Google sta per lanciare sul mercato il Power Meter, un dispositivo che promette di misurare il consumo di energia elettrica e di mostrarlo direttamente on line.
Facciamo un po’ d’ordine. Ora come ora, se qualcuno deve fare un comunicato “green”, per finire sui media, basta che nomini il risparmio energetico. Brulicano i partecipanti a “M’illumino di meno“, lodevolissima (e molto efficace) campagna di risparmio energetico, promossa dalla trasmissione radiofonica “Caterpillar” (Radio2), che prevede lo spegnimento delle luci dalle 18 di oggi (fino alle 18.30 per chi può).
Però. Un giorno, qualcuno comunica che rimettendo a posto qualcosa in casa, uno spiffero, un rubinetto, o una lampadina, si risparmia fino al 30% di energia, acqua o gas. Un altro giorno, diventa del 20%, dato certo più credibile per chi non si fa la doccia come se fosse sotto al Niagara.
Quindi arriva un’altra seria iniziativa di Legambiente, che, sul neonato sito Isolando, spiega come, mettendo il “cappotto“ alla casa o i vetri “furbi”,la bolletta energetica possa scendere come minimo del 55% (casa di 100 mq. e meglio se singola).
Insomma, cominciamo ad essere un po’ confusi. Sappiamo che la terra promessa (il risparmio energetico e del portafoglio) è dietro l’angolo e ci impegniamo a raggiungerla con pochi/molti, piccoli/grandi accorgimenti. Ma di quanto sarà veramente questo risparmio?
Ce lo dirà Google, che in una strategia di impatto sostenibile, ma anche di business online e offline, comunica che produrrà il Power Meter, un dispositivo, per ora ancora in prototipo, che promette di misurare il consumo di energia elettrica e di mostrarlo istantaneamente online. Secondo chi lo ha sperimentato, l’immediatezza di un grafico rende evidente eventuali disfunzioni e facile intervenire sulla fonte di spreco.
Sappiamo che Google due su tre le azzecca, e che il dispositivo è senz’altro utile, ma va anche detto che altri dispositivi simili sono già in commercio, e che calcolano sul posto il consumo e la spesa degli elettrodomestici. Senza però l’ausilio di grafici su internet, sempre e ovunque disponibili ed in tempo reale. Saranno dunque questi a fare la differenza?