Quando è il caso di fare una gastroscopia e cosa si può vedere con l’esame

Quando fare una gastroscopia? Dolore addominale, reflusso acido persistente, difficoltà a deglutire, perdita di peso inspiegabile: questi sintomi potrebbero richiedere una gastroscopia. Si tratta di un esame diagnostico fondamentale per identificare problemi come gastrite, ulcere, celiachia o condizioni più gravi

La gastroscopia è un importante esame endoscopico che permette di ottenere una diagnosi accurata relativa a condizioni o patologie gastrointestinali. Si tratta di un esame spesso temuto da chi avrebbe la necessità di effettuarlo ma, come spiegato bene dal seguente articolo pubblicato su Gastroscopiatransnasale.it oggi è possibile fare una gastroscopia con una tecnica innovativa e del tutto indolore.

Andiamo a vedere in quali casi è consigliabile sottoporsi all’esame e cosa si può riuscire a vedere nel momento in cui il gastroscopio transita per i tre organi che è necessario passare al setaccio, vale a dire stomaco, esofago e duodeno.

Quando bisogna fare una gastroscopia?

Premettiamo sin da subito che dovrebbe essere un medico a consigliare l’esame. Ci sono, però, delle circostanze o, comunque, dei sintomi che potrebbero suggerire la necessità di una gastroscopia. Partiamo da una constatazione tanto semplice quanto importante: una gastroscopia è sempre raccomandata quando un paziente sperimenta sintomi gastrointestinali persistenti o gravi, come ad esempio:

  • Reflusso acido;
  • Dolore addominale;
  • Difficoltà di deglutizione;
  • Anemia;
  • Perdita di peso inspiegabile;
  • Feci scure;
  • Flatulenza;
  • Gonfiore addominale;
  • Diarrea;
  • Stitichezza;
  • Nausea e vomito.

Il reflusso acido può essere percepito come una sensazione di bruciore nella parte posteriore della gola e nel petto. Molte persone avvertono bruciore prima o dopo i pasti e di notte.

Anche dolori addominali, nausea, vomito e problematiche di deglutizione potrebbero essere sintomatici di problematiche gastrointestinali. Chiaramente, non si può essere a priori certi del fatto che tali sintomi siano necessariamente da associare ad un problema a carico di stomaco, esofago e duodeno. Infatti, alcuni di questi sintomi sono comuni a molte condizioni, gastrointestinali e non.

Per tale ragione, conviene sempre rivolgersi al proprio medico di base o, ancora meglio, ad un gastroenterologo prima di fare una gastroscopia. Attraverso una visita gastroenterologica, infatti, l’esperto potrebbe essere in grado di giungere ad una prima diagnosi e, se necessario, prescrivere come esame di approfondimento una gastroscopia.

Cosa si può vedere con una gastroscopia?

La gastroscopia, esame disponibile in tutta Italia, anche con tecnica indolore, presso uno dei centri convenzionati con Eccellenza Medica, permette di scoprire alcune patologie o condizioni come:

  • Helicobacter pylori;
  • Malattia da reflusso gastroesofageo;
  • Esofago di Barrett;
  • Ulcere peptiche;
  • Celiachia;
  • Gastrite;
  • Tumore gastroesofageo.

Helicobacter pylori

L’Helicobacter Pylori è un batterio che può sopravvivere nello stomaco per anni senza alcun sintomo. La presenza di questo batterio è un importante fattore di rischio di cancro allo stomaco. Sebbene vi siano vari test attraverso i quali è possibile riscontrare l’helicobacter pylori, c’è parere unanime sul fatto che una gastroscopia con biopsia sia l’esame più efficace.

Malattia da reflusso gastroesofageo

La malattia da reflusso gastroesofageo è una condizione in cui l’acido dello stomaco risale ripetutamente nell’esofago. Molte persone soffrono sporadicamente di reflusso acido. Se, però, tale condizione diventa cronica allora si parla di reflusso gastroesofageo.

La maggior parte delle persone può gestire questo disagio tramite una terapia farmacologica adeguata oppure semplicemente cambiando stile di vita e alimentazione.

Esofago di Barrett

L’esofago di Barrett è un cambiamento nella struttura cellulare del rivestimento dell’esofago. L’esofago è il canale di deglutizione che trasporta il cibo dalla bocca allo stomaco. Come per l’intero tratto gastrointestinale, l’esofago ha al suo interno un rivestimento mucoso protettivo.

Se qualcosa irrita per molto tempo questo rivestimento, i tessuti potrebbero danneggiarsi. La conseguenza è che tali cambiamenti potrebbero arrivare ad influenzare la struttura e l’aspetto del rivestimento dell’esofago. Questa condizione rappresenta un fattore di rischio, seppur basso, per il cancro esofageo. Per tale ragione, è importante tenere d’occhio e seguire l’evoluzione dell’esofago di Barrett.

Ulcere peptiche

Le ulcere peptiche sono piaghe aperte sul rivestimento interno dello stomaco e sulla parte superiore dell’intestino tenue. Il sintomo più comune di un’ulcera peptica è il dolore allo stomaco. Se le piaghe si sviluppano all’interno dello stomaco si parla di ulcere gastriche. Se, invece, si manifestano nella parte superiore dell’intestino tenue allora le ulcere sono duodenali.

Celiachia

La celiachia è una condizione autoimmune caratterizzata da un’infiammazione dell’intestino tenue, innescata da una risposta immunitaria inappropriata al glutine ingerito. Una gastroscopia con biopsia duodenale può rivelarsi fondamentale ai fini di una diagnosi accurata di intolleranza al glutine.

Gastrite

Per gastrite s’intende un insieme di condizioni accomunate da un sintomo principale: l’infiammazione del rivestimento dello stomaco. Questo rivestimento protegge lo stomaco dagli acidi, dagli enzimi e dai microrganismi che lo attraversano ogni giorno. La gastrite si verifica quando il sistema immunitario rileva una minaccia a questa barriera.

Tumore gastroesofageo

Nel corso di una gastroscopia, l’endoscopista potrebbe notare aree sospette a livello dell’esofago, dello stomaco e del duodeno. Non sempre la presenza di un’area anomala coincide con un tumore. Potrebbe anche trattarsi di una semplice infiammazione. In ogni caso, per confermare o escludere la presenza di un cancro esofageo è necessario prelevare e successivamente analizzare dei campioni di tessuto.

Si parla di cancro esofageo quando la crescita cellulare inizia nell’esofago, il lungo tubo che va dalla gola allo stomaco. Il consumo di alcol e il fumo sono i principali fattori di rischio di questa tipologia di cancro.

Il cancro allo stomaco può avere origine in qualsiasi parte dello stomaco. Ricordiamo che lo stomaco è un organo che fa parte dell’apparato digerente, la cui principale funzione è quella di facilitare il processo di digestione del cibo. La gravità del cancro allo stomaco dipende dalla sua grandezza, dalla sua eventuale diffusione e dalle condizioni generali di salute del paziente.

Il cancro duodenale è un cancro localizzato nella prima porzione dell’intestino tenue. Può interferire con la digestione e l’assorbimento dei nutrienti. Nelle fasi iniziali della patologia non ci sono particolari sintomi. Con il progredire della stessa, però, il paziente potrebbe avvertire stitichezza, dolore addominale, nausea o vomito. Le principali opzioni di trattamento sono l’intervento chirurgico, la chemioterapia e la radioterapia.

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