Il 25 settembre ripartiranno i nuovi incentivi per l'acquisto di una bicicletta. Il Ministro Prestigiacomo all'Eicma 2009 che si è appena concluso a Milano, ha promesso altri 14 milioni di Euro, di cui quasi 8 destinati proprio alle due ruote a pedali e in particolar modo a bici elettriche e a pedalata assistita. Ecco allora una guida per non farci trovare impreparati e scegliere quella che fa maggiormente al caso nostro.
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Grazie alla bicicletta elettrica potremo unire la nostra voglia di stare in forma ed evitare il traffico cittadino con il nostro essere “green” senza farci spaventare da “quella salita maledetta che proprio quando sono stanchissimo mi trovo davanti!”. Oltre ad elencarvi le tante qualità, caratteristiche tecniche e possibilità di acquisto di una bici elettrica, iniziamo con qualche piccola curiosità…
Storia e curiosità della bicicletta elettrica
Dopo il perfezionamento della bicicletta durante i primi decenni del 1900, nel 1946 viene alla luce la Spacelander di Benjamin Bowden. Possedeva un design affascinante ed una tecnologia avveniristica: era già dotata di un motore elettrico capace di funzionare anche da generatore per il recupero dell’energia prodotta durante i tratti in discesa.
Questo però rimase un prototipo e per i primi veri tentativi di diffusione di biciclette elettriche bisogna aspettare gli anni ’80 e l’esplosione dell’inventiva giapponese. Sfruttando l’invenzione delle batterie Nichel-Cadmio (ben più leggere delle precedenti “cugine” al piombo sigillate e destinate ben presto ad essere sostituite da quelle NiMH e al Litio perché particolarmente inquinanti), cominciarono a circolare in Giappone i primi rudimentali esempi di bici assistite elettricamente.
I due punti di svolta, capaci di dare un fortissimo impulso propositivo allo sviluppo di biciclette pedelec, sono rappresentati dal “pas prototype” (brevettato dalla Yamaha nel 1989) e da un’iniziativa senza precedenti da parte del consiglio nazionale delle ricerche cinese, che nel 1991 indicò la bici elettrica come uno dei progetti prioritari, avviando il processo che condusse dalle 40000 unità vendute in quel paese nel 1998 ai 10 milioni del 2005.
Sempre la Yamaha nel 1994 iniziò la commercializzazione della sua bicicletta a pedalata assistita, mentre un anno più tardi la Biketec (Svizzera) realizzò la prima Flyer, iniziandone nel 2001 la produzione in serie.
Nello stesso periodo anche altri Case costruttrici affermate iniziarono la commercializzazione dei primi modelli di biciclette elettriche avviandone, finalmente, la diffusione in Italia.
Queste biciclette introdussero, per la prima volta, il concetto di “pedalata assistita”, ovvero non erano biciclette spinte da un motore elettrico, ma nelle quali l’energia prodotta andava a “sommarsi ed integrarsi” con quella espressa dalla forza muscolare del ciclista.
Altra piccola curiosità: il termine pedelec per distinzione dall’e-bike (cioè bici solo elettrica) è stato usato la prima volta nel 1998 da Susanne Bruesch, attuale responsabile della comunicazione di Extraenergy, nella sua tesi di laurea.
Nel frattempo, un vuoto legislativo dovuto alla rapida evoluzione di questi progetti, permise il proliferare di biciclette in cui non era necessaria la pedalata per mantenere in funzione il motore elettrico. Questo almeno fino al 2002, quando venne emanata una Direttiva Europea (la 2002/24/CE) che rese di fatto “fuorilegge” le biciclette in cui il motore non aveva bisogno della pedalata per rimanere attivo. Questa direttiva è stata recepita in Italia nel 2003 (31 gennaio) diventando parte integrante del Codice della Strada.
