In segno di protesta contro il disegno di legge che punta a ridefinire i diritti Māori su terre, risorse e sovranità culturale sanciti dal Trattato di Waitangi del 1840, è stata inscenata una haka in parlamento
Il parlamento della Nuova Zelanda ha vissuto un momento di forte tensione quando alcuni legislatori Māori hanno interrotto le attività legislative con una haka, la danza cerimoniale tipica della loro cultura. Ma perché si è arrivati a tutto ciò?
La protesta è stata scatenata dal dibattito su un controverso disegno di legge che punta a ridefinire i diritti sanciti dal Trattato di Waitangi del 1840, un accordo storico tra i Māori e la Corona britannica. Questo trattato, considerato il documento fondativo della Nuova Zelanda, ha garantito ai Māori diritti su terre, risorse e sovranità culturale in cambio del riconoscimento del governo britannico.
Il disegno di legge, proposto dal partito ACT New Zealand, suggerisce di estendere a tutti i cittadini i diritti specifici garantiti ai Māori, ridimensionando così il ruolo esclusivo del trattato per le popolazioni indigene. Mentre i sostenitori sostengono che la misura mira a promuovere l’uguaglianza, molti Māori vedono questa proposta come un’erosione dei loro diritti storici, conquistati attraverso decenni di lotte legali e sociali.
È improbabile che il disegno di legge venga approvato
La haka in parlamento ha visto la partecipazione non solo dei parlamentari Māori del partito Te Pāti Māori, ma anche di persone presenti nella galleria pubblica, le cui voci e canti hanno temporaneamente interrotto la seduta.
La protesta si inserisce in un contesto più ampio di manifestazioni: centinaia di Māori hanno intrapreso una marcia, o hikoi, di nove giorni dalla regione settentrionale della Nuova Zelanda fino alla capitale Wellington. Durante il percorso, i manifestanti sono stati accolti calorosamente da comunità locali, con bandiere Māori e canti tradizionali.
Nonostante il disegno di legge abbia superato la prima lettura in parlamento, è improbabile che ottenga i voti necessari per diventare legge. Infatti i principali partner della coalizione di governo – il Partito Nazionale e New Zealand First – hanno indicato che non sosterranno ulteriori fasi legislative.
Tuttavia anche solo proporre un disegno di legge del genere ha sollevato un dibattito acceso sul bilanciamento tra diritti indigeni e uguaglianza nazionale evidenziando le profonde tensioni storiche e culturali che ancora attraversano la società neozelandese.
Da un lato c’è il tentativo di rispettare l’eredità del Trattato di Waitangi; dall’altro, il desiderio di trovare un equilibrio che possa unire tutti i cittadini. Dal canto suo, la protesta dei Māori, con la forza simbolica della haka, ricorda quanto sia cruciale proteggere le identità culturali in un mondo sempre più globalizzato.
Ka mate, ka mate, ka ora, ka ora! pic.twitter.com/ywsqhp5oDu
— Te Pāti Māori (@Maori_Party) November 14, 2024
Non vuoi perdere le nostre notizie?
- Iscriviti ai nostri canali Whatsapp e Telegram
- Siamo anche su Google News, attiva la stella per inserirci tra le fonti preferite
Ti potrebbe interessare anche:
- In Māori l’ADHD si dice “aroreretini”, ovvero “l’attenzione va a molte cose”, valorizzando le loro abilità (e non etichettandoli come “diversi”)
- “Autismo” in Māori si dice “Takiwātanga” ovvero “il mio tempo e spazio” (ed è una lezione per tutti noi)
- Dare personalità giuridica alle balene, ambasciatrici dell’oceano: la proposta dei leader Māori del Pacifico