Un nuovo test sul basmati venduto in Svizzera rivela livelli di pesticidi oltre i limiti legali in molti prodotti, un serio problema che potrebbe riguardare anche alcune marche di riso presenti nei negozi etnici in Italia
Un nuovo test, condotto dalla rivista svizzera Bon à Savoir, rivela che più della metà dei campioni di riso basmati analizzati contiene residui di pesticidi oltre i limiti legali stabiliti dalla Svizzera.
I 12 campioni testati, acquistati da supermercati locali e da negozi etnici, mostrano una situazione davvero preoccupante: 7 confezioni non rispettano gli standard, con livelli di pesticidi potenzialmente pericolosi, anche se non immediatamente nocivi per la salute.
Ci teniamo a precisare che questo test si riferisce specificamente al mercato svizzero, ma alcune marche di riso basmati analizzate potrebbero essere reperibili anche in Italia, in particolare nei negozi etnici.
Inoltre, esiste la possibilità che riso importato dall’Asia, con altre marche, presenti comunque una situazione simile riguardo ai residui di pesticidi. Questo perché spesso la contaminazione non dipende dal marchio specifico, ma dalle pratiche agricole e di trattamento comuni in alcuni paesi di origine del riso.
Tutti i campioni di riso basmati testati provenivano da India e Pakistan, dove l’uso di pesticidi come fungicidi e insetticidi è una pratica comune per ridurre le perdite di raccolto.
I risultati
Il test, realizzato in collaborazione con il programma televisivo svizzero A Bon Entendeur, ha portato alla luce un quadro eterogeneo: nei campioni di riso acquistati da Coop (elevetica) e Migros, i residui di pesticidi rientrano nei limiti di legge, mentre tra quelli provenienti dai negozi specializzati, 7 contengono livelli superiori alle norme svizzere.
In alcuni prodotti sono stati trovati veri e propri “cocktail di pesticidi”, fino a 13 residui insieme. Tra i pesticidi rilevati ci sono sostanze vietate in Svizzera (come il clorpirifos e il carbendazim) per i loro rischi sulla salute umana e l’ambiente.
Mentre Coop e Migros rispettano i protocolli di autocontrollo, tra gli importatori di negozi specializzati si registra una maggiore difficoltà nel garantire la conformità del riso. In alcuni casi, come per l’azienda Aggarwal, si è riscontrata una discrepanza tra i risultati di laboratorio e le garanzie di conformità fornite dai fornitori.
Le aziende coinvolte hanno comunque reagito prontamente, rimuovendo i prodotti non conformi dagli scaffali e valutando nuove procedure di controllo per i campioni.
Gli esperti svizzeri ci tengono a precisare che, nonostante il superamento dei limiti legali, non sono stati riscontrati pericoli immediati per la salute. Sottolineano però i rischi legati all’“effetto cocktail”: la combinazione di più pesticidi potrebbe infatti risultare tossica anche a concentrazioni inferiori rispetto ai limiti stabiliti.
Due marche si sono distinte positivamente con un solo residuo di pesticida, al di sotto del limite legale.
Come tutelarsi?
A fronte di questi risultati, gli esperti consigliano di ridurre l’esposizione ai pesticidi preferendo riso proveniente da coltivazioni biologiche o comunque meno trattate (cosa però non così semplice da valutare se non servendosi di test come questo).
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Fonte: Bon a Savoir
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