È uscito al cinema “Oceania 2” in cui ritroviamo Vaiana cresciuta e diventata leader, ma che deve affrontare le proprie paure e capire quanto sia importante la collaborazione tra diverse comunità
È finalmente arrivato nelle sale “Oceania 2“, il sequel del tanto amato film Disney del 2016. Otto anni dopo la sua avventura da ribelle, Vaiana è cresciuta ed è diventata una leader rispettata sulla sua isola, Motunui. La protagonista, però, non può ignorare il richiamo degli antenati, che la spingono a intraprendere una nuova missione: rompere la maledizione di Nalo, il dio delle tempeste, che ha separato le isole del Pacifico.
Accompagnata da un gruppo eterogeneo, tra cui il semidio Maui, Vaiana dovrà navigare oltre il reef per ricongiungere le terre e salvare il suo popolo. Nel nuovo capitolo, Vaiana non è più la giovane esploratrice in cerca di se stessa, ma una figura matura, consapevole delle sue responsabilità come sorella, leader e figlia.
Questo cambiamento nel personaggio è evidente, con il film che esplora la sua crescita personale attraverso il tema della comunità e della collaborazione. Il viaggio che intraprende non riguarda più solo l’avventura, ma anche la ricerca di un futuro migliore per tutti.
“Siamo più forti insieme che da soli”
“Oceania 2” diventa così una riflessione sui temi della crescita, della comunità e della scoperta di sé. Il film, infatti, ruota attorno a un messaggio centrale: il valore della collaborazione. Vaiana sa che il futuro del suo popolo dipende dalla capacità di riunire diverse comunità attraverso l’unione.
Il film trasmette chiaramente che, per affrontare le difficoltà e superare le sfide, è essenziale lavorare insieme, come sottolineato dalle parole del regista David G. Derrick Jr., che ha affermato: “Siamo più forti insieme che da soli“.
Oltre a questo messaggio di inclusione, il film esplora anche il tema della crescita personale, suggerendo che per maturare bisogna essere pronti ad affrontare le proprie paure. Vaiana, sebbene sia una leader capace e amata, si trova a dover fare i conti con le incertezze di un viaggio che non è più solo un’avventura, ma una vera e propria sfida al suo passato e al futuro del suo popolo.
Questo percorso di crescita è legato a un altro importante insegnamento: la ricerca di un’altra via, fuori dalle strade già tracciate. Il film suggerisce che crescere significa anche pensare in modo originale, uscire dai confini del conosciuto e provare nuove soluzioni.
Infine “Oceania 2” ribadisce l’importanza delle radici e della connessione con gli antenati. Vaiana è chiamata a recuperare la memoria storica e a fare i conti con un passato che si fa sentire nel presente. In questo contesto la relazione con gli antenati, e la loro guida, risulta fondamentale.
Non era forse meglio una serie?
La qualità visiva di “Oceania 2” è uno dei suoi punti di forza: la Disney ha fatto un enorme lavoro sull’animazione, regalando agli spettatori una rappresentazione mozzafiato dei paesaggi polinesiani, con un’acqua che sembra quasi viva e colori brillanti che fanno da sfondo alle antiche leggende del Pacifico. La colonna sonora, composta da Abigail Barlow, Emily Bear, Opetaia Foa’i e Mark Mancina, riesce a trasmettere la stessa energia del primo film, con canzoni che scandiscono i momenti cruciali del viaggio.
Tuttavia, per dovere di cronaca, dobbiamo dire che il film presenta anche alcune ombre. Nonostante la bellezza visiva e il messaggio positivo di inclusione, la trama appare a tratti prevedibile, e alcuni nuovi personaggi, come Matangi, risultano poco sviluppati.
La scelta di mantenere un ritmo da film e non da serie limita la possibilità di esplorare a fondo tutte le sfaccettature della storia e dei protagonisti. La trama è anche un po’ troppo simile al primo capitolo, senza molti spunti innovativi. Nonostante questi limiti, “Oceania 2” mantiene il fascino del primo film, con un messaggio forte e chiaro: per crescere, a volte è necessario perdersi, cercando nuovi orizzonti.
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