Arriva un maxi risarcimento da un milione e mezzo di euro per la famiglia di un ex dipendente della raffineria Kuwait di Napoli morto per mesotelioma pleurico perché esposto ad amianto
Nella zona est di Napoli la ex raffineria Kuwait è una delle zone industriali in dismissione più grandi d’Europa. Ma qui si muore di amianto. È il caso di V.T. che è morto per mesotelioma pleurico a 70 anni. Per lui e per la sua famiglia arriva almeno il sollievo di un maxi risarcimento da parte dell’azienda.
Condannata a risarcire la famiglia dell’operaio con la somma di 444.787 euro e, per i danni sofferti singolarmente, un importo di circa 300mila euro ciascuno alla vedova e ai 3 figli, la cifra complessiva arriva a oltre 1 milione e mezzo di euro.
L’uomo ha lavorato per più di 20 anni per la Kuwait (ex Mobil Oil Italiana) alla raffineria di Napoli, inizialmente pompista e poi come conduttore caldaie e impianti di produzione della centrale termoelettrica.
Ora i risultati: sulla base dell’istruttoria del Giudice del Lavoro del Tribunale, e la Ctu tecnica e medico legale, l’azienda ha utilizzato la fibra killer senza restrizioni, e così l’uomo è stato esposto praticamente senza limiti a polveri e fibre di amianto senza alcuna misura cautelare.
Adesso si accenda il faro sulla bonifica completa di Napoli est e si velocizzino i tempi. I cittadini stanno aspettando da decenni: ricordo che il perdurare dell’inquinamento aumenta in modo esponenziale il rischio per tutte e tutti – afferma il vicepresidente della Camera, on. Sergio Costa, che aggiunge: le norme ci sono, il responsabile dell’inquinamento si conosce, non è più il tempo delle attese. Più si attende più si aumenta il rischio per la popolazione che vive in quel territorio e più si limita la necessità di ripresa di un territorio che non merita di essere così pesantemente condizionato
Cos’è il mesotelioma
È un tumore che nasce dalle cellule del mesotelio, le membrane che rivestono gli organi interni. La forma maligna è un tumore raro che colpisce prevalentemente gli uomini e in Italia rappresenta lo 0,8% di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo e lo 0,3% di quelli diagnosticati nelle donne.
Secondo dati AIRC, il 90%dei mesoteliomi è dovuto all’esposizione ad amianto, materiale che veniva usato specialmente negli anni ’70 e ‘80 del ‘900: le fibre di amianto, oltre mille volte più sottili di un capello umano, possono essere inalate e danneggiare le cellule (se si depositano nei polmoni, le fibre possono dare origine ad altre malattie come l’asbestosi o il tumore polmonare).
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