Trump nomina un petroliere come segretario del Dipartimento dell’Energia: chi è Chris Wright e perché è una minaccia per il clima

L'adagio trumpiano "Drill, baby, drill" trova conferma nella nomina a capo del Dipartimento dell'Energia dell'amministratore delegato di Liberty Energy per il quale "non c’è alcuna crisi climatica"

Con la nomina di Chris Wright a segretario dell’Energia, Trump ha inviato un chiaro segnale: l’America torna a puntare sui combustibili fossili, mettendo a rischio gli sforzi globali per contrastare la crisi climatica.

Wright, amministratore delegato di Liberty Energy, azienda specializzata nel fracking, è una figura controversa nota per le sue posizioni negazioniste sul cambiamento climatico. “Non c’è alcuna crisi climatica e non siamo nemmeno nel mezzo di una transizione energetica“, ha dichiarato in un video pubblicato su LinkedIn lo scorso anno, ponendosi in netto contrasto con la comunità scientifica e con le politiche ambientali dell’amministrazione Biden.

Wright ha criticato spesso l’approccio “dall’alto verso il basso” delle politiche climatiche promosse dai gruppi ambientalisti, sostenendo che queste misure stiano “collassando sotto il loro stesso peso”. La sua convinzione che l’espansione dei combustibili fossili possa ridurre la povertà globale sposa la solita retorica conservatrice, che potrebbe portare a politiche energetiche meno impegnata nel passaggio alle fonti di energia rinnovabile.

Reazioni degli ambientalisti

La sua nomina ha scatenato un’ondata di critiche da parte degli ambientalisti (e non solo), che temono un ritorno al passato, con un’agenda energetica focalizzata sullo sfruttamento delle risorse fossili e un ridimensionamento degli investimenti nelle energie rinnovabili.

Jackie Wong, vicepresidente senior per il clima e l’energia del Natural Resources Defense Council, ha definito Wright “un campione dei combustibili fossili sporchi”, sottolineando che il suo ruolo potrebbe compromettere i progressi raggiunti negli ultimi anni in termini di transizione energetica.

Un ritorno al passato

Durante la presidenza Biden, il Dipartimento dell’Energia (DOE) ha giocato un ruolo chiave nella transizione energetica, promuovendo l’efficienza energetica e incentivando le fonti rinnovabili. L’Inflation Reduction Act (IRA) ha stanziato miliardi di dollari per la decarbonizzazione dell’economia americana.

Con Wright al timone del DOE, questi sforzi rischierebbero di essere vanificati, viste la sua contrarietà ai sussidi per le energie rinnovabili e la sua promessa di “tagliare la burocrazia” per favorire gli investimenti privati nel settore dei combustibili fossili. Wright potrebbe inoltre mettere fine alla sospensione delle autorizzazioni per l’esportazione di gas naturale, introdotta dall’amministrazione Biden per moderare l’impatto ambientale.

Reazioni contrastanti

La nomina di Wright ha suscitato reazioni contrastanti. I sostenitori dei combustibili fossili hanno applaudito la scelta, definendola un passo necessario per garantire l’indipendenza energetica americana e la crescita economica. Mike Sommers, presidente dell’American Petroleum Institute, ha sottolineato che la vasta esperienza di Wright rappresenta un valore aggiunto per il Dipartimento dell’Energia.

D’altra parte, le organizzazioni ambientaliste hanno espresso forte preoccupazione, denunciando il rischio di un rallentamento nella lotta al cambiamento climatico. L’eventuale supporto di Wright al “dominio energetico” americano potrebbe spostare l’equilibrio delle politiche energetiche verso un maggiore sfruttamento delle risorse tradizionali, riducendo l’attenzione su rinnovabili e sostenibilità.

Le sfide del DOE

Il Dipartimento dell’Energia ha un ruolo cruciale nella politica energetica e ambientale degli Stati Uniti. Oltre a gestire le risorse energetiche del Paese, il DOE supervisiona la flotta di armi nucleari e la rete di laboratori nazionali. L’IRA ha assegnato al dipartimento fondi senza precedenti per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie per l’energia pulita.

Con l’arrivo di Wright, il DOE potrebbe cambiare rotta. La visione trumpiana del “drill, baby, drill” potrebbe tradursi in un ridimensionamento dei programmi di decarbonizzazione e in un maggiore sostegno all’industria del petrolio e del gas.

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