Paul Watson, 74 anni da festeggiare dietro le sbarre: detenzione prorogata ancora per aver difeso le balene

L'attivista anti-baleniero, e fondatore di Sea Shepherd, rimane in carcere in Groenlandia mentre la Danimarca decide se estradarlo in Giappone. Cresce la preoccupazione per la sua salute e il rischio di un processo iniquo

Il 2 dicembre Paul Watson, fondatore di Sea Shepherd, compirà 74 anni. Li festeggerà, per il quarto mese consecutivo, in una cella del penitenziario di Nuuk, in Groenlandia. Un tribunale del territorio autonomo danese ha infatti prorogato, per la quinta volta, la sua detenzione, in attesa di una decisione sulla sua possibile estradizione in Giappone. Una decisione che sembra non arrivare mai, mentre i suoi avvocati continuano a battersi per la sua liberazione.

“Siamo delusi, ma devo dire che non ci sorprende del tutto, viste le udienze precedenti”, ha dichiarato l’avvocato di Watson, Julie Stage. “Non riteniamo che la detenzione sia proporzionata, anche se l’uomo fosse colpevole dei presunti crimini”. E intanto, hanno presentato un nuovo ricorso contro questa ennesima proroga, questa volta presso la Corte Suprema della Groenlandia.

Watson è stato arrestato lo scorso luglio, nella capitale della Groenlandia, in base a un mandato di arresto giapponese del 2012. L’accusa è di aver danneggiato una baleniera e ferito un baleniere durante una protesta contro la caccia alle balene in Antartide nel 2010.

Una battaglia legale senza fine

Da allora, Watson è intrappolato in un limbo giudiziario. Il ministero della Giustizia danese non ha ancora preso una decisione sulla richiesta di estradizione, mentre il procuratore Mariam Khalil ha dichiarato che se l’estradizione non fosse stata approvata, il signor Watson sarebbe stato rilasciato “il prima possibile”. Parole che suonano ormai come una beffa per l’attivista, considerando i continui rinvii.

“Più passa il tempo, più aumenta il senso di ingiustizia”, ha dichiarato Lamya Essemlali, responsabile di Sea Shepherd Francia. “Tra 10 giorni saranno trascorsi quattro mesi dalla sua condanna a carcere, il che corrisponde alla pena massima a cui avrebbe dovuto rispondere se fosse stato condannato”.

Il rischio di un processo iniquo in Giappone

Se la Danimarca dovesse accogliere la richiesta di estradizione, Watson rischierebbe un processo iniquo in Giappone.

I sostenitori di Watson temono che il Giappone voglia vendicarsi per le sue azioni contro la caccia alle balene e che un’estradizione nel Paese significherebbe trascorrere il resto della sua vita dietro le sbarre.

La salute di Watson peggiora

Intanto, la salute di Watson peggiora. “Gli ultimi mesi sono stati sicuramente molto strazianti”, ha affermato Haans Siver, direttore della Fondazione Capitano Paul Watson. “Ha 72 anni e si sta perdendo la crescita dei suoi figli, i loro compleanni e il tempo trascorso con sua moglie. Hanno ridotto i suoi diritti di visita e i suoi diritti telefonici, quindi è stato davvero duro per la sua salute mentale, di sicuro”.

Una vita dedicata alla difesa degli oceani

Paul Watson è una figura iconica del movimento ambientalista. Co-fondatore di Greenpeace e fondatore di Sea Shepherd, è noto per le sue tattiche radicali nella lotta contro la caccia alle balene e la pesca illegale. Le sue azioni, spesso al limite della legalità, gli hanno attirato critiche e ammirazione, ma nessuno può negare il suo impatto nella difesa degli oceani.

Un appello per la libertà

Mentre Watson attende il suo destino in una cella in Groenlandia, cresce l’appello internazionale per la sua liberazione. Numerose personalità, tra cui la nota ambientalista britannica Jane Goodall, hanno chiesto al presidente francese Emmanuel Macron di concedergli asilo politico. Watson, che vive in Francia dal 2023, ha richiesto la cittadinanza francese il mese scorso.

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