Caratteristiche tecniche e vincoli legislativi d’utilizzo
Il funzionamento di una bicicletta elettrica ( a pedalata assistita ) è semplice, ma allo stesso tempo estremamente complicato se analizzato nel dettaglio. Nei tratti generali si tratta di una comune due ruote a pedali che permette di alleggerire lo sforzo durante la pedalata grazie ad un motore elettrico, piccolo e leggero, che va ad integrarsi all’energia da noi stessi prodotta. Affinché questo avvenga bisogna rispettare una determinata condizione: l’assistenza alla pedalata si attiva soltanto ad una velocità inferiore ai 25km all’ora ( in salita quindi difficilmente ci lascerà a “piedi”, ma in discesa non ci aiuterà a raggiungere velocità da “brivido” ).
La batteria del motore ha una discreta autonomia e ci permetterà di percorrere fino a 40km con un tempo di “ricarica” di circa 3 ore nelle comuni prese domestiche (costo stimato di una ricarica circa 0,50€). Altro tipico vantaggio e caratteristica è la scarsa manutenzione richiesta, veramente equiparabile a una consueta bici a pedali.
Quello che rende “complicata” una bicicletta elettrica, e al momento la rende costante oggetto di studio del Comitato Tecnico Europeo CEN/TC 333 ‘Biciclette”, è rappresentato dalle effettive caratteristiche tecniche: equipaggiata da uno speciale motore elettrico che funziona in corrente continua e da batterie fisse, spesso la bicicletta elettrica ha anche un “cervello elettronico” che ne comanda tutte le funzioni, oltre ad un sensore di velocità che è in grado di capire quando è necessario intervenire a supporto della pedalata, riducendo quindi lo sforzo (ad esempio partenza da fermo o in salita).
Parlando poi nello specifico di Codice della Strada, le regole che valgono per le normali bici sono le stesse sostanzialmente valide anche per le bici elettriche a pedalata assistita. Quindi niente uso obbligatorio del casco (rif. art.50 codice della strada ), necessità di patente o patentino per l’utilizzo, non è richiesta la maggiore età, non è obbligatoria la copertura assicurativa. Unica novità, introdotta qualche mese fa ( vedi modifiche al codice della strada ), che ha come unico effetto reale il punire chi va in bici avendo la patente, mentre garantisce ai non patentati e ai minorenni un clamoroso “free pass”.
Diverso il discorso che si deve fare per le biciclette elettriche con motore autonomo. Quali le differenze con quelle a “pedalata assistita”? Innanzitutto il motore non ha bisogno che si stia pedalando per entrare e rimanere in funzione. Non esistono poi, come invece è per le “cugine”, i vincoli di potenza nominale massima del motore e di velocità massima ( per i modelli a pedalata assistita rispettivamente di 0,25kW e 25km/h ). Cambia anche il trattamento rispetto al Codice della Strada, che le equipara in tutto e per tutto ad un ciclomotore e ne impone il rispetto delle medesime regole. Lo stesso vale se è montato un motore che funziona sia a pedalata assistita che come motore autonomo.
Al di là di certe incomprensibili leggi, nello specifico criticata anche da Legambiente, nelle quotidiane “traversate” cittadine per andare al lavoro o nel tempo libero, di certo un mezzo di trasporto molto utile per superare salite o “punti critici” ( ne è un esempio Roma e i suoi famosissimi Sette Colli, molto amati da romani e turisti, ma molto meno quando si è ciclisti… ).
Iniziative per incentivare l’utilizzo delle bici elettriche
Negli ultimi mesi abbiamo vissuto alterni momenti per quanto riguarda le iniziative statali al riguardo. Su greenMe.it avete potuto seguire le varie evoluzioni e tappe che hanno contraddistinto gli Eco-Incentivi 2009. Siamo passati dall’euforia iniziale per i finanziamenti statali promossi dal Ministro Prestigiacomo, pubblicizzati su vari quotidiani, blog e siti internet ed accolti con grande entusiasmo, alle incertezze di Maggio legate sia a delle difficoltà nella fruizione degli incentivi stessi da parte dei negozianti che alla sospensione per esaurimento fondi, dall’essere rassicurati con il nuovo stanziamento oggi finalmente confermato.
