Quanta tristezza le due poiane di Harris sfruttate come spaventapasseri a Palazzo Rospigliosi

Rapaci sfruttati come dissuasori viventi. Succede a Zagarolo, nel Romano, dove due poiane di Harris sono sfruttate a Palazzo Rospigliosi. Insorgono gli animalisti, che chiedono pratiche alternative e più moderne che non implichino lo sfruttamento animale

Scene di un altro mondo quelle che provengono da Palazzo Rospigliosi di Zagarolo, nell’area della città metropolitana di Roma. All’ingresso dell’immobile storico, che sembrerebbe essere di proprietà di Coldiretti, legati su due trespoli vi sono due rapaci.

Si tratta di due esemplari di poiana di Harris, Parabuteo unicinctus, sfruttati come dissuasori per piccioni e altri volatili. Spaventapasseri viventi, in carne e ossa quindi come parte di una pratica legale in Italia ma decisamente obsoleta.

Lo denuncia l’Ente Nazionale di Protezione Animale (ENPA), che ritiene la falconeria una forma anacronistica e crudele. All’appello si sono unite diverse organizzazioni nonché Patrizia Prestipino, Garante per la tutela degli animali di Roma.

Questo tipo di sfruttamento animale è da abbandonare oggigiorno. Così ha fatto già il Comune di Roma, optando per alternative non animali. Misure differenti esistono già da tempo e, con il passare degli anni, si perfezionano sempre più.

Dai dissuasori basculanti a quelli elettrostatici, passando per sistemi sonori e visivi, oggi è possibile contare su una vasta gamma di strumenti tecnologici che dissuadono realmente gli uccelli dal posarsi sugli edifici. Comprendiamo che Coldiretti, sostenitrice della caccia e delle lobby armigere, possa essere distante dal nostro mondo. Tuttavia, indipendentemente dal suo ruolo o dalla sua proprietà dell’edificio, chiediamo un gesto di buonsenso: che ascolti le istanze di Enpa e dei cittadini adottando soluzioni moderne, efficaci e rispettose degli animali” dichiara l’associazione protezionistica.

L’utilizzo di rapaci continua a essere consentito nel nostro Paese, dove gli animali adoperati operano “in contesti innaturali e non necessari” come precisa l’ENPA.

Si è proposto di ricorrere a specie addestrate anche nel Comune di Torino, ad esempio, nel Piano di contenimento del Colombo nel territorio. Malgrado questi metodi siano diffusi, ciò non significa che non possano e non debbano essere superati.

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Fonte: ENPA

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