White roof: una soluzione antica ad un problema imminente

Stephen Chu, segretario per l'energia di Barack Obama propone come soluzione al cambiamento climatico quella di dipingere di bianco tutti i tetti delle case facendo tornare in auge un'idea vecchia di secoli per avere le case più fresche.

Metti una Conferenza sul cambiamento climatico, organizzata nientemeno che dal  Principe di Galles (noto paladino dell’ambiente): il Nobel Laureate Symposium che vede raccolti intorno allo stesso tavolo un nutrito drappello di premi nobel in varie discipline insieme ai più grandi esperti di global warming. Chissà quali nuove e incredibili soluzioni ai problemi ambientali ci si aspetterebbe di sentire emergere. Invece arriva Stephen Chu, ospite d’onore nonché segretario per l’energia di Barack Obama  e lascia tutti a bocca aperta sciorinando una soluzione tanto semplice quando efficace per combattere attivamente e a basso, bassissimo, costo il riscaldamento ambientale: dipingere i tetti di bianco. Tutto qui. Ma non uno o due, tutti!

Le cose più semplici vengono facilmente scambiate per inutili, ma basta che qualcuno d’importante le riporti all’attenzione e allora tutti li a battersi il palmo sulla fronte: come abbiamo potuto scordare gli insegnamenti dei nostri avi?

L’idea non è certo delle più originali: i villaggi interamente composti da casette bianche sono un panorama abituale per chi è avvezzo a viaggiare lungo le coste del mediterraneo: dalla Grecia al Marocco in tutto il bacino del mare nostrum dipingere le abitazioni di bianco per riflettere il sole e mantenere il fresco è da secoli una soluzione ampiamente praticata.

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Mr Chu non parla a “mani vuote”: la California, lo stato USA più attento all’ambiente, ha già emanato una legge che impone a tutti i nuovi edifici commerciali di avere il tetto di colore bianco in seguito a uno studio della California Energy Commission – citato da Chu – che dimostra come un tetto bianco sotto il sole della California, basta da solo a risparmiare il 15% dell’energia elettrica usata dal condizionatore d’aria di quell’edificio.

Un articolo apparso lo scorso gennaio su New Scientist spingeva questo ragionamento molto oltre. L’autrice dell’articolo, Catherine Brahic, partendo dalla constatazione che la terra ha un albedo – ovvero la frazione di luce o, più in generale, di radiazione incidente che viene riflessa indietro da una superficie – dello 0.29 mentre le città, in media, dello 0.1 quindi riflettono meno e assorbono e si riscaldano di più.

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Un tetto bianco ha invece un albedo dello 0.3, addirittura minore di quello del territorio “naturale”, dove le zone completamente bianche sono davvero poche. A questo punto, considerando la superficie urbanizzata complessiva del pianeta, se ogni tetto fosse dipinto di bianco – secondo un ragionamento meccanicista molto semplificatorio – ciò basterebbe ad abbassare la temperatura globale di 1°!

Anche se queste stime non possono essere prese come perfettamente attendibili, in quanto i modelli climatici sono estremamente multidimensionali, sembra che l‘idea vecchia di secoli per avere della case fresche semplicemente dipingendole di bianco possa tornare velocemente in auge.

tettibianchiPerò non di solo albedo vive il clima e il tetto potrebbe essere occupato più proficuamente da delle piante – i cosiddetti green roof di cui vi abbiamo già parlato – che oltre a riflettere il calore contengono le acque piovane, producono ossigeno e abbelliscono il panorama, o ancora meglio da pannelli solari in grado di produrre energia pulita. Rispetto a queste due validissime alternative, i tetti bianchi hanno l’immenso vantaggio di essere economici e facilmente realizzabili con piccoli investimenti. Proprio la loro economicità li rende applicabili su larga scala nei paesi industrializzati ma anche in quei paesi in via di sviluppo che ancora non hanno accesso agli ultimi ritrovati della tecnologia, ma i cui abitanti spesso vivono più duramente le conseguenze del cambiamento climatico.

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