della linea equosolidale, ad esempio, utilizziamo un olio biologico proveniente da un progetto di un’area del Brasile molto povera, dove il riscatto sociale ed economico passa anche attraverso la possibilità di raccogliere ed usare liberamente una particolare noce di cocco, il cocco babassù. Da questo frutto si ottengono diversi prodotti utili alla comunità, tra i quali l’olio biologico da noi utilizzato; in ultima analisi, i produttori ottengono un reddito equo e l’opportunità di migliorare le proprie condizioni di vita salvaguardando il proprio ambiente. Non per niente chiamano l’albero del cocco babassù “albero della vita”.

5) Come testate i vostri prodotti?
Sempre in laboratori esterni. In genere i test riguardano tre aspetti:

  • la funzionalità (test di perfomance) nel quale verifichiamo che il prodotto effettivamente funzioni, ossia che lavi bene;
  • l’effetto sulla pelle, attraverso il quale verifichiamo la non irritabilità dei prodotti che vengono a contatto, appunto, con la pelle;
  • la conservazione dei prodotti, da cui dipende anche la conservazione nel tempo della loro efficacia.

Sui prodotti di cosmesi ci sono poi anche altri test, come quelli attraverso i quali verifichiamo l’assenza o la presenza entro parametri di sicurezza di sostante potenzialmente allergeniche.paolo_ch

6) È possibile un futuro per i detersivi biologici all’interno della grande distribuzione ? E, in generale, il futuro dei detersivi è alla spina?
La grande distribuzione, nel campo dell’attenzione ecologica nel settore detergenza, ha mosso i primi passi con la proposta della vendita del detersivo sfuso. Il prodotto il più delle volte in realtà non era ecologico e l’aspetto di attenzione ambientale era dovuto esclusivamente al risparmio di plastica derivante dal riutilizzo dei flaconi. Ora diversi soggetti della GDO hanno cominciato a proporre anche detersivi ecologici. Forse fra qualche anno vi troveremo anche quelli biologici, ma questo potrà avvenire solo a seguito di una ulteriore e generale crescita di consapevolezza sul valore aggiunto rappresentato dall’utilizzo di materie prime da agricoltura biologica in questo settore. Invece non ci sono dubbi che la vendita alla spina è il futuro per questa come per altre tipologie di prodotti.

7) Cosa giustifica il prezzo più alto di questo tipo di prodotti?
L’utilizzo di materie prime diverse, spesso biologiche e prodotte su piccola scala anziché su scala industriale.

8) In futuro possiamo sperare che diventino più accessibili per tutte le tasche?
Probabilmente sì. Ma certo non possiamo pensare di scendere sotto certe soglie se vogliamo pagare equamente le materie prime, sia che si tratti dell’olio d’oliva prodotto in Italia, sia che si tratti dell’olio di cocco proveniente dal Brasile.

Attenzione però a fare i conti giusti al riguardo, perché le differenze potrebbero essere molto minori di ciò che appare. La comparazione dei prezzi va fatta non sull’unità di vendita di un prodotto (un litro del prodotto A e un litro del prodotto B) ma sull’unità funzionale, ossia sulla dose necessaria per un buon lavaggio. Ricordiamo che il sistema più semplice per abbassare il costo di un detergente è ridurre la quantità di principi attivi ed aumentare quella dell’acqua! Alcuni dei nostri migliori prodotti costano il doppio di prodotti tradizionali dal punto di vista dell’unità di vendita, ma se si considera il costo del lavaggio l’aumento è di solo qualche centesimo ad utilizzo.

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9) La Divisione Eco è solo una sezione della Pierpaoli Srl che è un laboratorio che produce prodotti tradizionali. Può sembrare un controsenso….
L’azienda viene da una produzione di tipo tradizionale e il progetto è di riconvertirla progressivamente verso una produzione ecologica ed equosolidale. L’allargamento del settore ecobiologico produce progressivamente la riduzione delle produzioni tradizionali. Il vincolo che ci siamo dati in questo percorso è di non perdere per strada nessun posto di lavoro, di non mandare a casa nessuno dei nostri addetti e collaboratori. Un obiettivo sociale che ci sembra fondamentale quanto gli altri. Soprattutto in questa fase, in cui la qualità del lavoro è la sfida decisiva, il luogo di più immediata affermazione dei diritti delle persone.

10) Avete da poco lanciato una linea bio-ecologica per bambini, ce ne sono altre allo studio?
La prossima sarà dedicata alla detergenza professionale ecologica.

11) I prossimi progetti?
Intendiamo percorrere sempre più a fondo la strada intrapresa con la produzione della linea “fòlia” nella ricerca di produzioni di materie prime locali, frutto di una filiera corta, trasparente e verificabile. È difficile parlare in questo settore di chilometro zero, ma certo si può parlare di meno chilometri possibili.

Continuiamo poi la ricerca per mettere a disposizione dei nostri interlocutori sistemi di erogazione alla spina sempre più efficaci e funzionali in modo da intervenire anche nell’ambito della riduzione dei rifiuti. E poi ricerca di molecole e formule che ci permettano di realizzare prodotti efficaci ma sempre più leggeri nel loro impatto sull’ambiente e, attraverso l’ambiente, sulle persone. Come si vede la parola fondamentale è ricerca, ricerca continua.

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