A differenza della prima campagna di incentivi, lo sconto del 30% per l’acquisto di una bici elettrica può arrivare fino ad un massimo di 450 Euro (contro il massimale di 700 Euro previsto a Maggio). A breve sarà attivato sul sito del Ministero dell’Ambiente, un canale dedicato all’indirizzo www.incentivibiciclette.minambiente.it con tutte le informazioni per avere accesso allo sconto, la lista dei rivenditori e dei modelli che rientrano nelle agevolazioni statali.
Il Bike-sharing
In alcune città sta inoltre prendendo piede una nuova e molto interessante iniziativa: il bike sharing con modelli a pedalata assistita. Seguendo l’esempio di Genova, che da fine Aprile si è dotata della sua “flotta” di bici elettriche in condivisione, anche Teramo ha gettato le basi per un progetto molto interessante. Un prototipo di stazione di bike-sharing con pensilina fotovoltaica, la cui progettazione e costruzione saranno curate, nel rispetto di criteri urbanistico – architettonici, dall’istituto tecnico “Cerulli” di Giulianova. Nella realizzazione verrà impiegato non soltanto personale docente, ma anche alcuni studenti dando così all’iniziativa risvolti anche didattici. Le bici non solo contribuiranno a ridurre l’inquinamento, ma saranno ricaricabili direttamente con energia rinnovabile. Un’iniziativa che speriamo possa rappresentare un esempio da seguire.
Durante l’estate si è unita a loro anche Ostia, dove è stato inaugurato un nuovo servizio di Bike Sharing che mette a disposizione di cittadini e romani 20 biciclette di cui 6 elettriche. Gestito, come quello già attivo a Roma, da Atac, il servizio è stato allestito in collaborazione con Aci Consult e XIII Municipio con tre postazioni di noleggio: Porto Lungomare Duca degli Abruzzi, Venezia Lungomare Amerigo Vespucci e in piazza della Stazione Vecchia. Il noleggio sarà possibile con la stessa card ricaricabile attiva a Roma, dal costo di 5 euro e con tariffa di 50 centesimi ogni mezz’ora o frazione.
Guida all’acquisto di una bicicletta elettrica
La prima cosa da fare prima di decidere per qualsiasi modello è porsi un serie di domandine, molto utili a capire che tipo di utilizzatori siamo e quali caratteristiche saranno per noi fondamentali nella bici elettrica da acquistare:
- I tragitti “soliti” da affrontare saranno brevi o medio-lunghi? In questo caso particolare attenzione va posta sull’autonomia della batteria, alcuni modelli forniscono molti confort, ma può capitare che siano un modo per distrarre da una batteria costosa da ricaricare e dal kilometraggio potenziale piuttosto scarso;
- Che tipo di percorsi affronterai, molte salite o terreni non ottimali? Il fattore salite viene presto risolto dall’acquisto di modelli “leggeri”, che abbiano un peso diciamo intorno ai 21-26 kg e, specialmente nel caso di terreni sconnessi o non ottimale, meglio optare per una due ruote dotata di ammortizzatori. Ridurre le vibrazioni e gli urti aiuterà a prevenire il rischio rottura;
- Capacità di manutenzione fai da te o necessità di assistenza? In questo caso meglio scegliere una marca più conosciuta: potrebbe risultare una spesa maggiore all’inizio, ma un sicuro vantaggio nel tempo;
- Per quanto riguarda il telaio, quanto conta l’estetica e quanta paura fa la pioggia? Il consiglio è di sicuro di non fidarsi sempre e comunque delle immagini via internet: i colori possono non corrispondere e anche la forma può avere un diverso “colpo d’occhio”. Parlando di pioggia invece la soluzione più semplice è probabilmente la migliore: evitare i telai in ferro, specialmente se si prende la bici in qualsiasi condizione atmosferica;
- Quanto è importante il prezzo? Il consiglio è di spendere secondo possibilità. Spiegando meglio, è preferibile non scendere troppo di prezzo andando su modelli ultra economici: si rischiano un’assistenza inadeguata in caso di necessità, un prodotto che non soddisfi a pieno le nostre esigenze oltre ad un peso totale del mezzo che non sia affatto trascurabile. È giusto cercare di risparmiare, ma bisogna contare in questo risparmio anche le eventuali spese che una bici elettrica di scarsa qualità potrebbe comportare.
