Un altro modo di fare finanza è possibile? Posso contribuire con i miei risparmi allo sviluppo di un'economia diversa? Banca Etica, la prima istituzione di finanza etica italiana, è sorta 10 anni fa per rispondere a queste domande.
Il percorso per arrivare all’8 marzo 1999, quando vennero aperte ufficialmente le attività nella prima sede di Padova, è durato quattro anni. Come prima tappa, la creazione della Cooperativa verso la Banca Etica da parte di alcune associazioni del cosidetto “Terzo Settore” e del mondo del volontariato, in particolare della rete delle MAG (Società Mutue per l’Autogestione) le quali già dagli anni Settanta operavano per lo sviluppo di un’economia della solidarietà. Queste ultime avevano infatti iniziato a raccogliere dei risparmi fra i soci in modo da finanziare nuove forme di cooperazione attente ai soggetti più deboli.
Nel corso degli anni novanta, il mutato contesto economico e finanziario impose una maggiore strutturazione delle attività e fu per questo che le MAG, insieme ad altre organizzazioni, decisero di realizzare un nuovo soggetto finanziario più adatto. Si trattava soprattutto di dare corpo a una nuova idea di banca, quale luogo di incontro animato dai principi della solidarietà, trasparenza, equità, sobrietà, partecipazione e centralità della persona. Uno strumento economico, certo, ma anche culturale, atto a promuovere una nuova visione sociale attenta alle problematiche etiche ed ambientali. Dopo un decennio le filiali sono salite a 11 (12 con l’ormai prossima apertura a Bari), con più di 28 mila soci fra cui circa 4.000 persone giuridiche; in tutto il paese si è consolidata una rete capillare di “banchieri ambulanti”, ossia promotori finanziari; il capitale sociale raccolto supera i 20 milioni di euro, oltre 450 milioni di euro in depositi.
Oggi, oltre alla banca il gruppo comprende anche Etica sgr (società di gestione del risparmio che si occupa della promozione di investimenti etici e dei progetti di microcredito), Etimos (il consorzio che raccoglie risparmio per sostenere programmi di microfinanza nei Paesi in via di sviluppo), la Fondazione culturale Responsabilità Etica (per la diffusione in ambito nazionale e internazionale della finanza eticamente orientata), la rivista “Valori” e un’azienda agricola (“La Costigliola”).
A livello europeo, Banca Etica e altre cinque istituzioni finanziarie europee hanno dato vita nel 2001 a FEBEA (Federazione Europea Banche Etiche ed Alternative); l’anno seguente è stata la volta di SEFEA (Società Europea di Finanza Etica ed Alternativa). Da queste importanti esperienze di “rete” Banca Etica – insieme alla spagnola Fiare (Fundación Inversión y Ahorro Responsable) e alla francese La Nef (La Nouvelle Economie Fraternelle) – ha quindi iniziato a progettare l’istituzione di una Banca Etica Europea.
A dimostrazione della vitalità di questa istituzione, proprio in questi giorni dalla collaborazione fra la Fondazione culturale e la Fondazione Sistema Toscana è nata Zoes – la zona equosostenibile. Una piattaforma aperta al contributo di operatori economici e cittadini responsabili che intendono “fare rete” attraverso il web. A quanta pare una nuova linfa verde scorre attraverso internet!