La comunità della Val di Ledro si sta mobilitando con petizioni e una fiaccolata contro la decisione di abbattere un abete bicentenario per portarlo in Piazza San Pietro
In Val di Ledro una comunità di circa 5.000 abitanti si è mobilitata per proteggere un abete bicentenario destinato ad adornare Piazza San Pietro durante il Natale. La decisione di abbattere l’albero, visto da molti come simbolo locale, ha generato polemiche e una forte opposizione.
Così, nonostante le già gelide notti autunnali, i residenti hanno organizzato una fiaccolata simbolica, abbracciando l’abete per sottolineare il loro rifiuto all’abbattimento. Il movimento è stato sostenuto da una petizione online che ha raccolto quasi 52.000 firme su Change.org, attirando l’attenzione internazionale.
Gli abitanti, attraverso questa iniziativa, chiedono a Papa Francesco di rinunciare a questa tradizione e di adottare alternative più sostenibili. Alcuni propongono la creazione di un albero artistico permanente, utilizzando legname derivato da alberi abbattuti da eventi climatici estremi, come già realizzato in altre località trentine.
Uno spreco di risorse dove mancano servizi essenziali
I cittadini sottolineano anche il paradosso di utilizzare risorse pubbliche per un’operazione considerata non necessaria. Il costo stimato è infatti di 60.000 euro per il taglio e il trasporto dell’abete, un vero spreco in un contesto locale dove servizi essenziali sono carenti.
Mancano medici di base, le analisi mediche sono disponibili solo pochi giorni a settimana e il sistema di trasporto pubblico è limitato. Inoltre infrastrutture cruciali, come una galleria per raggiungere Riva del Garda, non sono ancora state ripristinate dopo il crollo avvenuto mesi fa.
Per non parlare delle contraddizioni ecologiche e simboliche di questa pratica. Portare un albero, considerato un simbolo di pace, con mezzi militari appare incoerente con il messaggio natalizio. La distruzione di un albero bicentenario è un atto insensato, soprattutto in un’epoca in cui la sensibilità ambientale è in crescita.
La speranza degli abitanti è che il Papa accolga il loro appello, visitando la valle e inviando un segnale di cambiamento al mondo. La vicenda non deve essere vista solo una questione locale, ma anche come un’opportunità per promuovere valori di sostenibilità e rispetto per la natura ponendo fine a queste tradizioni che impattano negativamente sull’ambiente.
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