Un consiglio generale, qualsiasi tipo di utente siate, è di fare bene attenzione al fatto che il modello da voi scelto lasci la “ruota libera” in caso di esaurimento o di malfunzionamento della batteria o dell’impianto motore: le bici elettriche altrimenti diventerebbero dei macigni difficili da spostare!
Dove poter acquistare una bicicletta elettrica e prezzi
Oltre al consueto acquisto “sul territorio”, su internet impazzano siti e negozi di e-commerce disponibili alla vendita ed al relativo recapito del mezzo direttamente a casa nostra: alcuni esempi di siti nei quali è possibile acquistare bici elettriche sono CHL, Sport Town o Dynabikestore. Da non dimenticare poi Biciassistita, dove in nostro aiuto viene una divisione dei vari modelli disponibili fatta tra bici classiche, leggere, compatte e “speciali”. Una bella mano visto che nella maggior parte dei siti questo lavoro non viene fatto.
I prezzi in generale vanno da circa 600 ai circa 2.000 euro per quanto riguarda le bici “a pedalata assistita”, passando da modelli più o meno di “marca” e via via diversamente accessoriati ( cestino, bauletto, sacche laterali ecc.. ). Il funzionamento di base rimane sempre lo stesso nei diversi “allestimenti”, con variazioni di prestazioni difficilmente variabili viste le strette normative al riguardo ( le variazioni solitamente riscontrabili sembrano essere le caratteristiche della batteria e la sua durata in km ).
I costi salgono decisamente se andiamo a prendere in considerazione i modelli con “motore autonomo”. Sarà per il fatto che raggiungono velocità maggiori e non hanno bisogno del nostro aiuto per portarci a spasso, queste due ruote arrivano a prezzi meno popolari, dagli oltre 1.000/1.500 agli addirittura 50.000 euro della ErockIT GmbH, un piccolo gioiello della tecnologia tedesca. Sembra che la sua velocità di punta sia intorno agli 80 km/h e che sia compatibile con gli standard europei per i ciclomotori ( con tutte le regolamentazioni che ne conseguono, come l’obbligo del casco ecc. ). Prezzo ancora poco accessibile per i ritardi nel passaggio alla fase di produzione industriale, ma che pare destinato ad un consistente calo.
Il consiglio, a prescindere dal prezzo e dall’acquistare tramite sito di e-commerce o negozio “reale”, resta però sempre lo stesso: attenzione prima alle specifiche tecniche ed alle condizioni contrattuali ( che sia ben evidente prima se c’è la possibilità di usufruire di sconti statali o eco-incentivi e se questi siano già stati applicati o meno al prezzo esposto ). Quando si acquista è sempre meglio domandare troppo che troppo poco!
Principali Case Produttrici e Modelli
Se parliamo di bici elettriche a pedalata assistita, in Italia non possiamo non partire da una delle marche più affermate nel panorama nostrano: la Italwin. Questa casa produttrice mette sul piatto alcuni modelli molto interessanti sia per le prestazioni che per i vari confort offerti nei vari “pacchetti”. Altra “italiana” in prima linea su questo fronte è la Up-Positive, che ha fatto della sua S8.3 Litio uno dei suoi modelli di punta. Molto attiva sul mercato è anche la E-Go, mentre si propone nel mercato “elettrico” anche una storica azienda produttrice di bici da corsa e da strada, la Bottecchia, che prende il nome dal campione di ciclismo e primo italiano a vincere il Tour de France ( due volte consecutive nel 1924 e 1925 ) Ottavio Bottecchia. Fra le possibili alternative per quanto riguarda la distribuzione si inserisce una “concorrente” non scontata, ma più che mai “in tema”: l’ Enel, che direttamente dal suo sito propone l’acquisto del modello da loro selezionato, il City 28.
Ecco ora qualche esempio di biciclette elettriche “a pedalata assistita” fra le quali poter scegliere:
Flyer – Marchio Biketec – Un modello che non può mancare nella nostra selezione, uno dei migliori sul mercato e capace di un’autonomia di circa 80km ed un cambio con sensore di sforzo per regolare l’utilizzo del motore. Molto utile e indicata per chi ne volesse fare il proprio mezzo alternativo per recarsi al lavoro. Prezzo sopra la media della categoria, circa 2700,00 euro, così come le sue caratteristiche e prestazioni.
EcoCity – Marchio Atala – Citazione doverosa anche una delle case storiche italiane, l’Atala, che con EcoCity presenta un modello studiato appositamente per i centri abitati. Il peso è di circa 26kg ed è prodotta con cambio shimano FT30, 6V. A farle compagnia troviamo anche la Eco Folding ( modello pieghevole e ultraleggera, solo 22kg ) e la EcoLife (elevata autonomia di batteria sia in termini di prestazioni che di durata nel tempo ). Il prezzo varia dai 790,00 per la EcoCity ai 1.150,00 della EcoFolding.
BE1 Elettrica – Marchio Bottecchia – Una bicicletta studiata per essere comoda e pratica per le signore, ha nei suoi punti di forza il cambio Shimano TX 50 ed il telaio TRK 26′ Alu lady monotubo basso lower, oltre ad un peso non eccessivo ( circa 27 kg ) Unica “pecca” l’autonomia ( tra i 25 e i 35 km/h ) leggermente inferiore rispetto alla media. Disponibile in colore silver/nero, il suo prezzo di listino è di 959,00 euro. Disponibile anche su SportTownonline.
BE2 Uomo e Donna – Marchio Bottecchia – La “cugina” della BE1, ne risulta essere in un certo senso la versione “migliorata” grazie a delle importanti novità. Innanzitutto l’autonomia, praticamente raddoppiata ( tra i 50 e i 60 km/h ) e la possibilità di scegliere un telaio specifico per uomo o per donna. Il peso è inferiore, siamo adesso sui 25kg, e sulla bici è presente anche un modulatore di potenza regolabile su quattro livelli. Il costo sale rispetto alla BE1, ma non nella maniera che si potrebbe pensare. Prezzo di listino 1049,00 euro ed è anch’essa è disponibile, oltre che sul sito della casa produttrice, anche su SportTownonline.
Beauty – Marchio Italwin – Nella media per quanto riguarda il peso, questa “elettrica”, presentata nella doppia versione con batteria al piombo o al litio, con la differenza che in questo caso è netta sia nel peso ( circa 8 kg in meno per la versione “litio” ) che nel prezzo ( prezzo di listino che passa da 690,00 a 1130,00 euro ). Anche in caso di esaurimento della batteria, il motorino elettrico lascia “libera” la ruota di girare e non frena in alcun modo la pedalata. Dotata di cambio Shimano a 6 rapporti, nella sua edizione “Sprint” dispone anche di un potenziometro per la regolazione della potenza del motore. L’autonomia va dai 40 km della versione “al piombo” ai 50 km di quella equipaggiata con batteria al litio. Sito a cui poter far riferimento è Biciassistita. Sconsigliata a chi vuole affrontare salite particolarmente ripide, vista la pendenza massima superabile indicata nel 9%.
Beauty Queen – Marchio Italwin – Sia pur con caratteristiche generali simili, aumentiamo in queto caso decisamente di prestazioni rispetto alla “semplice” Beauty, con la pendenza massima portata fino al 17% ( ricordiamo che viene sempre intesa come riferita ad un conducente di circa 50 kg ). Buona l’autonomia e peso in linea con le migliori della categoria, sconsigliata però ai “diversamente alti”, visto che dal terreno alla sella l’altezza minima è di 85 cm. Prezzo che va dagli 870,00 per la batteria al piombo ai 1320,00 euro dalla versione “al litio”.
Serie 3 – Marchio Up Positive – Ottime prestazioni ed autonomia per la Serie 3 della Up Positive, con qualche piccola pecca legata al peso ( motore incluso arriva ai 40 kg ). Un bilanciamento però viene già dalla pendenza superabile, il 15%, con un conducente che può pesare fino a 65 kg. Notevole anche l’autonomia, che attivando la funzione “economy” garantisce 60 km.
Serie 4 – Marchio Up Positive – Leggero calo per quanto riguarda la pendenza affrontabile con la Serie 3, ma un netto vantaggio rispetto all’altezza della sella: soli 69 cm. Un carattere meno sportivo bilanciato da una maggiore facilità di utilizzo e da una garanzia sulla batteria al litio di 12 mesi. Presente nelle versioni L4.1, L4.3 e S4.3, ha un peso che varia dai 36.5 kg della L4.1 base ai 26.5 kg della S4.3 litio. Presente anche un regolatore di potenza del motore, i prezzi vanno da un minimo di 675,00 euro per la L4.1 ai 1395,00 euro della più tecnologica S4.3.
Prestige Lux Lithium Extra – Marchio Italwin – Con la Prestige entriamo direttamente nell’area delle “leggere”. Il peso è ridotto a poco più di 22 kg, pur conservando le maggiori caratteristiche di punta della casa italiana e anzi, si distingue per durata della batteria ( fino a 600 ricariche ) e confort ( altezza del sellino di 40 cm ). Il manubrio è ammortizzato ed è possibile regolare l’intensità del motore fino a scollegarlo del tutto ed utilizzare la Prestige come una comune bicicletta. La sua dotazione standard comprende il cestino anteriore ed un cambio Shimano a 7 velocità, oltre a vantare un’autonomia di 40 km in regime “Slow”. Disponibile anche su Biciassistita, il suo prezzo è di 1330 euro.
Tommy Lux – Marchio Italwin – Questa due ruote è un ottimo esempio di compatta, molto leggera ( peso di 20 kg ) e pieghevole. Il resto delle caratteristiche è nel rispetto dei migliori tratti delle “colleghe” ed il suo prezzo varia dai 940,00 della versione base ai 1070,00 euro della versione con batteria al litio.
E2800 – Marchio Helkama – Studiata per stupire. Una bicicletta in grado offrire prestazioni, confort e tenuta che supera nettamente le rivali. L’autonomia arriva a 60km e i cicli di ricarica che può sostenere la batteria al litio sono 1.000. Dispone di luci alogene alimentate da una dinamo situata nel mozzo della ruota anteriore e di forcella con sospensione idraulica e ammortizzatore regolabile. Il cambio è a 8 rapporti ed i pneumatici montati sono Michelin. Anche il prezzo si stacca in maniera decisa dalle concorrenti e arriva di listino a 2340 euro. Possibilità di sconto sul prezzo su alcuni negozi online come CHL.
Se poi cercate qualcosa che vi permetta di passeggiare piacevolmente con la vostra dolce metà niente di meglio che una soluzione come la Erotech Tandem Twin Trekking. Buone le caratteristiche tecniche, unico neo la durata della batteria, limitata ad appena 300 cicli di ricarica. Prezzo segnalato: 1829,00.
Tra le e-bike “NON a pedalata assistita” troviamo Bhono e Domino, entrambi a Marchio Cicloone. Durata e velocità sono simili alle “cugine”, ma non è necessario pedalare per attivare il motore, regolato separatamente, e sono limitate all’utilizzo in aree private ( altrimenti sono da considerare come veri e propri ciclomotori, quindi con tutti gli obblighi del codice della strada in materia ).
Non volete rinunciare all’amica di tante passeggiate, ma volete lo stesso una bici elettrica? Potete realizzare il vostro personale modello partendo dalla vostra fidata e vecchia amica. Seguendo questo link troverete un’accurata descrizione su come procedere al montaggio su bici classica delle apparecchiature che la renderanno “elettrica”. Troverete anche un esempio di apparecchiatura “pronta all’uso”, per un costo finale di circa 400 euro.
Prototipi e modelli del futuro
Forse Craig Calfee non immaginava il successo che avrebbe avuto questo sua realizzazione, ma ben presto il costruttore di telai su misura ha dovuto inserirla nel suo listino prezzi. L’utilizzo del bambù non deve preoccupare gli appassionati di biciclette riguardo possibili danneggiamenti: oltre ad essere più leggeri della maggior parte dei telai in alluminio, i telai in bambù sono in grado di assorbire le vibrazioni in maniera ottimale ed essendo un materiale elastico, di resistere agli urti e ancora meglio alle sollecitazioni dell’uso su strada. Negli Usa ( Brooklyn, New York ) si tiene anche un corso, del costo di 1.000 $ e comprendente anche tutti i materiali necessari, per imparare a realizzare da sè la propria “bamboo bike“.
Restando in tema di “natura”, un modello che di sicuro attirerà per molto tempo ancora la curiosità generale è il “1/2 Equino“. L’innovativo sistema “a cavalcata” permette, in caso di esaurimento delle batterie, di poter raggiungere la propria destinazione dopo aver “galoppato” sulla propria bici per un minuto o due, tanto quanto dovrebbe bastare per ricaricare del minimo necessario gli accumulatori di corrente. Da tenere di sicuro in considerazione in caso di lunge giornate in giro sulla due ruote.
Negli scorsi giorni la Sanyo, una nota marca giapponese che produce bici elettriche, ha presentato i suoi ultimi gioielli, tra le quali spicca la CY-SPK227, la prima bici elettrica in fibra di carbonio. Si tratta di una bici leggera e resistente agli urti, dotata di un motore che, a differenza delle altre “rivali” di mercato, agisce su entrambe le ruote ed è utilizzabile nelle modalità “Sport Traction” ( alte prestazioni ) e “Power Reserve Mode” ( consumi ridotti ).
Ultima piccola curiosità: gli ultimi dati in Cina parlano chiaro su come stia cambiando il mercato “a pedali”: la produzione di bici elettriche nel paese asiatico è stata di 22 milioni di unità, a fronte delle 65 milioni che si stima siano già presenti sulle strade cinesi. Un mercato che fiorisce e che sembra essere in continua espansione, ma che qualche preoccupazione cominciano a destarla: le vecchie batterie al piombo, che prima andavano per la maggiore, sono da smaltire in maniera molto accorta o altrimenti rischiano di diventare dannose per l’ecosistema.
Proprio per questo, oltre che per la maggiore leggerezza e durata, se pensiamo al futuro è meglio pensare…”al litio”.
Fonti e Sitografia
Storia e curiosità della bicicletta elettrica
http://www.jobike.it/forum
Caratteristiche tecniche e vincoli legislativi d’utilizzo
http://www.bicielettriche.net/
http://www.ancma.it
Il Bike-sharing
http://www.atac.roma.it
http://www.aci.it/index.php?
Dove poter acquistare una bicicletta elettrica e prezzi
http://www.erockit.net/
Principali Case Produttrici e Modelli
http://www.atala.it
http://www.italwin.it